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Non è il volume che è troppo alto, sei tu che sei troppo vecchio!

La frase è di Ozzy Osbourne (pare), ma io la vedo meglio attribuita a quel giovanotto terribile che risponde al nome di Lemmy Kilmister, nato proprio oggi 68 anni fa a Stoke-on-Trent, Inghilterra. Lemmy è passato come un treno attraverso quattro generazioni di musicisti ed ancora oggi fa la musica più truce, più cattiva, più rumorosa di tutti, malgrado gli acciacchi l’abbiano costretto a rallentare un minimo. Aftershock, pur non ai vertici della discografia dei Motorhead, resta comunque uno dei miei album preferiti dell’anno, in culo a tutti quelli che ascoltano I Cani!
…e consentitemi di rubare la gif al maestro Niccolò!
Motorhead – Heartbreaker
Che poi in realtà neanche volevo parlare dell’ultimo dei Motorhead, l’idea di scrivere sta cosa m’è venuta oggi in macchina, quando ascoltando una compilation fatta in casa di pezzi rock mi sono trovato a pensare a quelle canzoni che mi fanno alzare il volume dello stereo fino a livelli insostenibili persino per le mie orecchie. In particolare la molla mi è stata fatta scattare da un altro vecchietto del rock… Alice Cooper.
Vincent Damon Furnier ha ben 3 anni meno di Lemmy, e anche lui ne ha viste di cotte e di crude. Attivo fin dalla fine degli anni 60 è stato un precursore, ispiratore del kitsch, maestro del grand guignol, profeta del creepy. L’associazione più naturale è con i capolavori degli anni 70, School’s Out, Billion Dollar Babies, il raffinato concept-album Welcome to my Nightmare.
Ma nella mente di molti (troppi?) Alice Cooper è quello di una delle canzoni manifesto degli anni 80. Banale? Trash? Sta di fatto che mi è impossibile non mettere il volume al massimo e cantare a squarciagola quando sullo stereo passa…
Alice Cooper – Poison
P.S. … buon Natale!
Twisted Sister – Oh Come All Ye Faithful

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