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Botte da orbi#1: Undisputed

Undisputed

Voglio prendere per un attimo in prestito una dichiarazione del maestro George Miller, che prima dell’uscita del capolavoro Mad Max: Fury Road ha detto che il cinema più puro è quello di inseguimenti. Aggiungendo una postilla: inseguimenti, e botte da orbi. Inauguriamo sul Cumbrugliume una rubrica che apparirà aperiodicamente (quando mi gira) recensendo i migliori film di menare… e non si poteva cominciare che con la saga di Undisputed!

Undisputed

Undisputed, il primo, quindi. Walter Hill, uno che di azione se ne intende, da sempre avrebbe voluto girare un film sulla boxe perché… si sa, il pugilato è uno sport drammatico, perfetto per il cinema, che porta con se quasi sempre storie talmente incredibili da sembrare falsi, personaggi sopra le righe, pronostici sovvertiti in un modo che sembrava impossibile, qualche influenza della malavita, sangue e belle donne. Difficile sbagliare. Walterone qui ci ha messo il carico da undici trasportando la storia in una prigione. Quindi ancora più dramma, ancora più malavita, ancora più sangue. Meno belle donne, ma che ci possiamo fare?

L'”indiscusso” campione di boxe dei pesi massimi è George “The Iceman” Chambers, interpretato con la consueta convinzione da Ving Rhames. Chambers è uno che dalla vita e dalla carriera ha avuto tutto, non ha mai trovato nessuno in grado di fermarlo e pensa che tutto gli sia dovuto. Finché una accusa di stupro non lo fa finire nel carcere di Sweetwater. Lì un progetto sperimentale ha dato vita a veri e propri tornei di boxe, con delle proprie regole non esattamente ufficiali ma comunque precise. Il campione del carcere è anch’esso “indiscusso” e si chiama Monroe Hutchens (Wesley Snipes). Quando Chambers comincia a provocarlo dando vita ad una rissa, ormai è chiaro: l’incontro sarà inevitabile…

Undisputed

Con Undisputed Walter Hill fa quello che ha sempre fatto durante la sua carriera: abbraccia il cinema di genere e lo fa proprio, scegliendo attori solidi come macigni e facendoli schiantare uno contro l’altro. E come spesso succede per film di questo tipo, Undisputed non è andato benissimo al botteghino ma è poi diventato di culto nel mercato dell’home video (nel 2002 esisteva ancora!). E si capisce perché: è la classica storia dell’underdog contro il campione, con personaggi sporchi, recitazione muscolare, una storia semplice che fa presa. A mangiarsi il film, comunque, è Peter Falk (si, il Tenente Colombo!) nella parte di un vecchio boss mafioso che farfuglia cose incomprensibili ma riesce lo stesso a fare quello che vuole, ovvero mettere in piedi il match. Il film vive nell’attesa di quei quattro (spoiler!!!) round. E vive bene.

Undisputed Peter Falk

Nonostante gli anni che comincia a portarsi sulle spalle, Undisputed rimane un film molto piacevole da guardare e non appare affatto invecchiato. Un bel punto di partenza, dal quale cominciare per sbizzarrirsi tra qualche giorno con i sequel.

…e già parte il coro…

…BOY-KA! BOY-KA! BOY-KA! BOY-KA! BOY-KA! !

Voto: ***

3 thoughts on “Botte da orbi#1: Undisputed”

  1. Gran film, Ruggero Collina sa sempre il fatto suo, e mi fa piacere che non sono il solo ad aspettare il ritorno di Yuri Boyka 😉 Cheers!

  2. […] Undisputed non era stato per Walter Hill il successo sperato. I risultati al botteghino erano appena sufficienti, e così il regista abbandonò il progetto, dedicandosi per molto tempo solo alla televisione e tornando al cinema solo nel 2012, per il non trascendentale Bullet to the Head, che i più ricordano solo per l’immaginifico titolo italiano, Jimmy Bobo. Ma il film ebbe grande successo in homevideo e nei vari passaggi tv, dando vita a un piccolo culto. Così i produttori pensarono “che cazzo, facciamo il seguito, no? Magari spendendo meno per gli attori e provando a buttarla sulle arti marziali miste, visto che ora le MMA vanno più di moda della boxe!”. […]

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