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Episodio Uno: No Offence

Nella storia della tv sono state mandate in onda esattamente 2375546 serie catalogabili come procedural crime. Ve lo giuro, le ho contate! Trovarne di nuove che vale la pena di vedere, quindi, è una piccola impresa. Ma ogni tanto qualcosa salta fuori, e sempre più spesso dal vecchio e caro Regno Unito. Ad esempio…
NO OFFENCE
La detective della polizia di Manchester Dinah Kowalski commette un errore nel suo giorno libero dal lavoro che le costa la promozione a sergente, ma è la prima a notare che nell’arco di pochi mesi una ragazza con sindrome di Down è stata ritrovata uccisa, un’altra è annegata in quello che è stato ritenuto un incidente e una terza è scomparsa. Ci potrebbe essere un serial killer in giro…
Serial killer piuttosto particolare, ma a leggere la descrizione della trama sembra difficile aspettarsi qualcosa di più di una serie “normale”, come dicevamo prima. E invece No Offence è stata scritta da Paul Abbott, creatore anche dell’originale inglese Shameless, che ha portato in un genere così inflazionato tutta la sua originalità e facilità di scrittura. Ci sono molte scene divertenti, parti bizzarre ed altre ai confini del cattivo gusto nel primo episodio, sebbene la barra sia sempre dritta e gli elementi comedy mai soverchianti sui polizieschi. Soprattutto Abbott sa dipingere persone che evidenziano elementi forse anche caricaturali, ma comunque realistiche, e le sa far interagire con dialoghi frizzanti e svolte inaspettate. Il personaggio della capo dei detective Viv Deering, in particolar modo, è un vero spettacolo, tra canzoni cantate a squarciagola in bagno e deodoranti spruzzati nel posto sbagliato; potrebbe apparire una macchietta, ed invece è efficace, autoritaria, intelligente… ed interpretata splendidamente dalla brillantissima Joanna Scanlan. Mi aspetto grandi cose dal secondo episodio, dico davvero!
Voto: ****
Continuerò a seguirla: assolutamente si!

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