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Quelli che comprano i dischi di Raphael Gualazzi

…che io me lo immagino, il FANDIRAPHAELGUALAZZI che si presente al negozio di dischi vestito come Oscar Giannino (oh, io me l’immagino così il FANDIRAPHAELGUALAZZI) e si rivolge allo spaurito commesso.
– Mi scusi signor commesso, non so se ha seguito l’ultimo SanRemo, rassegna nazional-popolare, si sa, ma qualche perla di classe la vi si trova. Prendiamo ad esempio Raphael Gualazzi, raffinato pianista e jazz-man prestato alla musica pop, che poi è la radice di popolare, popolare nel senso più nobile, si capisce. Ecco, all’ultima rassegna musicale svoltasi nella riviera dei fiori Raphael Gualazzi ha portato Sai (ci basta un sogno), deliziosa melodia impreziosita dalla Sua voce e primo singolo del suo album Happy Mistake. E’ giungiamo al motivo che mi ha portato da lei, vorrei acquistare l’album Happy Mistake, è ancora disponibile? O l’avete terminato?

Allorchè il commesso risponde.
– Mio caro utente, credo che lei si trovi in errore. Primo, il negozio di dischi ha chiuso, nessuno compra più dischi nei negozi, sa, qui ha aperto un MEDDONALD. Poi Raphael Gualazzi, suvvia, deve trattarsi di uno scherzo, nessuno compra i dischi di Raphael Gualazzi!
– Ma gentile commesso, non capisco la sua ironia! Sappia che Wikipedia definisce così le influenze musicali del suddetto artista: La sua musica nasce dalla fusione della tecnica ragtime dei primi anni del ‘900 con la liricità del Blues, del Soul e del Jazz nella sua forma più tradizionale. Le sonorità tipiche del pre-jazz e dello stride piano di Scott Joplin, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Art Tatum e Mary Lou Williams, e il blues di Ray Charles e Roosevelt Sykes vengono attualizzate da Raphael Gualazzi con uno stile personalissimo dove la tradizione convive con le influenze più innovative di artisti eclettici come Jamiroquai e Ben Harper.[senza fonte]
– Senza fonte, eh?
– Già.
– La faccia di Raphael Gualazzi mi inquieta.
– Beh, ma può fare anche altre espressioni.
– Tipo questa?
– Già.
– O questa?
– Comunque sempre meglio di Giovanni Allevi, tiè!





One thought on “Quelli che comprano i dischi di Raphael Gualazzi”

  1. a parte che non credo siano in molti a comprare ancora dischi in generale.
    comunque mi rifiuto di credere che esista qualcuno che ha davvero il coraggio di andare in un negozio di dischi a chiedere un albumone di raphael gualazzi!

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