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Patrick Rothfuss – Il Nome del Vento

Patrick Rothfuss The Name of The Wind

Patrick Rothfuss

No, non è una foto di Hagrid col suo pranzo, quella sopra è una foto di Patrick Rothfuss. Non sapete chi sia Patrick Rothfuss? Non vi preoccupate, fino a pochi mesi fa non lo sapevo neppure io, poi ho deciso di cercare su reddit la lista delle migliori letture fantasy di tutti i tempi, e subito dopo G.R.R. Martin (A Song of Ice and Fire) e J.R.R. Tolkien (The Lord of the Rings) ecco spuntare sulla terza posizione del podio questo barbone simpatico ed evidentemente fuori forma, che nonostante abbia solo un nome che non inizia neppure per R sembra comunque entrato nei cuori dei lettori. Prima di Brandon Sanderson, prima di Terry Pratchett, prima di Ursula K. Le Guin, prima di Robert Jordan, Neil Gaiman, David Gemmel…

Leggo su reddit che The Kingkiller Chronicle è una delle saghe più apprezzate degli ultimi anni, due romanzi già usciti e uno che dovrebbe arrivare, forse, chissà, speriamo presto visto che sono già passati cinque anni dal precedente (“oh no, un altro Martin no!!!”). Penso ingenuamente “sarà un autore nuovo che in Italia non è ancora arrivato”, e compro i suoi due romanzi in inglese, sulla fiducia.

Solo dopo ho scoperto che li ha già pubblicati la Fanucci, oh beh. Pazienza.

Patrick Rothfuss The Name of The Wind

The Name of the Wind (Il Nome del Vento in italiano, El Nombre del Viento in spagnolo… così, metto questo perché sono un originalone) è il primo romanzo della trilogia. Parla di Kvothe, un uomo conosciuto per il suo passato di grande avventuriero, musicista sublime, arcanista esperto. Kvothe ora è scomparso dalla vita pubblica, e si è rifugiato in un paesino piccolissimo dove gestisce la locanda sotto il falso nome di Kote. Si, diciamo che è più bravo a comporre musica o a fare incantesimi che a scegliere nomi falsi. Nel paese l’unico a conoscere la sua vera identità è Bast, suo aiutante che sotto il suo aspetto di giovane uomo nasconde molti segreti… Un giorno Kvothe salva un uomo dall’assalto di uno Scrael, una creatura simile a un grosso ragno. L’uomo si rivela essere Chronicler, uno dei più famosi scribi e raccoglitori di storie, giunto lì proprio per cercare Kvothe. Il mago/locandiere accetta di raccontagli la sua storia…

I giapponesi vogliono sempre fare i fighi

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Kvothe era uno degli Edema Ruh, sorta di zingari cantastorie nomadi, ha imparato l’arte della musica e del teatro dai suoi genitori prima di incontrare Abenthy, una sorta di mago viaggiatore che gli ha insegnato i rudimenti della Simpatia ed ha notato il suo enorme talento anche in giovanissima età. Mentre era da solo nei boschi un gruppo di esseri malvagi, i leggendari e potentissimi Chandrian, che tutti temono ma di cui nessuno osa parlare, attaccano ed uccidono tutta la sua famiglia e la carovana degli Edema Ruh. Kvothe, solo, passa anni praticamente da solo, prima nei boschi e poi come accattone in una grande città, prima che un colpo di fortuna gli consenta di mettere da parte la somma necessaria a raggiungere l’Università, dove Abenthy gli aveva detto che avrebbe imparato tutto riguardo alla magia…

Art by Haliax - http://haliax.deviantart.com/

Art by Haliax – http://haliax.deviantart.com/

Il romanzo si svolge su due piani temporali: il primo è quello del presente, con Kvothe, Bast e Chronicler che interagiscono e con un senso di minaccia sempre più imminente a corrompere la loro realtà piuttosto tranquilla, il secondo è il racconto autobiografico di Kvothe, che racconta nei dettagli la sua vita.

Non succede moltissimo, ne Il Nome del Vento, ma tra le pagine scritte da Patrick Rothfuss si respira l’aria del fantasy più evocativo. Quella di Kvothe è una storia di formazione piuttosto classica, col protagonista costretto a farsi largo nel mondo partendo da una posizione meno che infima, orfano, sporco, al di sotto di ogni minima soglia di sussistenza. Sappiamo già che diverrà una delle persone più importanti del mondo, è evidente fin da subito che qualcosa lo distingue dagli altri, ma nonostante sappiamo già più o meno quale sarà il punto di arrivo è il viaggio a contare, la sua formazione, i passaggi che lo porteranno a saper pronunciare finalmente Il Nome del Vento.

The Name of the Wind è uno splendido romanzo fantasy, che senza essere crudo e realistico come quelli di Martin è in grado di soddisfare ogni tipo di lettore. Orson Scott Cards l’ha paragonato a quelli di Harry Potter, ma anche se Kvothe parte giovanissimo la narrazione è da subito più adulta, Kvothe è costretto a crescere e a negare la propria giovane età, e anche se il romanzo è fruibilissimo anche dai lettori adolescenti credo che la generazione dei trentenni (più o meno) lo possa apprezzare anche meglio. Un piccolo classico votato in molte classifiche come il migliore del 2007. E Patrick Rothfuss potrebbe essere il nuovo George Martin anche in altri sensi, visto che la sua storia è stata comprata dalla Liongate e verrà trasposta in film, serie tv e videogiochi. Non mi esprimo sulla traduzione in italiano visto che l’ho letto in inglese, quello di Rothfuss è più semplice di quello di Martin, è lineare e scorrevolissimo senza perdere potere evocativo. Straconsigliato, a patto che si decida a fare uscire il terzo volume 😉

Voto: **** 1/2

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