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Film di genere vs. film di merda

Facendo due ricerchine su internet mi ha colpito come su 263 film prodotti in Italia nel 2011 quelli considerabili di genere siano solo una trentina siano considerabili di genere, mentre ben 192 sono drammatici o commedie. Se pensiamo che fino agli anni 80 il nostro cinema era considerato una mecca del cinema di genere “artigianale” il crollo è inspiegabile, soprattutto se consideriamo che anche al tempo era proprio il film di genere ad essere venduto all’estero e ad avere successo in videocassetta, non certo le commediole.
E non finisce qui: prendiamo i 16 film taggati come horror:
Adam Chaplin, di Emanuele de Santi, è un iper-splatter con effetti speciali ben realizzati ma a dir poco cartooneschi. Non ha avuto distribuzione ed è in vendita solo tramite il sito della casa produttrice Necrostorm.

Dylan Dog: l’inizio, di Roberto D’Antona, è un fan movie amatoriale che ovviamente non ha avuto distribuzione, e che ha senso come omaggio al fumetto. Lo trovate su Youtube. Niente di che.
Eaters, di Marco Ristori e Luca Boni, è uno zombie-movie che soffre del male di quasi tutti gli horror italiani (recitazione amatoriale esagerata) ma si lascia vedere. All’estero è stato distribuito da Uwe Boll, ed è già apparso in dvd.
End Roll, di Giacomo Gabrielli e Daniele Misischia, è un no-budget (1000€), ispirato a Paranormal Activity. Sembra recitato meno peggio di altri, ma la storia del found footage mi infastidisce. Credo si sia visto solo al Fantafestival di Roma.
Fantasmi – Italian Ghost Stories è un film ad episodi sui fantasmi… è prodotto da Gabriele Albanesi, quello de Il Bosco Fuori, e ci recita anche qualche attore quasi vero. Ma sembra più un esercizio da scuola di cinema che un film vero e proprio con ambizioni di uscita almeno in dvd.
Finchè Morte non vi separi è un altro film a episodi. La casa di produzione ha un sito su Digilander, sta cosa mi fa schiantare 😀 Mai visto nè sentito prima di fare sta ricerca
I Love You Like a Twist, di Lorenzo Lepori, sembra un oggetto filmico strano, un “azione/commedia/horror” che assomiglia molto ad un omaggio al cinema amato dal suo autore. Tutto girato con telecamera a mano ed interamente in bianco e nero, interessante… ma che più amatoriale non si può. Ovviamente di distribuzione neanche a parlarne.
Il Marito Perfetto, di Lucas Pavetto, è un mediometraggio di 40 minuti… quindi zero speranze di commerciabilità. Peccato, perché sembra niente male. Belli i movimenti di camera!
Inside, di Daniele Misischia, è un filmettino carino che ci mostra anche delle PVPPE! E’ su youtube, di altre distribuzioni manco a parlarne. Peccato, ho visto ben di peggio.

Morituris, di Raffaele Picchio, vorrei tanto vedermelo, perché dai trailer mi sembra una figata. Sempre che si ignori la recitazione 😛 Ma a quanto pare di momenti recitati ce ne sono ben pochi, visto che per gran parte il film è fatto da zombie gladiatori che inseguono delle signorine poco vestite. Molto duro, visivamente intrigantissimo. E’ passato un anno, ma pare che qualcosa di muova, se non sbaglio è stato selezionato dal Fantasy Film Fest di Monaco. In qualche modo uscirà.
Native, di John Real, a qualche pare ha avuto una limitata distribuzione nelle sale. Il regista è giovanissimo (22 anni), sul web se ne parla come di una cosina discreta a basso budget, con i soliti problemi di recitazione.
RVH – Rome Vampire Hunter, di Simone Mancini, è un altro mediometraggio no budget che sembra più una cosina amatoriale fatta tra amici per divertirsi che altro. 
Taglionetto, di Federico Rizzo, ha 400.000€ di budget e Nino Frassica nel cast! E’ più thriller che horror, ma vale la pena vederlo. Il regista è quello di Fuga dal Call Center, un film che qualche anno fa fece parlare molto e che va recuperato se non l’avete visto… 
The Ghostmaker, di Mauro Borrelli, è una coproduzione con l’America che ha più budget di tutti gli altri film messi insieme. Comunque non si è mai visto nelle sale, e credo neanche in dvd.
The Hounds, di Maurizio e Roberto De Piccolo, ha un look internazionale, è girato in inglese con attori – credo – inglesi… ma nonostante questo non si è visto lo stesso, e sul web se ne parla piuttosto male.
True Love, di Enrico Clerico Nasino, ha tra i produttori Rai Cinema quindi probabilmente prima o poi in qualche modo lo vedremo. Sono stati stretti accordi per la distribuzione in 11 paesi tra i quali, per ora, l’Italia non figura. Sembra interessante.
Perchè questa lunga lista? Per dimostrare che i film di genere sono ben pochi, e anche quei pochi sono in gran parte produzioni amatoriali senza nessuna forza produttiva alle spalle.
Ma dove sono finiti i produttori medio piccoli? Ormai in Italia se non ti chiami Federico Zampaglione non hai nessuna speranza di fare film di un certo tipo. Persino il Dracula 3d di Dario Argento molto probabilmente non andrà nelle sale! Eppure gli horror (ma anche la fantascienza e il fantasy ad esempio) hanno una base di fan fedele e disposta a perdonare quasi tutto. Uno come Ruggero Deodato è ospitato nei festival di tutto il mondo e accolto da folle osannanti, e non è certo il nome più prestigioso del cinema di genere italiano di qualche decennio fà. Nonostante questo, comunque, in Italia nessuno è disposto a investire su di lui. Figuriamoci sui giovani, che avrebbero anche qualcosa di più da dire. Eppure guardando la lista dei film drammatici, o delle commedie, si trovano film che nessuno ha visto, e che nessuno vedrà mai. E che all’estero nessuno avrà mai interesse a comprare, perché sono film che un pubblico non ce l’hanno. Ma allora perché vengono prodotti?
Forse perché guardando queste liste si trovano delle note interessanti, tipo…
Sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali 
Sostenuto dalla Regione Calabria
Sostenuto dalla Caserta Film Commission
Sostenuto dal Roma&Lazio Film Commission
Sostenuto dalla Film Investimenti Piemonte
etc etc….

Finché continueranno ad esserci finanziamenti pubblici distribuiti a cazzo di cane, finché lo stato regalerà 500.000€ a Pasquale Squitieri per il suo ultimo film che nessuno vedrà mai, il sospirato rilancio del cinema di genere in Italia non ci sarà mai. Al piccolo produttore converrà sempre finanziare la piccolissima pellicola che parla di temi sociali senza dire un cazzo di interessante per nessuno, perché così magari strapperà qualche soldo dallo stato e magari la Rai lo comprerà per mandarlo in onda in terza serata su Rai4.

Ora ci penso io a fare il film di genere 😉

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