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Un Posto Sicuro – Amori eterni(t)

Un Posto Sicuro Colangeli D'Amore

Si sente come quella di Un Posto Sicuro sia una storia importante, per il regista esordiente Francesco Ghiaccio e per il suo amico, co-autore e protagonista del film Marco D’Amore (Gomorra). Come faccio sempre prima di una recensione ho controllato IMDB, e ho visto che regista e attore protagonista sono amici da molti anni, hanno collaborato già a diversi cortometraggi e non mi stupirei se questa storia fosse almeno in parte autobiografica… ma andiamo con ordine.

Un Posto Sicuro Locandina

Luca (Marco D’Amore) vorrebbe fare l’attore, ma campa facendo l’intrattenitore alle feste e la sua vita sembra avere più bassi che alti. Non vede suo padre (Giorgio Colangeli) da anni, ma quando scopre che sta per morire di tumore, a causa della polvere d’amianto respirata nella fabbrica Eternit dove ha lavorato per tutta la vita, la sua vita cambia. Cambierà il suo modo di guardare al padre, al territorio dove è cresciuto, all’amore. Crescerà la consapevolezza di avere una storia da raccontare e da far conoscere.

Un Posto Sicuro Colangeli D'Amore

Protagonista di Un Posto Sicuro è Marco d’Amore, ma potremmo anche dire che è l’amianto a dominare la scena, la sua polvere bianca e sottile, apparentemente innocua, una sabbia su cui far giocare i bambini, o al massimo fastidiosa quando la devi levare da dentro i vestiti. Protagonista è anche Casale Monferrato, una cittadina ferita, innamorata e delusa, dove la Eternit aveva una fabbrica e dove gli scarti di lavorazione venivano smaltiti, a cielo aperto, e finivano anche nel Po. Una storia che potrebbe ricordarne molte altre, l’Ilva a Taranto, l’Enichem di Verbania, la Marlane di Cosenza… Una fabbrica che per Casale era fonte di orgoglio, di sogni e promesse ahimè infrante, e che è divenuta fonte di morte, di lutti per i quali nessuno pagherà mai.

Quella di Un Posto Sicuro è una storia molto pesante, narrata con alcune ingenuità ma anche con l’entusiasmo ed il trasporto emotivo che mi aspetto da un’opera prima. La polvere è un killer invisibile e silenzioso, l’unico rumore è quello dei colpi di tosse di chi ormai sa che è troppo tardi. E’ un film di tanti silenzi, che parla molto anche con gli sguardi. Didascalico a tratti, ma credo sia anche una scelta consapevole che lancia un messaggio forte soprattutto a chi ha vissuto situazioni come quella narrata, che cerca di dire “non siete soli”, nonostante tutto.

Un Posto Sicuro D'Amore Gioli

Il regista Francesco Ghiaccio è aiutato da tre attori splendidi. Giorgio Colangeli è struggente e credibile nella parte del padre, il protagonista Marco D’Amore è potente e intenso, Matilde Gioli è brava almeno quanto bella. Il film non è perfetto, ha una prima parte che fa fatica a carburare e alcuni passaggi narrativi risolti in maniera semplicistica, ma è vitale e cerca di dire qualcosa di importante con un linguaggio nuovo. La metafora del teatro, delle palline da ping pong, è efficace. Un Posto Sicuro porta alla nostra attenzione una realtà che ancora oggi passa troppo sotto silenzio. Ho la sensazione che del regista sentiremo parlare ancora, speriamo non si faccia troppo immischiare nella palude del cinema italiano sociale di stampo più classico, perché ha le potenzialità di crearsi un suo percorso più personale. Bravi!

Voto: ***

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