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Journey – Revelation (2008)

Magari qualcuno dei più giovani lettori del blog non sa neppure chi siano, i Journey… e chissà, forse anche qualche “vecchietto” farà fatica a ricordarseli. I Journey sono dei vecchi dinosauri dell’AOR, genere musicale che negli USA ha sempre fatto sfracelli più che da noi, sono in giro da trent’anni e hanno sfornato una serie di hit impressionante. Provate a sentire le prime note di “Don’t stop believing” e sono sicuro che qualche cosa vi tornerà in mente.

La vera domanda è “ha senso un disco dei Journey nel 2008”? Il gruppo ha mollato da poco il noto Jeff Scott Soto per prendere alla voce uno sconosciuto filippino, Arnel Pineda, notato su Youtube proprio mentre cantava in una coverband dei Journey. Il sogno di una vita che si avvera… e come poi! Devo dire che ad ascoltare il cd bonus di Revelation, quello con i classici della band riregistrati, si fa fatica a capire che il cantante non è Steve Perry. Anche i pezzi nuovi sono Journey al 100%, e qualsiasi tentativo di “evoluzione” intrapreso negli ultimi dischi è stato abbandonato. Pezzi come “Like a Sunshower”, “Change for the Better”, “After All These Years” potevano tranquillamente essere outtakes dei dischi dei primi anni 80… ovviamente registrate benissimo coi suoni di adesso. Una parola proprio sulla produzione: ottima a mio parere, anche se in giro ho visto qualche critica. Melodica e potente quanto basta, riesce anche a coprire qualche piccola pecca come la scialba “Wildest Dreams”. Il gruppo (Pineda a parte) è sempre il solito, e sentire la meravigliosa chitarra di Neal Schon, come la batteria di Dean Castronovo, è sempre un piacere. Chiaro che Revelation non attrarrà i “giovani d’oggi” abituati a ben altre sonorità, ma… cazzo, è proprio bello. Non me l’aspettavo così… ha soppiantato mille altri dischi più “metal” dal mio lettore cd. Consigliato!

Voto:

/5

Don’t stop Believin’… in versione live!

4 thoughts on “Journey – Revelation (2008)”

  1. quale amante dei Journey non posso che essere curioso, soprattutto dopo la tua recensione 🙂 peccato che comunque steve perry mi manchi 😀

    Andrea (sdl)

  2. Ho ascoltato velocemente i classici riediti con il nuovo cantante. Beh, che dire, in effetti la somiglianza timbrica è tremenda. Cambia ovviamente l’interpretazione, la presenza sul palco (ineguagliabile a livello di energia perry) ed il modo in cui vengono affrontati gli acuti.

    Posso usare questo tuo articolo (Senza copiare parti, ma come riferimento, link) per fare un piccolo articolo su quella che è la strada intrapresa dai journey?

    Andrea (sdl)

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