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The Purge: Election Year – v’avemo purgato ancora!

Eh si, è il momento del nuovo The Purge!

The Purge

La saga di The Purge è per me un toccasana, mi riporta agli anni 80 e anche prima, quando in tutto il mondo si producevano b-movie a vagonate, delle robe che non si vergognavano affatto a buttarla un po’ in vacca, ad esagerare, a scegliere la strada dell’azione e della violenza un po’ così, a casaccio, perché l’importante è divertire il pubblico e non stracciargli le palle dopo tre scene.

Il primo La Notte del Giudizio era stato una bella sorpresa di cinema d’assedio. Il secondo Anarchia una bella conferma che in qualche modo ha ampliato il mondo di The Purge, ed ora… le elezioni sono vicine!

The Purge locandina

Il regista è sempre il solito, il solidissimo James DeMonaco. Ritroviamo la star del secondo capitolo, Leo Barnes (Frank Grillo, che dovete assolutamente guardare nello splendido Kingdom), oggi capo della sicurezza della senatrice Charlie Roan (Elizabeth Mitchell – quella di Lost e Once Upon a Time), sopravvissuta al massacro della sua famiglia 18 anni prima che corre per la Casa Bianca con la promessa che se sarà eletta abolirà la Notte del Giudizio. Il partito dei Nuovi Padri Fondatori, ovviamente, non può accettare le cose, e decide per la prima volta che nella Notte del Giudizio precedente alle elezioni nessuno sarà al sicuro, e non saranno punibili nemmeno i reati commessi contro polizia, cariche pubbliche, personale dello stato.

Film Title: The Purge: Election Year

Ovviamente è tutta una tattica per prendere la senatrice e farla fuori. Barnes prova a tenerla al sicuro, ma le forze contro di loro sono numericamente soverchianti. Per fortuna esistono altri gruppi che tentano di resistere a The Purge, anche se con strategia completamente diverse dalla lotta politica…

E insomma, un altra Notte del Giudizio. Ancora una volta siamo nelle strade, ancora una volta DeMonaco prende a piene mani spunto dai Guerrieri della Notte, da Fuga da New York, da tutti quei filmacci urbani che avrà visto chissà quante volte, fino ad impararli a memoria. The Purge si prende dannatamente sul serio, perché la credibilità in film di questo tipo è tutto, e ha il coraggio di andare fino in fondo. Qui aumenta la dose di grossolana satira sociale, buttata un po’ lì come viene. La lotta di classe è viva e ben presente, anche se più che altro sembra una guerra tra poveri, perché i veri ricchi rimangono comunque bene al sicuro… o almeno ci provano.

ThePurge02

A piacermi veramente tanto, della saga di The Purge, è quell’estetica pacchianissima fatta di maschere bizzarre e inquietanti, di superviolenza e di feste sfrenate, come se Mad Max e Eyes Wide Shut convivessero in un film diretto da Walter Hill. O meglio ancora da James DeMonaco, ormai quell’estetica è il suo marchio di fabbrica.

Il film a dirla tutta non è niente di che, forse lo spunto iniziale soffre un po’ di stanchezza e ci sarebbe bisogno di un rinnovamento. Ma è sempre molto divertente, frenetico, spietato. Frank Grillo era sicuramente più convincente nel secondo film, mentre sono bravi sia la Mitchell che Mykelti Williamson nel ruolo di un proprietario di un minimarket la cui strada si incrocia con quelle degli altri due protagonisti. Il vero piacere si ha però nel vedere dei cattivi veramente cattivi, senza possibilità di redenzione, che hanno sempre stampato sul volto quel ghigno di pura malvagità. Ah che bello, ne voglio ancora.

ThePurge03

Come al solito l’happy ending c’è, ma questa volta pare che qualcosa cambi. Solito incassone in America, già oltre 60 milioni in poco più di 10 giorni a fronte di un budget di una decina per girarlo. Vedrete che altri due o tre seguiti ci toccheranno. Evviva!

Voto: ** 1/2

One thought on “The Purge: Election Year – v’avemo purgato ancora!”

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