fbpx
logo

Goodnight Mommy

Quanti sono i film che vi hanno fatto stare male, al punto di voler quasi interrompere la visione? Non per lo schifo, ma per il senso di disagio, angoscia ed inquietudine che sono in grado di generare. Io fino ad oggi me ne ricordo uno solo, Ju-On, l’originale giapponese, che vidi parzialmente una notte su Sky almeno una decina di anni fa e mi convinse a continuare la visione solo il giorno dopo, col sole alto. Non era un grande film, neppure un film perfetto, ma non mi era mai capitato di guardare un film che mi colpisse così tanto allo stomaco.
Oggi la stessa cosa mi è successa con Goodnight Mommy. Quella voglia di voltare lo sguardo, di spegnere la tv, quella sensazione che le immagini che stai guardando rimarranno a lungo dentro di te, che non sarà facile liberarsene. Sono riuscito ad andare avanti fino alla fine del film, superando il momento topico ma… non è stato per niente facile.
Goodnight Mommy è un piccolo film austriaco, e il fatto che l’Austria abbia dato i natali anche a Michael Haneke, che con i suoi Funny Games non era andato affatto lontano da un risultato simile, non può essere un caso. Il film segue due gemelli, Lukas ed Elias (interpretati dai veri gemelli Lukas ed Elias Schwarz), che attendono il ritorno a casa della madre, annunciatrice televisiva in una tv austriaca, dopo un intervento di chirurgia plastica. Quando la madre torna, coperta di bende, il suo comportamente è freddo, distaccato, a volte tendente al violento, tanto che i bambini iniziano a pensare che non sia la vera madre, ma qualcuno che ne ha rubato l’identità…
Goodnight Mommy è ambientato in una grande, fredda casa nella campagna austriaca. Una casa perfetta, moderna, inquietante. I due registi esordienti, Veronika Franz e Severin Fiala, cominciano da qui a costruire la tensione, seminando indizi e false piste che porteranno allo sconvolgente finale. Il tema, è chiaro, è quello dell’identità, e non a caso il film è costellato di artistiche sagome sfocate, foto mancanti o tolte dall’album, silenzi difficili da comprendere. Ma le cose non sono così semplici come appaiono in un primo momento…
Il film conduce lo spettatore in un altalena attraverso il dubbio. Il comportamento della mamma (Susanne Wuest, bravissima) è davvero difficile da giustificare, e in un primo momento ci troviamo a condividere il punto di vista dei ragazzini e ci chiediamo perché le loro domande non riescono a trovare una risposta. Poi però anche i due gemelli cominciano ad apparire strani… nei loro giochi, nelle loro avventure per i campi che li portano a visitare misteriosi ossari, nel loro collezionare grosse blatte dentro un acquario. Solo strani o c’è qualcosa di più marcio dietro?
Visivamente Goodnight Mommy è una piccola perla. Niente di stupefacente, ma ogni immagine è vista così come dovrebbe essere vista, la telecamera indugia sul dettaglio, lascia tempo all’occhio di assimilarlo, lo fa crescere… Sono le piccole cose a fare la differenza. Sono i momenti onirici non si sa se reali o meno. Sono le immagini della madre vista all’inizio sempre di spalle ed in controluce. Sono gli spazi ampissimi ma dove manca terribilmente il calore umano. Il tutto sottolineato da una colonna sonora che sottolinea ogni passaggio, i più bassi come i più alti.
Nel suo racconto di sentimenti familiari il film non può non riportare alla mente il capolavoro dello scorso anno, The Babadook, ma se la pellicola australiana flirtava con il sovrannaturale per raccontare una storia di rapporti umani Goodnight Mommy… no, non ve lo dico, sarebbe veramente da stronzi fare anticipazioni su storie del genere.
I due registi sono riusciti a costruire una trama a prova di bomba, con una perfetta costruzione della tensione ed una rivelazione che arriva proprio nel momento più opportuno. Ho intuito il twist finale proprio nel momento più sconvolgente di tutto il film, quello che mi ha quasi portato a smettere di guardare… sono davvero contento di aver resistito fino in fondo. Non è una questione di immagini, si è visto molto di peggio nei vari Saw, Hostel, per non parlare di schifezza come A Serbian Movie. In Goodnight Mommy c’è sangue, ci sono un paio di momenti rivoltanti e un oggetto viene usato in un modo che vi rimarrà impresso per tutta la vita, ma a sconvolgere è la violenza psicologica… è la sensazione di disagio che permane quando la telecamera va a spiare una scena che no, non dovrebbe accadere. E quando l’azione si sposta finalmente fuori campo è troppo tardi…
Provate a guardare Goodnight Mommy. Forse vi pentirete di averlo fatto, ma questo è un film che ogni amante del cinema dovrebbe guardare assolutamente.
Voto: **** 1/2

10 thoughts on “Goodnight Mommy”

  1. Hai visto uno dei film che più voglio vedere, sto aspettando fremente.
    Purtroppo fino a che non lo vedrò non posso leggerti.
    Ma sei il primo che trovo a parlarne

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.