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Neil Peart: 5 dischi per conoscere un mito della batteria

La  notizia del ritiro di Neil Peart mi ha colto di sorpresa, un po’ si da spesso per scontato che certi miti, della musica, del cinema, dell’arte, debbano essere eterni, ed un po’ perché il batterista dei Rush, pur invecchiando e con qualche acciacco, non aveva perso un colpo negli ultimi anni, ed anzi aveva arricchito il suo stile di nuove influenze, rimanendo comunque sempre attuale ed inimitabile. Se non lo conosceste, quindi, voglio consigliarvi cinque dischi su cui ascoltarlo. Poi mi ringrazierete.

5- 2112 (1976)

Rush-2112

Il culmine del periodo “hard rock” dei Rush fu anche il loro primo bestseller, ispirato all’oggettivismo di Ayn Rand (si, Neil ha anche scritto i testi di quasi tutti i pezzi dei Rush). Qualche critica per le tematiche trattate, solo elogi per la musica: il disco ha guadagnato le prime posizioni in moltissime top ten di rock progressive.

4- Moving Pictures (1981)

Rush-Moving-Pictures

Il maggior successo commerciale dei Rush, ed il disco che contiene probabilmente i pezzi più famosi e radio-friendly della band. Non a discapito della qualità, però: il lato A del vinile è un capolavoro assoluto, con in sequenza Tom Sawyer, Red Barchetta, YYX e Limelight!

3- Exit… Stage Left (1981)

Rush-Exit-Stage-Left

Monumentale doppio live registrato in Inghilterra e Canada durante il tour di Moving Pictures. Nonostante si concentri ovviamente soprattutto sul “secondo momento” della band dimostra che i Rush sapevano ancora picchiare durissimo. Al nono posto nella classifica dei nove migliori album dal vivo di tutti i tempi secondo la rivista Classic Rock!

2- Grace Under Pressure (1984)

Rush-Grace-Under-Pressure

L’album più dark dei Rush, ispirato agli sviluppi della Guerra Fredda tra USA e URSS. I testi di Peart si fanno più profondi e contemporanei, e i Rush continuano a sperimentare con sintetizzatori e sonorità apparentemente molto distanti dalle loro, rimanendo comunque sempre inconfondibili.

1- Snakes & Arrows (2007)

Rush-Snakes-And.Arrows

Può sembrare un ritorno al passato, dopo dischi che non avevano paura di sperimentare con sonorità contemporanea come Vapor Trails (una caratteristica dei Rush durante tutto il corso della loro quarantennale carriera)… ma è lo stesso un disco di una modernità straordinaria per una band giunta alla diciannovesima uscita discografica. E’ considerato uno dei migliori lavori rock progressive del decennio… non a caso

Bonus: Rush in Rio (2003)

Il miglior modo per apprezzare un batterista ance visivamente spettacolare come Neil Peart è ovviamente guardandolo dal vivo. Rush in Rio è il dvd che mi ha fatto innamorare (musicalmente) di lui.

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