7. Alanis Morissette – Jagged Little Pill
Bei tempi quando i dischi ci si sudavano, si ascoltavano a ripetizione finché non si imparavano tutti i testi a memoria e solo allora si passava al disco successivo. Quanto ho ascoltato Jagged Little Pill? Uno sproposito… a tutto volume, cantando le canzoni con voce stonata davanti allo stereo di sala con mia nonna che mi guardava male dalla porta della cucina. Rock ribelle con anima e coinvolgimento strepitosamente pop. Capolavoro!
Dei Negrita e del rock italiano in generale ho parlato solo qualche settimana fa, quindi non mi dilungo… ma i miei concittadini sapevano fare grande rock, ed all’epoca i loro concerti erano una cannonata. Ahimè, ora non è più così, ma ci restano i ricordi 😉
La mia adolescenza è stata anche un periodo di grande impegno politico, simbolo del quale sono stati probabilmente i Modena City Ramblers. Dopo gli esordi irlandesizzanti con La Grande Famiglia (1996, 17 anni….) il gruppo iniziò a incorporare anche altre influenze sempre folk, e le loro canzoni di partigiani, mondine, viaggi senza soldi in giro per l’Europa segnarono profondamente quel periodo di passaggio… Tralaltro proprio un concerto dei MCR fu l’occasione del primo vero appuntamento con la mia compagna… ma questa è una storia di qualche anno dopo 🙂
4. Elio e le Storie Tese – Italyan, Rum Casusu Çikti
Ricolleghiamoci al disco di Francesco Salvi, con il mio amico ascoltavamo al tempo anche il Pippero di Elio e le Storie Tese, senza sapere nulla del disco precedente del gruppo, che recuperai solo in seguito. Certo è che questo disco rimane davvero un caposaldo del rock demenziale italiano e non solo, zeppo di collaborazioni prestigiosissime, suonato alla grande come al solito e… uno spasso! Il Pippero attirò la mia attenzione di 13enne, ma i veri capolavori sono Supergiovane, il Vitello dai Piedi di Balsa, Pork e Cindy, La Vendetta del Fantasma Formaggino, Servi della Gleba……. tutte!
Questo fu un vero fulmine a ciel sereno. Non ricordo neanche per quale motivo andai nel negozio a cercare questo disco relativamente poco conosciuto anche all’epoca, probabilmente avevo visto su Sgrang! (un giorno dovrò fare un articolo su questa vecchia trasmissione di MTV…) il video di Starve, pezzo esageratamente carico e spettacoloso. Mi innamorai di Henry Rollins e consumai tutti i dischi su cui riuscii a mettere le mani (The End of Silence probabilmente il migliore!)… cazzo che tiro che aveva!
2. Tool – Undertow/AEnima
Questo lo ricordo, lo scoprii tramite Sgrang, ma non riuscii a trovare in negozio Undertow, che recuperai solo successivamente all’uscita di AEnima… per questo metto i due dischi insieme. Ricordo le mattine a scuola a parlare del video di Sober visto la sera prima, meravigliati che un gruppo riuscisse a suonare una roba del genere. I Tool furono il gruppo che davvero mi fece scoprire l’esistenza di una musica oscura, elaborata, potente, cazzuta e cazzona. GENI! Senza i Tool, ne sono certo, la mia formazione musicale sarebbe davvero diversa. …ma allora perché non al primo posto?
…perché credo che qualsiasi figlio degli anni 90 mentirebbe se dicesse di non essere stato colpito profondamente da Dookie, il disco che lanciò i Green Day nell’olimpo del rock. Ok, il loro era un pop-punk sicuramente non originale, ma non riesco a pensare ad un disco che all’epoca abbia ascoltato più di questo, ed ancora oggi ricordo perfettamente tutte le canzoni a memoria. Il libretto era letteralmente consumato… questo vorrà pur dire qualcosa!
[…] quasi tutti i ragazzi cresciuti negli anni 90, ho consumato Dookie dei Gree Day. E’ stato un disco mitico per la mia generazione, un pop-punk semplice ma dannatamente […]