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Pain of Salvation – Falling Home

Reensione delirio perché non ho voglia di essere coerente o peggio ancora di rileggere quello che scrivo, puah, roba da femminucce.
Cos’è la coerenza nella musica? Da ascoltatore di rock/metal/echipiunehapiunemetta ho sentito pronunciare almeno settecentoquattromila volta la critica “non sono più come prima” riguardo a un gruppo. I Metallica fanno uscire dischi senza assoli e con la batteria che sembra suonata sui fustini del Dash? Non sono più quelli di una volta! Gli Iron Maiden sfornano elaborate suite di 14 minuti? Volete mettere con l’immediatezza degli inizi? I Guns’n Roses puntano tutto sull’arrivo della democrazia in Cina? Figuriamoci… I Paradise Lost da band gothic doom si tramutano in cloni dei Depeche Mode per poi tornare sui loro passi? Ma non fatemi ridere! I fan sono così, si affezionano ai primi dischi che hanno fatto conoscere la band (anche perché nel 99% dei casi sono effettivamente i migliori, ok) eppoi quando questa cambia sono pronti a dire “hanno tradito” e “sono diventati commerciali”! Senza poi pensare che ad esempio Master of Puppets ha venduto almeno cinquantasette volte più di Reload.

Poi c’è anche il rovescio della medaglia. Gli Ac/Dc? Che palle, da quarant’anni la stessa musica. I Motorhead? Che palle, da quarant’anni la stessa musica. I Rolling Stones? Sessanta anni. I Kiss? Cinquanta. Come si fa ad accontentare tutti? Obiettivamente una risposta universale non esiste. I Motley Crue che nel 1994 o giù di lì tiravano fuori un disco grunge cercavano sicuramente di salire senza vergogna sul carro dei vincitori, ma se guardiamo bene probabilmente quel disco grunge era migliore di tante altre puttanate senza anima fatte dopo tornando ad un genere che magari non amavano più.
La verità è che qualche gruppo DEVE cambiare per rimanere coerente. Gli Anathema all’inizio erano dei trucidoni, ora sembrano i cloni dei Porcupine Tree ma il loro percorso è stato coerente e graduale, qualcuno che preferisce i primi dischi si trova sicuramente ma è raro che qualcuno dica che si sono venduti. Stessa cosa per i My Dying Bride, ad esempio. O anche per i Pain of Salvation.
Quando ero un metallaro capellone odiavo i Dream Theater e tutte le band cloni dei Dream Theater che si masturbavano sugli strumenti, come allo stesso modo odiavo Malmsteen ad esempio. I Pain of Salvation no, loro mi piacevano, perché accanto al pezzo metal quasi puro affiancavano il passaggio prog rock, quello jazzy, quello quasi-rap, quello alla Mario Merola (ok quello alla Mario Merola no). Insomma, li avvicinavo sicuramente più ai Faith no More (per dirne una) che ai Symphony X. Ricordo quando comprai Remedy Lane (allora i dischi si compravano, bei tempi), lo ascoltai per mesi di fila, che discone! Ancora qualche volta lo rimetto sul lettore ed il disco risulta sempre fresco, convincente, non è affatto invecchiato. In seguito mi è piaciuto (ma meno) Scarsick, eppoi sono usciti altri due dischi della cui conoscenza ho saputo giusto ora guardando la pagina wikipedia del gruppo, boh, ho perso un po’ i contatti con la scena ma quello che è certo è che nessuno è mai venuto a dirmi “i Pain of Salvation hanno tradito”, anche se ora magari non sono più ispirati come una volta e fanno…
…e fanno dischi come questo Falling Home, di cui avevo letto fosse una rilettura acustica dei loro vecchi successi ma che si è rivelato essere molto di più. Tanto per dirne una, c’è una cover di Holy Diver che parte da spunti swing e poi vola su territori reggae. Ronnie James Dio si rivolterà nella tomba? Non credo, ma soprattutto chissenefrega. L’importante è che la band sia convinta di quello che fa, e con “la band” intendo Daniel Gildenlow che a conti fatti è l’unico superstite della formazione originaria e che è sempre stato la band. In una intervista ha dichiarato che i brani gli piacciono di più in queste versioni rispetto a quelle originarie, e magari non ha ragione, ma è bello che lo pensi. E se ve lo state chiedendo… si, i pezzi sono belli. Più degli originali… non lo so, visto che per gran parte vengono dagli ultimi dischi che non ho sentito, ma Falling Home è un bel viaggio sorprendente ed affascinante nel mondo della musica di una band che crede in quello che fa.  Ed anche l’unico inedito non è male. Vi piacerà. Promesso!
Voto: *** 1/2

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