fbpx
logo

Lui è tornato… ma non lui LVI… lui.

Lui è tornato

Si può fare confusione. Perché quando si dice lui è tornato in Italia si può pensare a LVI, l’idolo di quelli di Casa Pound, si, loro, quel gruppo di simpatici e democraticissimi appassionati di fumetti. Ma il mondo del cinema è internazionale, e purtroppo l’Italia è sempre o quasi messa in secondo piano, vista come una realtà provinciale o poco importante. Quando all’estero si dice LVI non si pensa certo a paludi bonificate, treni che arrivavano in orario, greci con reni spezzate o pensioni per tutti.. al massimo si pensa a quell’unico piccolo, piccolissimo errore fatto da LVI nella sua gloriosa storia ventennale, ovvero allearsi con Lui, l’altro Lui, quello di questo film. Adolf Hitler.

Lui è tornato

Adolf Hitler è tornato, si è svegliato nella moderna Berlino ed ha scoperto che molto è cambiato: la guerra è finita, in Germania ci sono un sacco di turchi, i computer non sono più grandi come un appartamento ma soprattutto c’è ancora qualcuno disposto ad ascoltarlo, soprattutto se lui sfrutterà come sa il media ideale per l’imbarbarimento della masse: la televisione.

Lui è tornato (trasposizione cinematografica di un libro di grande successo di Timur Vermes) è una sorta di mockumentary sulla nuova ascesa di Hitler, dalle stalle alle stelle del successo. Hitler, con l’aiuto del cameramen che ha scoperto il suo ritorno, si imbarca in un viaggio per la Germania per cercare di capire come sono cambiati i tedeschi e come può tornare ad influire sulla sua nazione… tra conferme (il razzismo fa sempre presa) e qualche sorpresa (i neonazisti sono considerati dei cretini, e al limite Adolf pensa che potrebbe allearsi con i Verdi). Finché la televisione non si accorge finalmente di lui e gli offre uno spazio in prima serata.

Al di la di un doppiaggio non sempre all’altezza Lui è Tornato è un film molto intelligente e non facilmente inquadrabile. Innanzitutto si prende molto sul serio, non la butta quasi mai sulla risata facile e sfrutta molto il retrotesto inquietante del ritorno. Non è una semplice presa in giro di neonazisti e skinhead, la vera protagonista del film è probabilmente la televisione, apertamente definita come ciarpame… ma un ciarpame la cui potenzialità è facile da capire. La televisione che racconta il vuoto della società e crea così facendo altro vuoto, la televisione che fa germinare i peggiori istinti in nome dell’ascolto facile, che crea un intossicazione difficile da notare inizialmente, ma che quando è entrata in circolo è davvero ardua da debellare…

Il regista David Wnendt ha una certa passione per i titoli provocatori: nel 2013 ha diretto Wetlands (Feuchtgebiete), storia di una ragazza dall’igiene intima non esattamente perfetta che fece molto discutere. Non è un grande regista ma con un film di questo tipo non ce n’è bisogno. Oliver Masucci è bravo e davvero convincente come Hitler, il resto del cast… insomma, diciamo che si fa guardare. Lui è Tornato è un bel film, non fondamentale ma che vi consiglio. Anche se siete di Casa Pound.

Voto: ***

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.