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Pain & Gain: scemo e più scemo e ancora più scemo!

L’idea di Michael Bay di un “film a basso budget” è questa: una dark comedy da 25 milioni di dollari di budget con Mark Wahlberg, The Rock e Ed Harris sulla storia vera di tre cialtroni culturisti che tentano di fare i soldi con un assurdo piano criminale. Non ci sono robottoni trasformabili, né aerei supersonici né bandiere americane al vento (su quest’ultima mi riservo di controllare, ma non ne ho viste :P). Il cinema iperspettacolare di Bay si trasforma, mantenendo comunque la sua riconoscibilità nella fotografia, nelle luci, nella scelta delle inquadrature, in qualche modo anche nei suoi protagonisti.. non è un caso che sia la storia di tre steroidati.
La storia di Pain & Gain è tragicamente una storia vera. Il regista ce lo ricorda ogni tre per due perché… è davvero poco credibile. Ma è vera. Una di quelle storie che sono talmente cretine che devono essere vere per forza, se qualcuno l’avesse inventata avrebbe dovuto farlo meglio. Wahlberg è Daniel Lugo, un fitness trainer ossessionato dal sogno americano, che vuole diventare qualcuno nella vita. Lugo ha un piano: rapire un ricco cliente della palestra, torturarlo e farsi intestare tutti i suoi averi. Per riuscirci coinvolge il suo amico Adrian, totalmente succube della sua personalità ed ossessionato dal diventare grosso, e l’ex galeotto e neo collega Paul (The Rock). Il piano va ovviamente a rotoli nella peggior maniera possibile, niente è come programmato… ma allo stesso tempo riesce, ed i tre si trovano pieni di soldi.

Il film è divertente nella sua assurdità, come dicevo nel titolo è una sorta di scemo (Wahlberg, perfetto nella parte di un aspirante Patrick Bateman sottosviluppato) e più scemo (Anthony Mackie/Adrian) e ancora più scemo (The Rock, spassoso ed autoironico). I tre ne combinano di tutti i colori. Divertente ma anche inquietante, ed il paragone con Patrick Bateman non nasce a caso. L’idea che qualcuno possa aver portato avanti in maniera tutto sommato scoperta una filosofia così alienante e l’abbia fatta franca per tanto tempo fa paura. Si ride dei tre protagonisti ma non si parteggia mai per loro, anzi non esistono veri e propri personaggi in cui identificarsi molto, molto a lungo. Persino la vittima, Victor Kershaw (Tony Shalhoub) è un piccolo squalo odiato da tutti, ed infatti la sua sparizione passa inosservata, se non viene accolta con un minimo di sollievo. Solo quando entra in azione il detective in pensione interpretato da Ed Harris abbiamo finalmente il primo personaggio positivo dell’intera vicenda. Ed il film è già ben oltre metà!

Pain & Gain è in fondo un piccolo film che non ha la forza visionaria di un Burn After Reading… ma va visto lo stesso, per farsi quattro risate ed allo stesso tempo tremare. Forse qualche potenziale criminale è anche intorno a noi…

Voto: *** 1/2

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