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Baskin – mamma li turchi!

Baskin

Quando un film piace a tutti ma non a me, comincio a chiedermi cosa ho sbagliato durante la visione. Forse ero distratto, pensavo al referendum costituzionale in arrivo o alla performance sottotono della Pellegrini alle Olimpiadi. Forse l’ascolto casuale del tormentone estivo di Alvaro Soler mi aveva destabilizzato, o era stato il troppo peperoncino. O è possibile che abbia ragione io e Baskin è BRUTTO? Sigla!

Baskin

Baskin poster

Cinque poliziotti turchi parlano tra di loro in uno squallido ristorante, di scopate e di incontri con prostitute finiti in maniera diversa da come si aspettassero. Mostrano subito le loro personalità, c’è il novellino ancora un po’ in soggezione che non sa come comportarsi coi colleghi, quello che ricopre un ruolo quasi di figura paterna, quello scazzone, quello che diventa violento… Ricevono una chiamata che li avverte che sta succedendo qualcosa di strano in un paese vicino, già noto per ospitare eventi poco chiari, e vanno a controllare. Lungo il cammino uno di loro ha una visione e fa finire il furgone in un laghetto, ma gli agenti non si arrendoo e dopo aver incontrato della gente bizzarra che vive per strada arrivano a Ingecac. Una vecchia stazione della polizia dell’Impero Ottomano sembra divenuta la sede di un gruppo di cultisti che eseguono riti terribili e torture, ma a pensarci bene forse c’è sotto qualcosa di peggio…

Hell ain’t a good place to be

Baskin

Voglio fare il macellaioooo!

L’inferno a volte è ancora più brutto di come lo si dipinge. In quello di Baskin convivono surrealismo e gore spinto, torture, malformazioni, secchiate di sangue, una colonna sonora opprimente e tante urla. E’ l’inferno, bellezza. Cosa ti aspettavi? In Baskin questa visione peggio che boschiana (da Hieronymus Bosch, non da Maria Elena Boschi) viene preceduta da un lungo prologo in cui citazioni cinefile si aggiungono a dialoghi mitraglianti e a un senso di apocalisse opprimente.

Quindi bellissimo, no?

Come Fulci, meno di Fulci

Baskin

Il problema fondamentale è che a me il film è sembrato derivativo. Non che ci sia nulla di male a prendere spunto, citare, copiare quando ne vale la pena. E va bene, capisco anche che il cinema horror turco non abbia questo gran numero di maestri ai quali ispirarsi o neppure di possibilità di emergere. Ma ha senso citare (copiare, richiamare, omaggiare, comevipare) Lucio Fulci nel 2016?

Fulci è stato un grandissimo del cinema di genere italiano, anche quando nei suoi film non ci si capiva un cazzo e anzi SOPRATTUTTO in quei film e SOPRATTUTTO perché non ci si capiva un cazzo. Perché diciamolo, il suo intento era un po’ anche quello, buttarla in caciara per coprire delle magagne produttive, spingersi oltre più del consentito, fare film “artsy” (che parola di merda artsy) per essere artsy, e ora ho detto tre volte artsy (merda, quattro!) nella stessa frase e mi sento deluso da me stesso.

Lucio Fulci ad inizio anni 80 era innovativo, visionario, geniale e un po’ paraculo.

Can Evrenol nel 2016 è solo paraculo. Ecchecazzo.

Si possono fare i film surreali anche oggi, anzi in certi casi si DEVONO FARE, guardate i capolavori di Ben Wheatley, o i migliori momenti dei film di Rob Zombie, o anche The Witch, per molti versi. Da questi film emerge fortissima la personalità del regista. Da Baskin esce Fulci. Esce Dario Argento. Esce Tarantino, per la parte iniziale. Esce anche un po’ di Nicholas Winding Refn (gli piacerebbe). Escono un sacco di fonti di ispirazioni diverse ma io Can Evrenol, lì nel mezzo, non ce l’ho visto.

Esce anche qualcosa di positivo, tipo ovviamente una conoscenza del genere da manuale e la capacità di mettere insieme i pezzi. Vorrei aggiungere “per prendere per il culo i critici di mezzo mondo”, ma forse sarei presuntuoso? Ma anche una forza produttiva non all’altezza, roba che fa sembrare bello e ricco Tulpa di Zampaglione.

Baskin comincia provando a fare Tarantino, annoiandomi. Prosegue con dei momenti quasi alla The Wicker Man, annoiandomi. La butta nel fulciano spinto, e lì mi annoia meno perché quantomeno visivamente d’inventiva ce n’è tanta, e insomma anche solo vedere uno come Mehmet Cerrahoglu fa una certa impressione (non è make up gente!). Ma il risultato finale è un film a mio parere girato male, illuminato male, con idee fuori tempo massimo e recitato oscenamente dagli attori nelle parti secondarie.

Mehmet Cerrahoglu Baskin

L’unica cosa che Evrenol pare metterci di suo è un coraggioso tentativo di satira sociale che nella Turchia di oggi non è poco. Ma in quel casino, si nota davvero? E soprattutto, è davvero satira sociale o siamo noi che vogliamo vederci qualcosa che non c’è? Niente dai, non ve lo consiglio. Però oh, è piaciuto a tutti tranne che a me, quindi probabilmente ho torto io!

Voto: 😛

3 thoughts on “Baskin – mamma li turchi!”

  1. Film brutto. Nella rappresentazione dell’inferno si perdono tutti (vedi anche As above, so below). Questo mi è sembrato la versione turca e politicamente impegnata di Hellraiser.

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