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Quasi Amici (Olivier Nakache e Eric Toledano, 2011)

Fino a non molto tempo fa’ il mio odio per i film francesi era paragonabile solo a quello per il loro puzzolente formaggio coi vermi e la loro schifosissima lingua. Robetta pallosa, diretta con spocchia infinita, musicona d’atmosfera e infinite immagini di Parigi come a dire “ce l’abbiamo solo noi”. Adoravo Asterix, a dire il vero,  e mi era piaciuto moltissimo La Haute, ma basta così.
Poi le cose sono cambiate. Ho scoperto i polar, gli horror di Xavier Gens e Pascal Laugier (e mille altri), Luc Besson ha dimostrato che si possono fare piccoli colossal anche in Europa… insomma, i mangiaranocchie ci dimostrano che si può fare cinema di genere e di qualità anche in Europa.
E poi ci sono piccoli gioielli come Quasi Amici.
Tratto dalla vera storia di un tetraplegico che ha assunto un immigrato dalla banlieu come proprio badante, Quasi Amici tratta un tema difficile senza scadere nel patetico né buttarla in farsa. I due registi sono stati bravissimi a girare un film che dispensa ottimismo e risate, che parla di integrazione e di rapporti umani con tono realistico, progressista nel senso migliore del termine. Una grande mano la danno i due protagonisti, Francois Cluzet e Omar Sy, praticamente perfetti. Sy tiene in mano il film semplicemente con la sua presenza, una recitazione fisica che fa da ideale contraltare a un Cluzet forzatamente statico, che parla con gli sguardi, i sorrisi, la sua interazione “dal basso” con l’ambiente che lo circonda. Bravissimi anche gli altri interpreti. Il film è stato campione d’incassi in tutta Europa, in Germania ha battuto al botteghino fenomeni come Skyfall o Breaking Dawn… e francamente se lo meritava proprio. Una volta tanto, qualità e successo vanno di pari passo.
Un film da guardare se volete qualcosa che vi sollevi il morale 🙂

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