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Gods of Egypt – Flop like an egyptian

Gods of Egypt poster

Ci sono film che partono con le migliori speranze. Film fatti per piacere a tutti e film per un pubblico di nicchia. Film che sperano di vivacchiare con il pubblico generalista e film che puntano tutti sui festival. Film fatti per essere acquistati da qualche televisione, film fatti con due lire che pregano di incontrare i gusti degli amanti del trash, film che ambiscono a diventare di culto.

Eppoi c’è Gods of Egypt, un film che appena lo vedi non puoi non esclamare “ma che è sta cafonata?”

Sigla, grazie. (vabbé, ovvia)

Prendetemi in giro, ma io trovo che Alex Proyas sia un tipo simpatico. Se non altro perché ha questa faccia qui. Dai, come si fa a dirne male? Poi soprattutto è un regista che negli anni si è costruito una carriera importante con film su cui nessuno avrebbe scommesso una lira. Vero è che con Il Corvo gli è andata particolarmente bene, ha azzeccato la giusta atmosfera, il giusto momento, ma senza la tragedia di Brandon Lee probabilmente non sarebbe stata la stessa cosa. Poi c’è stato Dark City, film contrastato, che non è piaciuto a tutti ma che io ho molto amato. L’estetica di Proyas ha raggiunto con quel film i massimi livelli, tornano i temi dell’oscurità, dell’importanza del passato, un romanticismo che permea ogni minuto delle sue opere… Garage Days è stato un film completamente sbagliato, che ha qualche scena valida ma che appare assolutamente fuori sintonia con il regista. E infatti è stato un flop. Molto meglio I, Robot, film anzi sottovalutato, capace di unire riflessione e scene spettacolari, anche se con un finale non all’altezza. Poi vabbé, Segnali dal Futuro poteva far cominciare a capire che Alex Proyas stava perdendo il senno. Implausibile, sopra le righe, assurdo. Però oh, in qualche modo ti prendeva. E ha avuto anche un discreto successo al botteghino (merito di Nicholas Cage, ovviamente).

Poi Alex Proyas durante una lunga pausa di riflessione ha visto Immortals, e ha pensato “bello, lo voglio fare anche io. Ma con gli dei egizi.” E così è nata sta roba.

Gods of Egypt poster

Insomma, sto film è un casino. Siamo in un Egitto alternativo, dove gli dei (che sono più grandi delle persone normali, hanno il sangue dorato e possono trasformarsi in esseri semibestiali) governano sopra gli umani. Osiride sta per lasciare il trono al figlio Horus, che però sembra più interessato a bere e alle donne piuttosto che a regnare. Comunque, durante la cerimonia di incoronazione arriva lo zio Set a rovinare la festa, uccidendo Osiride e strappando a Horus gli occhi.

Un anno dopo, praticamente tutto l’Egitto è in condizione di schiavitù, Set governa quasi senza rivali e Bek, un talentuoso ladro che non ha troppa fede negli dei, accetta di provare a rubare gli occhi di Horus per restituirglieli, dietro richiesta della bella fidanzata Zaya. Da lì succedono una serie di casini allucinanti che non ho la minima intenzione di provare a riassumere.

giphy

Non riesco veramente a capire come mi abbiano coinvolto in questa roba

Gods of Egypt è un film francamente incomprensibile. Non si capisce proprio cosa potesse avere in mente Alex Proyas. Un film di avventura? Un fantasy? Un film mitologico? Una commedia? C’è un po’ di tutto, e mischiato persino male. Ci sono battutacce che ci si aspetterebbe nelle commedie più scatologiche e momenti quasi drammatici, scene di battaglia esagerate e momenti che sembrano uscire da un videogioco alla Prince of Persia. Ma soprattutto Gods of Egypt è dominato dalla computer graphic più pacchiana che possiate immaginare, una roba brutta in maniera talmente evidente che no può essersi trattato di un errore, l’intenzione doveva essere proprio quella. Ma perché?

