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Ut: non è la solita serie Bonelli…

Ut Barbato Roi

Ut Barbato Roi

Ut è “la miniserie evento del 2016”. E’ “un capolavoro”. E’ “la cosa più strana che la Bonelli abbia mai fatto”. “100 pagine di delirio”. “Bello ma non ci ho capito nulla”. “Il miglior fumetto disegnato da Roi”. “Il peggior fumetto mai disegnato da Roi”…

Ut01Sono frasi che ho letto all’interno di varie recensioni di Ut, miniserie scritta da Paola Barbato e ideata, disegnata e copertinata (si dice? :P) da Corrado Roi, che aveva in testa questa storia ormai da molti, moltissimi anni… Il primo numero di Ut ha diviso la critica ed ha fatto parlare molto di sé, ed è una serie che qualche anno fa non ci saremmo mai aspettati dalla Bonelli, ma ormai abbiamo imparato che la casa editrice di via Buonarroti ha cominciato a stupirci. E questo è bello.

Ut è ambientato in un mondo postapocalittico dove l’umanità è scomparsa, gli animali quasi, il pianeta è abitato da nuove specie che sembrano umane ma non lo sono, vivono in parodie della nostra società e sono spinte al cannibalismo dalla fame, istinto dominante e in molti casi unico istinto rimasto. Ut è uno strano essere vestito di stracci, allo stesso tempo violento ed innocente, che cerca gli ultimi insetti rimasti per il suo padrone Decio, entomologo e custode di una mastaba che contiene il misterioso e gigantesco Iranon. Questi viene risvegliato ed attira le attenzioni della Congrega della Fame, Ut viene quindi incaricato di proteggerlo, ma lui vuole ritrovare i propri ricordi, e si mette così alla ricerca del Diario di Hog…

Ut02Sfogliando Ut si ha la sensazione di entrare in punta di piedi in un mondo personale, costruito mattone dopo mattone nella propria mente da Roi nel corso degli anni. La dimensione della storia è forse quella della fiaba, una fiaba nera e surreale che vive di ombre più che di luci. Un po’ cinema espressionista anni 20 (Caligari…) e un po’ Edgar Allan Poe, un po’ Neil Gaiman e persino un po’ manga, le pagine sono graficamente splendide (si vede che Roi ci ha davvero messo il cuore) e la Barbato ha saputo perfezionare sapientemente lo spunto di Roi costruendo un castello di sceneggiatura che svela poco a poco i segreti della sua costruzione… Il primo volume (di sei) di Ut è dannatamente affascinante ma ahimè anche sfuggente, come un fiore che deve ancora rivelarsi appieno e che alla fine potrebbe essere molto diverso da come ce lo si immagina. Bello? Brutto? La bilancia pende più verso un giudizio positivo, ma quello finale è ancora sospeso. In ogni caso, un progetto interessante.

Voto: ???

2 thoughts on “Ut: non è la solita serie Bonelli…”

  1. Chissà se il primo numero si trova ancora o__O Quasi quasi lo recupero, anche perché, da che Dylan Dog è Dylan Dog, i disegni di Roi sono gli unici capaci di mettermi un’ansia palpabile…

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