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Falcon Rising: calci nel muso dagli anni 90!

Chi vi scrive non può certo dimenticarsi dei film con cui è cresciuto: i classici per ragazzi e non solo degli anni 80, i film di Bud Spencer e Terence Hill, gli horror che Italia 1 passava tutte le estati di venerdì notte… ma anche i filmacci di azione/arti marziali che sempre Italia 1 negli anni 90 trasmetteva almeno un paio di volte all’anno.
Quando andava bene si trattava di roba con Van Damme, quando andava male di solito c’era Cynthia Rothrock, o Michael Dudikoff, ma era comunque sempre uno spasso, c’erano i buoni-buoni indifesi, i cattivi-cattivi senza un minimo di moralità e il (o la) protagonista con i pugni nella mani, pronto a menare chiunque per rimettere le cose apposto. Film semplici, di solito recitati in maniera penosa e riabilitati, quando andava bene, da scene d’azione interminabili e divertenti. Che ne dite di un bel revival del genere?
Falcon Rising è una roba del genere, sottogenere ex militare incazzato. John “Falcon” Chapman è tornato dal Medio Oriente con la sindrome da stress post traumatico, beve come una spugna e prova anche a suicidarsi con la roulette russa, ma SPOILER non ci riesce. Picchia dei rapinatori, così, tanto per presentarsi, poi viene a sapere che la sorella, volontaria in una favela brasiliana, è stata picchiata e lasciata in fin di vita, così vola in Brasile (con l’aiuto dell’ex commilitone, ora CIA o qualcosa del genere, Neal McDonaugh, che per una volta fa il buono) e spacca il culo alla Yakuza.
Si, alla Yakuza.
Nelle speranze di regista e produttori il film sarà solo il primo di una serie, lo si capisce dal titolo e soprattutto dal finale, che più aperto non si può. E devo dire che mi piacerebbe vedere un seguito! Innanzitutto perché il protagonista, Michael Jai White, picchia forte, è grosso, non si fa problemi a sparare ed ha una attitudine spacco tutto/me ne frego della morte veramente efficace. La scena della rapina al supermercato è uno spettacolo, superata solo dal combattimento finale con i tre supercattivoni, tutti insieme! Poi va riconosciuto l’impegno: il cast non è così penoso, c’è pure Laila Alì che fa la sorella (ed in un seguito potrebbe dimostrare che sa menare pure lei), Masashi Odate perfetto capo della Yakuza e Lateef Crowder che dimostra un’ottima abilità nella capoeira. Il regista è noto soprattutto per il discreto Cube Zero ed in tempi più recenti ha diretto l’ormai declinante Van Damme, le scene di lotta sono ben dirette senza troppe esagerazioni moderne.. lo stile è saldamente ancorato agli anni 90. La storia è semplice, come è giusto che sia, ed il ritmo è sostenuto. Le scene dove non si menano sono recitate maluccio, ma come è giusto che sia nessuno le guarderà nemmeno. Si può anche fare avanti veloce, il film non perde molto.
Insomma, divertente. Peccato che siamo nel 2014 e non nel 1991, sennò un suo piccolo successo di nicchia avrebbe potuto averlo. Per appassionati e nostalgici.
Voto: **1/2

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