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Botte da orbi #8: La Leggenda del Calcio d’Acciaio

La Leggenda del Calcio d'Acciaio

Vi dirò la verità, avevo intenzione di parlare di un film completamente diverso per l’ottavo appuntamento del ciclo Botte da Orbi, ma quando ti trovi di fronte un film come La Leggenda del Calcio d’Acciaio, completamente sconosciuto, la cui locandina mette insieme botte, lupi, fiche e una posa a metà tra Kenshiro e Bruce Lee strillando “IL MIGLIOR FILM ACTION DEGLI ULTIMI VENTI ANNI!” come si fa a non dargli fiducia?

La Leggenda del Calcio d'acciaio

Come avrete capito, in originale il film si chiama The Bodyguard, ma è anche noto come Super Bodyguard, perché il regista/attore/sceneggiatore/editor/probabilmente anche lavacessi Yue Song non è certo tipo da farsi avanti timidamente alzando il dito mignolo e dicendo “si, una volta ho visto un film di kung fu”. No, lui urla, sbraita e mette il suo protagonista (ok, se stesso) in piedi ad allenarsi in cima ai dirupi, a dare calci volanti all’aria con una musica epica ed incessante di sottofondo. EPICA! BOTTE! CALCI ROTANTI! ANCORA EPICA! RALLENTY! APPROFONDIMENTO PSICOLOGICO! Ok no l’ultima era sbagliata.

La Leggenda del Calcio d'Acciaio

Nella foto: approfondimento psicologico

Yue Song è un ragazzo simpatico. Il suo primo film, The King of the Street, sembrerebbe una versione cinese più tamarra di Bloodsport, e nelle recensioni che leggo in giro la parola più usata è “ridicolo”. Bene, La Leggenda del Calcio d’Acciaio è la dimostrazione che Song queste recensioni non le ha lette, o se le ha lette le ha ignorate o probabilmente prese come un complimento. Nel film è Wu Lin, un esperto di arti marziali che dopo la morte del vecchio maestro se ne va in città con i suoi enormi scarponi a cercare l’amico Jiang Li (Xing Yu), ex allievo dello stesso maestro e evidentemente [SPOILER!!!] cattivo del film fin dalla prima volta che viene inquadrato. Dopo tre minuti che è in città, mentre sta facendo delle spaccate da fare invidia a Van Damme (esagero!) e un bambino gli piscia addosso in una scena inquietante, finisce in una giga rissa e incontra sia il suo amico che l’uomo più ricco della città. Il mondo è piccolo, giusto? In ogni modo, il riccone gli propone di fare da guardia del corpo alla sua viziatissima e gnocca figlia, i cui hobby sono lo shopping, lo shopping e lo shopping.

Saprete dove andremo a parare, giusto?

Il film è un susseguirsi di cliche uno dietro l’altro. La ragazza viziata e la sua bodyguard campagnola legheranno come non credevano sarebbe stato possibile, lei verrà presa di mira da cattivi che arrivano a branchi interi, ci saranno botte, inseguimenti, tradimenti, rivelazioni e così via, fino allo scontro finale. Nulla da segnalare? No, qualcosa da segnalare c’è.

Intanto a leggere i miei commenti potreste pensare che La Leggenda del Calcio d’Acciaio sia un film tutto sommato ironico, alla Jackie Chan occidentalizzato. No. Yue Song si prende sul serio, e se inserisce dei momenti comici lo fa perché il cinema cinese tutto sommato è così, si mischia un po’ di tutto. Ma lui è un vero artista marziale e si vede che ci tiene tantissimo. E’ il nuovo Bruce Lee, dopotutto!

 

La Leggenda del Calcio d'Acciaio

Oh Toooooo! Beccatevi questa!

Ci sono dei momenti allucinanti, nel film. Tipo una scena di lap dance in rallenty assolutamente immotivata che sembra quasi come un intervallo all’interno del film. Tutto è tremendamente esagerato, i combattimenti, è ovvio, ma anche le espressioni dei personaggi, le situazioni, le ambientazioni… Yue Song ama il cinema di arti marziali di Hong Kong, lo venera e non perde occasione per citare le sue scene preferite. Forse il problema è che ha dei gusti piuttosto bizzarri, che ne so.

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Ma parliamo di botte, visto che la rubrica parla di questo! Sempre nella maniera più tamarra possibile, le scene di lotta funzionano. Yue Song è un vero artista marziale, così come Xing Yu, nel film fanno la loro comparsa vecchi eroi del cinema anni 90 come Michael Chan Wai-man e Collin Chou e gli stuntman sono come al solito eccellenti. Corpi volano ovunque, i calci vanno a segno e fanno male, c’è una esagerazione di rallenty e improvvise accelerazioni ma ehi, è un film tamarro, non so se si è capito.

La Leggenda del Calcio d’Acciaio è al confine tra la cazzata e il guilty pleasure, e durante tutta la visione ho oscillato tra le due idee. Anzi, vi dirò la verità: durante le scene di lotta ero decisamente per il guilty pleasure, quando la storia prendeva il sopravvento ero tutto per la cazzata. Alla fine, posso dirvi che mi sono anche divertito, è una di quelle pellicole che spruzzano energia ed entusiasmo da tutti i pori. Fanno ridere, che importa se la cosa è intenzionale o no?

Il film è uscito anche in italiano con un adattamento che insomma, mi rende un po’ perplesso. Per farvi un esempio mi è sembrato di capire che il maestro diceva sempre ai suoi allievi che il destino non esiste e che loro stessi dovevano crearselo, poi alla fine il messaggio diventa “questo è il tuo destino”. Un po’ contraddittorio, ma in fondo sono cinesi, ci sta. I loro canyon sono belli, fioriti e c’è un sacco di gente in cima che tira calci all’aria, quindi chi sono io per criticarli?

Voto: **

7 thoughts on “Botte da orbi #8: La Leggenda del Calcio d’Acciaio”

  1. Mai visto questo film, ma ti ringrazio per la recensione!😊 Mi piacciono i film di arti marziali, soprattutto quelli con Jackie Chan. Quelli con Bruce Lee mi mancano, non ne ho visto neanche uno. A presto!👋

  2. Incredibile che il tema Bodyguard tiri ancora, è un sottogenere che offre molti spunti sì, ma di solito sfruttati poco. Dopo il serissimo Jet Li giovane e la cazzona parodia thailandese, mi sa che questo film si pone a metà 😛
    Grazie della dritta 😉

    • E’ un film da Zinefilo! Si vede proprio che il regista ha guardato ed ha amato tutti i film di Jet Li e soci ed ha provato a rifarli a modo suo. Con tanta ignoranza ma anche una evidente passione!

  3. visto la prima meta’, fa schifo al cazzo. e non sono uno schizzinoso, penso che film come ad esempio shoot ‘em up, andrebbero studiati dai wannabe registi per capire come si gira e si monta una scena d’azione.
    ma questo film e’ una fumantissima pila di merda. scene di combattimento comprese.
    la storia? sembra un montaggio posticcio fatto da una vongola encefalitica di scene sparse di un tv drama, per cagar fuori una pellicola per i cinema occidentali.
    effetto alla power rangers della saban.
    l’edizione italiana di shaolin soccer , al confronto, e’ un capolavoro, e ho detto tutto.

    • Diciamo che ho cercato di essere buono perché dal film si nota con quanto entusiasmo è stato realizzato… insomma, il regista ci crede! Poi è chiaro, il lato cazzata prende quasi sempre il sopravvento…

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