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Emelie – Non dite a mamma che la babysitter è pazza

Emelie

…ma forse pazza è poco: Emelie è completamente psicopatica!

Emelie poster

Cosa possono fare dua genitori quando la babysitter che impiegano di solito ha un altro impegno, ma loro non possono proprio rinunciare alla serata da soli che hanno programmato da tanto tempo? Possono chiederle di indicar loro un’altra babysitter, ad esempio! La candidata scelta è Anna, con ottime referenze. Tutto tranquillo, quindi, vero?

Beh, non proprio. Il regista Michael Thelin sceglie di dircelo chiaramente fin da subito. Emelie comincia mostrandoci una ragazza che sta parlando al telefono dicendo di essere stata incastrata per un lavoro da babysitter. Vediamo un auto che si ferma per chiederle indicazioni, la ragazza smette di parlare al telefono, prova ad aiutare il guidatore e… BAM! Viene assalita da dietro e spinta nell’auto, che riparte velocemente. Così, quando i coniugi Thompson fanno conoscenza con la presunta Anna, noi spettatori sappiamo già che la ragazzetta sorridente che si presenta loro non è chi sembra. Quello che non sappiamo ancora è quale sarà il suo gioco…

Emelie

Emelie è un orgogliosissimo b-movie: pochi attori, pochissime location, nessuno sforzo particolare per fare la storia più grande di quello che è, budget ridotto, obiettivo puntato sulla tensione. Thelin ha molta esperienza in tv e video, quindi anche se all’esordio come regista di un vero e proprio film sa come costruire la tensione e conosce i meccanismi che muovono il pubblico. Si vede. Perché pur mostrandoci tutto abbastanza chiaramente la curiosità nell’andare avanti è stata sempre alta. “Cosa farà ora? Quali saranno le sue motivazioni?”. Emelie resta un thriller teso che rischia quasi di sfociare nell’horror, ma nella sua ora e quaranta circa di durata avrebbe potuto prendere anche direzioni diverse. Perché la ragazza fa tutto questo? Vendetta? A scopo di rapina? A un certo punto Thelin esplora senza troppa timidezza (ma senza ricorrere all’exploitation) anche la strada della perversione sessuale, e qui tutti i dodicenni del pianeta avranno fatto il tifo. Quali sono le intenzioni di Emelie? E’ “solo” la peggiore (o migliore) babysitter del mondo? Lascerà distruggere la casa ai bimbi e farà guardare solo video non esattamente ai minori per insegnar loro qualcosa, dal suo personale e malatissimo punto di vista? Ci sono pure anche un paio di battute genuinamente divertenti!

Emelie

Quindi si potrebbe pensare a un film confuso… e invece no. Il pregio principale di Emelie è che tiene la barra ben dritta. Scopriamo lentamente quali sono le sue intenzioni, in un crescendo di malignità che, lo capiamo, dovrà portare il figlio maggiore, l’undicenne Jacob, a crescere, prendersi in carico le responsabilità di suo fratello e sua sorella e confrontarsi finalmente con il male ormai venuto allo scoperto.

Emelie

Il problema principale di Emelie (anzi, probabilmente l’unico) è che quando la vera motivazione della protagonista (antagonista!) viene finalmente fuori è un po’… meh. Insomma, si poteva pensare a qualcosa di meglio. Lo spiegone è un po’ deboluccio, sia nei modi che nel tema, persino banale, tanto che avevo pensato quasi subito a una soluzione del genere e l’avevo scartata perchè troppo facile. Manca in pratica un climax adeguato che avrebbe potuto far fare il salto di qualità alla storia, renderla imperdibile e davvero, davvero inquietante. Invece resta un pochino meh. Anche se in fondo il finale è soddisfacente e sono davvero contento di aver guardato il film. Anche perché  la protagonista Sarah Bolger è bravina davvero, e si vede, così come il piccolo Joshua Rush. Il film è su Netflix, l’adattamento italiano è un po’ piattino e fa ancora di più “film tv”, ma tutto sommato è accettabilissimo. L’esordio di Thelin è promosso, anche se non a pienissimi voti. Per il prossimo film, però, pretendo qualcosa di più rischioso e personale. La stoffa c’è!

Voto: ***

One thought on “Emelie – Non dite a mamma che la babysitter è pazza”

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