Chi vinceraaaà, l'armatura d'oro

Chi vinceraaaà, l’armatura d’oro

Non c’è da stupirsi che Gods of Egypt sia stato un flop in America, perché non si capisce neppure quale sia il suo target di riferimento. Poteva essere un film per famiglie e bambini, ma in più di un momento traspare l’intenzione di virare la storia verso un pubblico più adulto. Poteva essere un film per nerd, ma è fatto troppo male per un nerd degno di questo nome.

E allora?

E allora Gods of Egypt fa semplicemente il giro, e diventa uno di quei film so bad it is good. O meglio, non proprio, perché non mi azzarderei a definire questo film un classico del trash. E’ semplicemente un film sbagliato, sghembo, fuori tempo massimo, pieno zeppo di assurdità che nella mente del regista probabilmente erano coerentissime, ma SOLO NELLA SUA. Il mistero è semmai come in alcuni paesi abbia potuto divenire campione di incassi. In Russia, in Brasile, nelle Filippine… mercati anche non piccoli che hanno consentito al film di raggiungere un faticosissimo pareggio.

Non trovi strano anche tu che noi egiziani siamo tutti bianchi?

Non trovi strano anche tu che noi egiziani siamo tutti bianchi?

Si, Gods of Egypt non è stato un vero flop, non se consideriamo il mondo nella sua globalità. Non è stato neanche il successo che la produzione si aspettava, e infatti i seguiti ipotizzati sono stati preso accantonati, ma anche stavolta Proyas è riuscito nell’impresa di non far perdere soldi.

Miracolo.

In alcuni momenti, e preso con la dovuta cautela, Gods of Egypt è persino un film divertente. I primi dieci minuti sono un saliscendi continuo e frastornante, poi il ritmo cala e subentra un po’ di noia, ma la storia riserverà anche altre sorprese e altri momenti allucinanti, sia in senso buono che cattivo.

Nikolaj Coster-Waldau (Horus) si deve essere fatto delle grassissime risate. Passa tutto il film a piacioneggiare e a dire frasette ad effetto che per la maggior parte non funzionano, ma talvolta ne azzecca qualcuna. Gerard Butler (Set) è un mistero ancora più grande, e sembra fare un’imitazione svogliata del Leonida di 300 chiedendosi tutto il tempo cosa l’ha convinto a tornare a recitare davanti a uno schermo verde (risposta: il denaro). Il ladruncolo protagonista Bek è Brenton Thwaites, attore piuttosto lanciato e anche fisicamente credibile nelle scene di azione dove deve dimostrare agilità. E la sua fidanzata Zaya è Courtey Eaton, che è parecchio gnocca.

Courtney Eaton

Ma buonasera

Insomma, non sono gli attori il problema di questo film. Nemmeno il regista, a dire la verità… o almeno non completamente. Il problema di questo film è che era un progetto nato sbagliato in partenza, ed è assurdo che sia stato fatto. Ma ormai è stato fatto, e a qualcuno con abbastanza pelo sullo stomaco potrebbe pure piacere. Riservato solo ai più coraggiosi.

Voto: *

4 thoughts on “Gods of Egypt – Flop like an egyptian”

  1. Non l’ho visto (e dopo aver letto la tua rece sicuramente non perderò tempo a vederlo)
    GODS OF EGYPT chiavica dell’anno? Forse sì; anche Canenero la pensa così, contrapponendolo a INDEPENDENCE 2 (quello sì, purtroppo, l’ho visto)
    comunque c’è tempo fino al 31/12

  2. Alex Proyas è alla riterna ricerca di se stesso, questo film è brutto, brutto in un modo indifendibile, tanto brutto che non ho avuto nemmeno voglia di commentarlo, una roba che cerca di tirare dentro i fan di “300” e quelli di “Game of Thrones” perdendo tutti per strada. Non so come abbiano convinto Geoffrey Rush a partecipare.
    Sono contento che tu l’abbia commentato, certe cose vanno dette 😉 Cheers

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