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Richard Sanderson – Mistborn, L’Ultimo Impero

L’Ultimo Impero, pubblicato da Fanucci nel 2009, è il libro che apre la trilogia (ma qualche autore fantasy che decida di scrivere… che ne so… una quadrilogia non si trova? ORIGINALITAAAAA’!) di Mistborn, notevole successo editoriale degli ultimi anni che, si vocifera, potrebbe diventare presto anche un film. Richard Sanderson è ancora giovanissimo, classe 1975, ed è noto ai lettori di fantasy perlopiù per essere stato scelto dalla vedova di Robert Jordan per terminare l’infinita saga della Ruota del tempo, traendo spunto dagli appunti inediti dell’autore defunto.

La trama
Da mille anni sull’Ultimo Impero cade costantemente una pioggia di cenere, e una nebbia abitata da presenze inquietanti ricopre ogni Dominazione ad ogni ora del giorno e della notte. Il Lord Reggente, immortale ed apparentemente onnipotente, è venerato come un dio, e nessuno sembra essere in grado di alzare un dito per mettere in discussione il suo potere. I cittadini sono rigidamente divisi in classe, con i nobili a comandare ed amministrare, il Culto a controllare con la sua rete di stipulatori ed i temuti inquisitori che non vi siano eresie e gli skaa, il popolino, ad essere sfruttato in ogni luogo come schiavo. 
La ribellione skaa è sempre stata una forza risibile, pochi uomini senza un vero supporto delle masse e nessuna speranza di combinare granché, ma le cose sembrano poter cambiare quando Kelsier e la sua banda di ladri Misting vengono ingaggiati per osare ciò che da centinaia di anni nessuno osa nemmeno sussurrare.
I Misting sono allomanti, ovvero una sorta di maghi in grado di usare alcuni metalli per spingere le loro capacità al di là del normale. Ogni Misting sa usare un solo metallo, ma in casi rarissimi nascono Misting che sanno usare tutti i metalli, i Mistborn. Kelsier è uno di loro, l’unico Mistborn skaa di cui si abbia notizia. Almeno fino a quando non viene reclutata Vin, una timida e diffidente ragazzina che sembra avere solo un controllo intuitivo sulla sua magia…
Lo stile
Va detto innanzitutto che avendo letto il libro in italiano è difficile capire quanto alcuni dei difetti di cui parlerò appartengano all’autore e quanti al traduttore… un bravo traduttore può migliorare enormemente un romanzo, uno pessimo lo può distruggere. Qui non accade nessuna delle due cose, ma è evidente che qualche pecca c’è. Sanderson scrive in maniera semplice e scorrevole, e questo è sicuramente un bene, sebbene non ci siano elevati picchi qualitativi. I dialoghi sono di discreta fattura anche se talvolta appaiono un filo forzati, in particolare sembra difficile che nobili e spook si esprimano praticamente allo stesso modo… se c’è una così netta differenziazione tra le classe qualche ripercussione nel linguaggio mi parrebbe inevitabile. Sanderson sembra appartenere alla schiatta dei patiti del sinonimo, e quindi a volte si arrampica un po’ sugli specchi per evitare di dire “dice”. La cosa che m’è piaciuta meno è il modo incomprensibile con il quale è stato reso in italiano il dialetto di Spook, che parla solo coi gerundi ed elenca le parole in maniera astrusa. Dubito che in inglese fosse così, e anche se fosse la cosa non m’è piaciuta affatto. Anche se va considerato che la difficoltà di rendere in un’altra lingua i dialetti di un testo da tradurre è immensa. Il maggior pregio di Sanderson è la sua capacità di rendere il lettore partecipe delle scene che legge. Le parti d’azione non sono mai semplicemente raccontate ma sempre mostrate, con ottima proprietà di linguaggio. Piccolissima pecca finale: a volte ci si perde in piccole quantità di quello che Gamberetta chiamerebbe “inforigurgito”. Vero, ma devo dire anche che le informazioni che l’autore ci da non arrivano mai a sproposito e mi sono sempre risultato interessanti.
Il giudizio
Nonostante quanto detto sopra sembrerebbe far pensare a un libro senza infamia e senza lode, L’Ultimo Impero mi è piaciuto moltissimo. In particolare mi è piaciuta l’ambientazione originale e il dettagliatissimo sistema di magia, l’allomanzia, veramente ben trattato. Pur essendo il primo volume di una trilogia il libro HA UN FINALE!!! E Addirittura un BEL finale, non banale, godibilissimo anche preso a sé. Rimangono ancora molte domande a cui rispondere e si intuisce che Sanderson ha progettato le cose molto più in profondità di quanto non appaia, e questo spinge il lettore (quantomeno: spinge me) a continuare anche con il secondo volume. Sapete che vi dico? Ora mi dedico a un paio di letture-fuffa, poi in settimana vado a comprarmelo. Mica posso aspettare Martin per soddisfare la mia voglia di fantasy! 😀
Info:

Brandon Sanderson, L’ultimo impero. Mistborn
(Mistborn: The Final Empire, 2006)
Traduzione Gabriele Giorgi
Fanucci Editore, collana Collezione Fantasy
pagg. 692. euro 22,00
ISBN 978-88-347-1512-3

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