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Prima linea?

Ad Arezzo, sulle impalcature di Via Roma, è apparsa un’enorme scritta preceduta da una croce celtica… “PRIMA LINEA”. Tutti ad Arezzo sanno chi è che riempie la città di celtiche e svastiche sui muri, tutti sanno chi aveva profanato il Cippo degli ebrei, tutti saprebbero a chi rivolgersi ma pare che nessuno abbia voglia di muoversi… e vabbè, in qualche modo ci siamo rassegnati a coprire (mai troppo presto) le scritte e sedersi passivamente in attesa che compaiano altre… ma in questo caso una domanda me la voglio porre.Io la storia l’ho studiata, ne sono appassionato e mi piace ancora leggere, informarmi, non voglio dire cazzate… in particolare sulla storia del ‘900 che ancora ha tanti strascichi nella vita di ogni giorno. Quindi la domanda che m’è subito venuta in mente è…

MA QUELLI DI PRIMA LINEA NON ERANO COMUNISTI???

In realtà ero già sicuro della risposta, ma mi sono voluto documentare lo stesso… ed ecco qui cosa ne pensa Wikipedia di tutta questa vicenda!

Nascita ed ideologia

Prima Linea è stata fondata da reduci dai gruppi extra-parlamentari Lotta Continua e Potere Operaio, fuoriusciti da queste formazioni quando queste decisero di non abbandonare la legalità. In particolare il nome deriva dagli aderenti che in Lotta Continua facevano parte del servizio d’ordine durante le manifestazioni che era posto appunto in “prima linea”. Prima Linea era formata principalmente da operai e studenti e suoi dirigenti erano considerati Enrico Baglioni, Francesco Galmozzi, Roberto Rosso (l’ideologo del gruppo) e Sergio Segio
Inizialmente il gruppo non rivendicava le proprie azioni anche perché nei primi mesi si autodefiniva “non un nuovo nucleo combattente, ma l’aggregazione di vari gruppi guerriglieri che finora hanno agito con sigle diverse” (testo di un volantino rilasciato dopo un’irruzione nella sede del gruppo dirigente della FIAT di Torino).
Il modello era molto più elastico di quello delle BR che invece si basavano sulla compartimentazione e sulla clandestinità. PL organizzativamente infatti era fondata sulla non divisione rigida dei ruoli e soprattutto dal rifiuto (salvo pochissime eccezioni) della clandestinità proprio per mantenere una presenza nei luoghi di lavoro e nei movimenti della sinistra extra-parlamentare. Dal punto di vista ideologico PL ha sempre posto al centro l’azione relegando in secondo piano una precisa elaborazione ideologica, ancora una volta diversamente dalle BR.

Cronologia

1976

In sede processuale il primo omicidio attribuito al gruppo sarà quello di Enrico Pedenovi, consigliere provinciale del Movimento Sociale Italiano, il 29 aprile 1976 a Milano, in occasione del primo anniversario della morte di Sergio Ramelli, ucciso da un commando di Avanguardia Operaia.

1977

Nell’aprile del 1977, a San Michele a Torri, nei pressi di Firenze, si tenne la conferenza istitutiva dell’organizzazione che si dotò di uno statuto e di un impianto organizzativo. Alla testa di PL c’era la Conferenza dell’Organizzazione ed il Comando Nazionale, poi i settori informativi e logistici ed infine le Squadre di Combattimento ed i Gruppi di Fuoco. PL si proponeva di mantenere una forte presenza nei movimenti di contestazione degli anni Settanta accanto ad una struttura organizzata a livello nazionale.
Nel luglio del 1977 Prima Linea danneggiò un’armeria di Tradate, in provincia di Varese, in risposta all’uccisione (da parte del proprietario del negozio stesso durante una rapina per finanziamento del gruppo) di Romano Tognini, un suo militante.

1978

Nel 1978 si ebbe una fusione con le Formazioni Comuniste Combattenti, in seguito alla quale si diede vita al Comando Nazionale Unificato. In questo periodo PL si concentrò nella lotta contro le strutture carcerarie ed i suoi esponenti. Nel gennaio 1978 fu ucciso l’agente Fausto Dionisi, mentre nell’ottobre dello stesso anno venne freddato a Napoli Alfredo Paolella, docente universitario di antropologia criminale e osservatore tecnico nel carcere di Pozzuoli: ai suoi funerali i sindacati ed i partiti di sinistra promossero una grande manifestazione contro il terrorismo.

1979

Nel gennaio del 1979 venne ucciso l’agente Giuseppe Lorusso a Torino ed il 29 gennaio, a Milano, il giudice Emilio Alessandrini che lavorava ad una riforma della legislatura carceraria. Nel febbraio la polizia sorprese ed uccise a Torino due membri di Prima Linea seduti ad un bar. In risposta, nel marzo successivo, PL compì un agguato contro una volante della polizia; nello scontro a fuoco perse la vita il passante Emanuele Iurilli. Pochi mesi dopo fu ucciso Carmine Civitate, proprietario del bar e ritenuto responsabile di aver identificato i due terroristi.
Il 13 luglio fu ucciso durante una rapina a Druento (Torino) il vigile urbano Bartolomeo Mana, che faceva servizio di vigilante disarmato, freddato con un colpo a bruciapelo alla testa.
Nel settembre del 1979 si tenne una conferenza di PL a Bordighera (Imperia) nel quale emerse un contrasto tra coloro che volevano mantenere una radicazione nei movimenti e coloro che invece volevano portare un attacco più deciso alle istituzioni. A causa di questi contrasti alcuni membri lasciarono l’organizzazione e ripararono in Francia dove furono successivamente arrestati. Sul finire dell’anno a Torino venne colpita la FIAT con l’uccisione dell’ingegnere Carlo Ghiglieno ed il ferimento di alcuni dirigenti aziendali, mentre a Rivoli (Torino) viene ucciso dalla polizia il militante Roberto Pautasso.

