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Murder, Set, Pieces – Nick Palumbo (2008)

La recensione più azzeccata di questo film, lanciato come “il più shockante mai realizzato”, l’ho letta in un altro sito. Più o meno diceva “ecco cosa succede a dare una telecamera e 100 litri di ketchup a un cretino”. Condivido.


Il film di Palumbo (che aveva esordito con l’ultraunderground e discreto “Nutbag”) cerca di oltrepassare ogni possibile limite con questa storia di un neonazista tedesco/americano con l’hobby di violentare e uccidere prostitute. Il regista è volutamente offensivo, fin dall’uso delle immagini dell’11 Settembre a scopo exploitation. La pellicola è misogina, ambigua, ultraviolenta, pregna di gore (gli effetti speciali – unica cosa a salvarsi – sono opera degli stessi di August Underground), razzista, pedosadica. Se ha un pregio è quello di mostrarci che ci sono dei confini che anche il più scafato amante dell’horror ha ancora schifo di superare. Quello delle violenza sui bambini, ad esempio, mai rappresentata più esplicitamente che qui. Proprio l’ultra esplicitezza delle scene (gli stupri sembrano veri…) ha fatto guadagnare al film qualche fan, ma a me vedere un bambino di due anni costretto a “recitare” coperto di sangue finto in braccio al protagonista correre poi verso una ragazza (sua madre nella finzione) truccata da morta fa veramente ribrezzo. E credo che i genitori di quel bambino andrebbero internati.

Tecnicamente: il film ha un aspetto patinato e luccicante che aumenta la sua aurea di culto, ma sinceramente nelle scene di intermezzo tra i tanti (30 secondo la press release) omicidi sembra di vedere Centovetrine. Il protagonista è il più inespressivo che la storia ricordi, e le tante ragazzotte che mostrano le tette e vengono squartate sono tutte provenienti da porno soft (e hard) in stile Playboy. L’unico piacere è vedere i cammei di storici interpreti dell’horror come Tony Todd, Gunnar Hansen e Edwin Neal, tutti in particine minuscole. Ma allora meglio riguardarsi i film che li hanno resi noti, Candyman e Non Aprite Quella Porta.

Voto:

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