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Il Caso Spotlight – giornalismo da Oscar?

Il Caso Spotlight

Il caso Spotlight

Titolo originae: Spotlight,  di Thomas McCarthy. Con Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber

Il caso Spotlight

Quest’anno la corsa agli Oscar ci ha portato una serie di film davvero interessanti. Di Mad Max: Fury Road non parlo, è fuori scala in quanto miglior film degli ultimi venti anni, ma anche le altre pellicole, pure molto diverse tra loro, sono tutte meritevoli di essere viste e tutte, per un motivo o per l’altro, rappresenterebbero una scelta interessante come vincitori della statuetta.

La Grande Scommessa è un film che riesce ad unire divertimento e intenti divulgativi, trattando argomenti complicatissimi senza mai annoiare.
The Martian è il ritorno al cinema di qualità di un grande maestro, un film di fantascienza che unisce spettacolarità, paesaggi incredibili, una sceneggiatura intelligente e tanto cuore.
The Revenant è uno sfoggio di incredibile abilità registica, dall’inizio alla fine.
Room è per il momento il mio film del 2016, una pellicola “minore” ma emozionante come nessun’altra vista nel 2016.
Brooklyn… non l’ho ancora visto. Datemi tempo!
Il Ponte delle Spie è un filmone classico, senza tempo, secondo me sottovalutato al momento dell’uscita.

Se dovessi avvicinare Il Caso Spotlight a uno dei film di cui sopra direi Il Ponte delle Spie. Come il film di Spielberg anche questo di Tom McCarthy è pellicola che non cerca la spettacolarizzazione o la performance al di sopra delle righe. Come La Grande Scommessa è un film di grande impegno, che tratta una vicenda di grande importanza per la nostra storia recente e che dobbiamo assolutamente ricordare, ma più che a The Wolf of Wall Street si ispira a pellicole come Tutti gli Uomini del Presidente.

Il Caso Spotlight

…aaah, il giornalismo d’inchiesta. Ricordo di aver visto Tutti gli Uomini del Presidente in vhs, avrò avuto 16 o 17 anni, fu uno dei film che mi spinsero a cercare di diventare giornalista. Ero l’unico ragazzino che in edicola insieme a Dylan Dog e Dragon Ball comprava riviste vecchio stile come Diario. E infatti si vede come sono cresciuto, vabbé. Quel tipo di giornalismo che smuoveva le coscienze, non aveva paura di prendere i potenti come bersaglio, andava alla ricerca solo della verità era per me un modello anche etico. Dustin Hoffman e Robert Redford erano per me come dei supereroi. Volevo scrivere e diventare come loro.

Ok, la storia è andata diversamente. Invece che giornalista sono diventato giornalaio quando ho scoperto che il mondo della carta stampata non era più quello di una volta e che Woodward e Bernstein erano stati sostituiti da Scanzi, Farina e Belpietro. Oh beh, succede. Il mio furore etico si è spostato altrove e…

ll Caso Spotlight

Ehi, siamo a metà recensione e ancora non vi ho detto di cosa parla il film. E’ positivo quando un film ti smuove qualcosa dentro e finisci a parlare di te, no? No? Non ci avete capito nulla? Ricomnciamo.

Il Caso Spotlight parla di giornalisti. Questo scommetto l’avevate già capito. Siamo nel 2001, alla redazione del Boston Globe arriva un direttore nuovo, da fuori, che vuole riportare il giornale in prima linea alla ricerca di notizie scottanti. La notizia di un sacerdote che nel corso di tantissimi anni ha abusato di tantissimi giovani senza che venissero presi provvedimenti contro di lui è il punto di partenza che permette di scoprire al suo Spotlight Team uno scandalo di dimensioni inimmaginabili, e che ha portato ad una presa di coscienza collettiva nel mondo cattolico ed allo scoperchiamento di un calderone che continua a ribollire ancora oggi.

Preti pedofili. Chi l’avrebbe mai detto, eh?

Il Caso Spotlight è un film che volutamente non alza mai i toni perché al centro di tutto c’è la storia. Una storia pesante, terribile, di quelle che fanno incazzare, ma raccontata senza calcare la mano su scandali o lati morbosi. Tutte le parti in cause, vittime comprese, sono rappresentate nella maniera più umana possibile, e i veri colpevoli delle molestie non sono quasi mai mostrati. Questo non vuol dire comunque che gli attori passino in secondo piano, e ne sono prova anche le candidature all’Oscar di Mark Ruffalo (che se lo meriterebbe proprio, ma battere Tom Hardy sarà durissima) e Rachel McAdams (anche per lei grande prova). Ma non solo. Va assolutamente sottolineata la prova di Michael Keaton, che dopo Birdman sembra essere rinato, così come quella di Liev Schreiber. Un grande cast al servizio di un film perfetto nella sua semplicità, assolutamente necessario per quello che dice e come lo dice. Non ricercate la spettacolarità o le grandi sequenze: Il Caso Spotlight è un film d’interni. Giornalisti che discutono seduti intorno a un tavolo, fanno telefonate, incontrano fonti, camminano per strada. Parlano, scrivono, pensano.

Un film da Oscar. Anche se tra quelli in lizza ho preferito sia Mad Max: Fury Road che Room. E anche se vincerà The Revenant. Pazienza.

 Voto: **** 1/2

4 thoughts on “Il Caso Spotlight – giornalismo da Oscar?”

  1. Sai come la penso sul film, anche secondo me vincerà “The Revenant” ma più guardo i film in lizza (manca anche a me “Room”), più vedo titoli più meritevoli in varie categorie, tipo questo “Spotlight” appunto 😉 Cheers!

  2. Un film interessante , a mio avviso da vedere… e se ricordo “Tutti gli uomini del presidente” ricordo un film magnifico!
    Abbraccione!

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