1980

Nel 1980 prevalse l’ala radicale di PL che decise l’uccisione del magistrato e criminologo Guido Galli, a Milano, il 19 marzo. Il 5 febbraio fu ucciso invece Paolo Poletti, dirigente della fabbrica ICMESA di Seveso dalla quale era scaturita la nube tossica di diossina nel noto incidente dell’estate del 1976. Vennero uccisi i carabinieri Antonio Chionna, Ippolito Cortellessa, Pietro Cuzzoli e l’agente Filippo Giuseppe.

Pentiti

Nello stesso anno si ebbero vari pentiti che portarono a numerosi fermi e ad un grosso dibattito all’interno di PL. In particolare le rivelazioni di Roberto Sandalo causarono una serie di arresti e dettero vita ad una profonda riflessione interna sulla cosiddetta desolidarizzazione tra i militanti. Mentre l’organizzazione decise, in febbraio, di uccidere William Waccher, ritenuto un collaboratore di giustizia, diversi membri abbandonarono PL, confluendo in parte nelle BR.

L’«affaire» Donat Cattin

Anche grazie alle rivelazioni di Sandalo la polizia identificò nel maggio 1980 tra i membri più importanti di PL Marco Donat Cattin, figlio di Carlo, membro di spicco della Democrazia Cristiana e più volte ministro della Repubblica italiana. Esattamente lo stesso giorno in cui la notizia apparve sui giornali Marco Donat Cattin riuscì a scappare in Francia dove poco tempo dopo venne arrestato ed estradato nel febbraio 1981. Su di lui pendevano tra le varie accuse quella di aver partecipato attivamente all’omicidio Alessandrini.
La sua fuga in Francia fu oggetto di aspre polemiche nel mondo politico che coinvolsero il padre e l’allora Presidente del Consiglio Francesco Cossiga accusato di aver preventivamente informato Carlo Donat Cattin riguardo le indagini sul figlio e addirittura di averne agevolato la fuga all’estero. Le inchieste successive non portarono ad alcuna responsabilità da parte di Cossiga anche se pare accertato che alcuni giorni prima di essere tratto in arresto Sandalo abbia avuto dei colloqui con Carlo Donat Cattin riguardo la situazione compromessa del figlio Marco.
Pochi mesi dopo la sua estradizione in Italia, Marco Donat Cattin fece di nuovo parlare di sé in quanto usufruì della legge sulla dissociazione recentemente approvata che prevedeva forti riduzioni di pena per coloro che dichiaravano conclusa la loro esperienza nella lotta armata ed appunto si “dissociavano” dai rispettivi gruppi terroristici di appartenenza.

Fine e dissoluzione di Prima Linea

Nel 1981 a Barzio, in provincia di Como si tennero due conferenze in cui si decise, dopo alcuni falliti tentativi di riorganizzazione, di sciogliere Prima Linea. Questa decisione viene approvata da moltissimi militanti incarcerati che daranno vita ad un vasto movimento di dissociazione. Alcuni membri ancora in libertà dettero vita ai Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria, una formazione che si proponeva la liberazione dei detenuti per banda armata e per reati politici in generale.
Prima Linea è stata presente soprattutto in Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto e nella sua attività vennero coinvolte 923 persone

Situazione attuale di alcuni membri

Sergio Segio, uno dei leader, dopo aver scontato la sua condanna a 22 anni, lavora al recupero dei soggetti svantaggiati della società collaborando in questo anche con don Luigi Ciotti. Ha pubblicato diversi articoli sulle tematiche carcerarie e nel 2005 è uscito il suo libro “Miccia Corta“, che traccia la storia di PL.
Marco Donat-Cattin, libero dal maggio 1987, è morto il 18 giugno 1988, sull’autostrada Serenissima, nei pressi del casello di Verona sud, travolto da un’auto mentre, sceso dalla sua vettura, stava segnalando alle macchine che sopraggiungevano di fermarsi per evitare un incidente in cui lui stesso era stato coinvolto leggermente.
Alcuni esponenti del gruppo sono oggi parlamentari.

Ecco, come pensavo… fascisti, e pure ignoranti!!!

5 thoughts on “Prima linea?”

  1. La scritta di Prima Linea, come tutti, l’ho notata anche io. Ma vorrei capire perché, chi l’ha fatta, pur sapendo di far riferimento ad un ex gruppo di estrema sinistra, ha messo una croce celtica. Voi lo sapete? Io no.
    Altra cosa interessante, che non so se avete notato: al cantiere dell’ex garbasso, in vetta alla salita, c’è di nuovo il simbolo PL abbreviato con la solita croce celtica, sottoscritte si intravedono anche falce e martello, ma in nero, anziché in rosso. Ma che significa?

  2. Giulio: al cantiere dell’ex Garbasso non l’ho notata, ma ho la sensazione che abbiano ricoperto una vecchia falce e martello che era già lì con una svastica. Per quanto riguarda l’incongruenza… non sono troppo sicuro che l'”errore” sia volontario. Parlando con alcuni ragazzi di destra ho notato come pochissimi sappiano che Prima Linea era dall’altra parte della barricata… secondo me può essere quindi anche la loro totale ignoranza.

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