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Tu sei la miaaaaa…. Anarchiaaaa… – La Notte del Giudizio

Il primo La Notte del Giudizio mi era davvero piaciuto! Un sano b-movie come quelli di una volta, senza troppe complicazioni, con una bella atmosfera di assedio, uno spunto interessante e distopico, qualche idea visiva niente male (le maschere!) e un ritmo che sapeva prendere dall’inizio alla fine. Attendevo il seguito (dello stesso regista) con una certa curiosità, anche perché da quello che avevo letto “Anarchia” era sensibilmente diverso dal suo predecessore. Sapersi distaccare da un primo film di successo è di solito segno di intelligenza e libertà creativa, nonostante le intromissioni nella produzioni di nomi piuttosto grossi come Michael Bay. Come è andata? Ve lo dico dopo.
Siamo nel 2023, sei anni primi gli Stati Uniti, per fronteggiare una violenta esplosione di criminalità, hanno istituito lo Sfogo (The Purge), una notte intera in cui qualsiasi reato, anche l’omicidio, viene reso legale. Incredibilmente la cosa funziona, il tasso di criminalità scende, quello di disoccupazione crolla. Sarà mica perché tutti i poveracci e gli emarginati vengono fatti fuori?
Se la storia del primo film era quella di una famiglia normale, arricchitasi proprio grazie allo Sfogo, che veniva presa d’assedio, con il secondo (ambientato un anno dopo) ci spostiamo nel centro della città, dove la situazione è se possibile ancora più pericolosa. Le gang di strada imperversano, cecchini solitari e pazzi completi sparano dall’alto a chiunque si muova e misteriose ed attrezzatissimi furgoni colpiscono obiettivi studiati. Nel bel mezzo di questo inferno incontriamo tre storie che si uniscono: una coppia in crisi che si ritrova per strada a causa di un guasto alla macchina, un uomo solo ed armato fino ai denti che vuole sfruttare lo Sfogo per una misteriosa vendetta personale e una madre con figlia adolescente che proprio lui salva dal rapimento da parte di uno di quei furgoni. La notte sarà un lungo viaggio alla ricerca della salvezza…
Il viaggio nel mondo del b-movie del regista DeMonaco continua prendendo come modelli questa volta Fuga da New York, i Guerrieri della Strada, unendoli a una vena di denuncia quasi caricaturale della lotta di classe. Il film è girato molto bene, anche meglio del predecessore, e ancor più del primo si prende dannatamente sul serio, flirtando spesso col ridicolo ma non oltrepassando mai del tutto quella linea. Si vede che il regista ci crede, il suo è un franchising di successo (oltre 70 milioni di dollari incassati negli Usa!) ma senza divi, è l’idea ad essere forte. Gli attori sono soprattutto di provenienza televisiva (Frank Grillo, già in Prison Break, Zach Gilford da Friday Night Lights…) ma reggono benissimo la scena. Si arriva a fine nottata con il classico happy ending che un b-movie DEVE avere, ma anche con l’esigenza di (almeno) un ulteriore seguito, perché se la storia dei personaggi (quasi tutti…) trova una chiusura ideale, i piani dietro lo Sfogo hanno ancora molto, moltissimo da rivelarci…
Voto: ***1/4

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