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David Ambrose – L’uomo che credeva di essere se stesso

Dopo qualche delusione finalmente la classica collana Urania ospita un romanzo moderno, ben scritto, appassionante. David Ambrose è uno scrittore e sceneggiatore inglese e questo è stato, nel 1993, il suo esordio. Il romanzo era già stato pubblicato in Italia dalla Meridiano Zero in una edizione ormai a quanto ne so introvabile, un’opera di recupero che fa piacere e che spero dia i suoi frutti.
La storia
Rick Hamilton è un giovane editore di successo, la sua azienda va a gonfie vele, sua moglie è bellissima e follemente innamorata, suo figlio uno splendido bambino. Ma qualcosa, ovviamente, è destinato ad andare storto. Durante un incontro con la banca per ottenere un finanziamento Rick ha un presentimento, prende l’auto e guida come un pazzo fino al luogo di un incidente. L’auto di sua moglie si è appena scontrata con un camion, il figlio, legato sul sedile posteriore, è illeso, ma lei è morta… Oppure no, è lei che è uscita illesa dall’auto, mentre il figlio è sparito nel nulla. Ma perché lei continua a sostenere che, semplicemente, suo figlio non è mai esistito? Forse Rick è impazzito?
Il giudizio
Il romanzo parte come un noir, vira a trasformarsi in ottimo romanzo di fantascienza sugli universi paralleli e infine si rivela come buonissimo lavoro quasi mainstream, nel senso più nobile del termine, scritto in stile molto cinematografico. Breve e ricco di dialoghi interiori, scelta stilistica non facile soprattutto se consideriamo che ambrose mantiene sempre il ritmo sostenuto e le vicende del suo protagonista appassionanti. Mi ha ricordato (bestemmia!) il giovane Richard Matheson, e questo è un gran complimento. L’unica pecca, se vogliamo, è una soluzione finale un po’ semplicistica, ma forse inevitabile per mantenere il libro fruibile a tutti i livelli. Lettura molto consigliata, e vediamo un po’ se riesco a trovare qualche altro suo romanzo…

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