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Rush! …no, non la band canadese! …no, non l’ex calciatore gallese! …il film, cazzo!

Rush, di Ron Howard, è passato purtroppo quasi inosservato lo scorso anno, riscuotendo un discreto successo in Europa ma un’accoglienza piuttosto scarsa negli USA, nonostante il regista sia tra i più noti e tra gli attori ci siano personaggi del calibro di Chris “Thor” Hemsworth e Olivia “gran figa” Wilde. Sarà perché per il palato americano la formula uno è troppo sofisticata e si preferiscono cazzatone catastrofiche come la NASCAR? Forse. Fatto sta che pochi giorni fa sono riuscito a recuperare Rush, e… me lo sono proprio goduto!
Il film racconta la rivalità umana e sportiva tra James Hunt e Niki Lauda, dagli esordi in Formula Tre fino ai campionati del mondo vinti, concentrandosi in particolar modo sugli eventi del 1976, dal terribile incidente che quasi costò la vita all’austriaco al suo miracoloso ritorno alle corse. E’ la storia di due persone che non sarebbero potute essere più diverse. Hunt è un bello, un playboy, una rockstar. Vive ogni giorno come se dovesse essere l’ultimo, affronta ogni gara come una sfida al limite, cerca sempre di frenare un  secondo più tardi dei rivali, senza pensare alla propria sicurezza o ai rischi che corre. Lauda al contrario è freddo, calcolatore, pensa sempre alle corse, a come migliorare la propria macchina, trascorre tanto tempo ai box, con i meccanici, a studiare le piste. E’ cauto e non accetta di prendersi rischi eccessivi. E nei rapporti umani è un disastro, tanto le persone amano Hunt quanto Lauda è visto con distacco, quasi con sospetto. Un alieno. Eppure umano.
La rivalità nasce sulle piste regionali della Formula Tre e continua agli esordi in F1, prestigiosi fin da subito per Lauda, più avventurosi per Hunt. Ma il talento dei due è chiaro fin da subito, così come la loro rivalità, che vive di rispetto e di colpi quasi proibiti. Due persone così diverse sul tetto del mondo… Non dirò altro sulla trama, chi volesse saperne di più potrà leggere su wikipedia o dove vuole, in fondo è storia vera…

Il film è estremamente classico nel senso migliore del termine. Una storia potente, due splendidi attori, un cast di contorno validissimo (ottimo Favino che fa Clay Regazzoni) per una regia che si focalizza sul fattore umano lasciando perdere tecnicismi di cui non frega nulla a nessuno. Ne esce fuori una delle migliori pellicole del 2013, forse non così di moda da attrarre il grande pubblico, ma davvero splendida, che ci restituisce l’immagine di una Formula 1 che, ahimè, non esiste più, e che probabilmente non potrà mai tornare.

Salve, sono Ian Rush e non ho niente a che fare con questo film (anche se Favino mi ha copiato i baffi)

Voto: ****

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