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La Parte degli Angeli, ovvero Quel whisky lo voglio assaggiare anche io!!!

Il giovane ed irascibile Robbie, a Glasgow, evita il carcere per il rotto della cuffia solo perché la sua compagna sta aspettando un figlio, e viene affidato a Rhino, che lo assegna a dei lavori socialmente utili. Qui, in una periferia di Glasgow non certo da cartolina, conosce un altro gruppetto di disadattati come lui, e Rhino riesce a fatica a tenerlo lontano dai problemi… Il responsabile è anche un grande appassionato di whisky, e riesce a coinvolgere anche Robbie, che scopre di avere un gran palato da degustatore. La notizia del ritrovamento in una distilleria del whisky più buono di tutti i tempi gli fa venire in mente che forse potrebbe fare un ultimo colpo, per avere i soldi per cambiare vita e ricominciare daccapo con la famiglia…
Il cinema di Ken Loach è quasi sempre lo stesso: personaggi di bassa umanità che trovano la redenzione in maniera più o meno (come in questo caso) legale. Un cinema di speranza, solidarietà, pietas umanitaria che non abbandona le possibilità di riscatto, e che guarda senza timore di apparire nostalgico ad un socialismo dal volto buono. Questo ha portato talvolta, specialmente negli ultimi anni, a film stucchevoli o poco interessanti, ma qui Loach ritrova lo spunto non dico dei tempi migliori (Riff-Raff, Terra e Libertà, My Name is Joe…), ma comunque di un cinema militante nel senso migliore della parola. Un cinema che lancia un messaggio forte ma non trascura la forma, ed infatti La Parte degli Angeli è anche divertente, strappa più di un sorriso e non annoia mai. Magari ci fossero in Italia registi come lui…
Voto: *** 1/2

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