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Nuvolette #03: 16/11/2016 – Dylan Dog 361 e 362

Dylan Dog 361 Mater Dolorosa

Si potrebbero spendere fiumi di parole sulla cosiddetta “fase 2” di Dylan Dog, e in effetti molti l’hanno fatto. Per amor di brevità dirò solo che a mio parere un rilancio del personaggio era necessario ed inevitabile, che francamente mi aspettavo si osasse anche di più e che la qualità media dei nuovi albi non è stata alta come speravo, ma alcuni picchi di qualità assoluta (soprattutto grazie a Roberto Recchioni e Paola Barbato) hanno contribuito ad alzare decisamente il mio interesse per la serie. Arrivato a trent’anni di pubblicazioni Dylan è ormai abbastanza maturo per cambiare, e gli albi degli ultimi due mesi rappresentano a mio parere un punto importante di arrivo e ripartenza… rileggiamoli insieme!

DYLAN DOG #361 – Mater Dolorosa

Sceneggiatura: Roberto Recchioni
Disegni: Gigi Cavenago

Dylan Dog 361 Mater Dolorosa

Mater Morbi è stato a mio parere l’albo di Dylan Dog più importante degli ultimi dieci anni. La sceneggiatura di Recchioni ha smentito una volta per tutte coloro che pensavano che il personaggio creato da Tiziano Sclavi non avesse più niente da dire, ormai perso nella sua stanca routine di volumi spesso anche piacevoli ma quasi sempre manieristici, all’impossibile inseguimento di un passato che sembrava sempre più lontano. Mater Morbi è stata una storia personale e rivoluzionaria, che ha permesso al suo autore di acquisire quella credibilità necessaria a prendere in mano la testata e a proporre davvero questa benedetta fase due. Mater Dolorosa è stato un albo persino più atteso, un seguito inevitabile dal quale ci si aspettavano sfracelli o disastri, senza vie di mezzo.

Mater Morbi è stata una sorpresa, anche per chi come me seguiva già l’autore. Il suo seguito, per forza di cose, non poteva avere lo stesso impatto. Mi sono emozionato leggendo il volume 280 di Dylan Dog, la stessa cosa non mi è successa con il suo seguito. Mater Dolorosa è un albo più pensato, meditato, sicuramente meno spontaneo se di spontaneità si può parlare in una testata come DD. In qualche modo è un omaggio alle storie classiche di Dylan, molto spesso scritte proprio da Sclavi, e il primo vero passaggio di consegne dal Dylan originale (sempre vivo e in forma) a quello moderno, costretto a cambiare e a rincorrere. È un intelligente ritorno al volume 100, La Storia di Dylan Dog, e alla mitologia del suo protagonista, ma in qualche modo riesce ad inserire nel canone anche tutte le novità del personaggio. Mater Morbi, quindi, ma anche John Ghost, che ancora rimane per me nel limbo, in bilico tra la delusione per un personaggio che prometteva sfracelli ma che è ancora troppo didascalico e non sembra aver dato quasi nulla e le immense potenzialità del nuovo villain della serie. È un volume disegnato meravigliosamente dal solito perfetto Gigi Cavenago, con dei momenti di lirismo sublime ed alcune tavole costruite come non si era mai visto fare in un fumetto Bonelli. Non è il Dylan Dog perfetto, ma sono assolutamente sicuro che Sclavi sia orgoglioso di questo albo di Recchioni.

Voto: **** 1/4

DYLAN DOG #362 – Dopo un lungo silenzio

Sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Giampiero Casertano

Dylan Dog 362 Dopo un lungo silenzio

Allo stesso modo, sono assolutamente sicuro che Recchoni sia orgoglioso di aver ospitato con la sua gestione del personaggio il ritorno a casa di Tiziano Sclavi. Dopo un lungo silenzio Sclavi è tornato a scrivere per il suo personaggio più famoso. Dopo un lung silenzio Dylan Dog è tornato a parlare a Tiziano Sclavi. Introdotto da una simbolicissima copertina bianca che per una volta espone (giustamente!) il nome dello sceneggiatore dell’albo, Dopo un lungo silenzio è Tiziano Sclavi al 100%. L’alcolismo, la memoria, l’amore spesso maledetto, la tentazione, l’orrore che nasce dal dramma, l’autocommiserazione, sono tutti temi cari a Tiziano che hanno fatto la fortuna della testata. Sono ancora attuali? Forse… Non riesco a dare una risposta convincente neanche per me stesso. Dopo Mater Dolorosa Dopo un lungo silenzio può apparire quasi un passo indietro, ma non riesco a togliermi dalla testa che senza questo albo il simbolico passaggio di consegne non si sarebbe potuto definire completo. È uno Sclavi in buono spolvero, non più quello scioccante di molte storie classiche ma ancora capace di emozionare come pochi altri scrittori di Dylan sono riusciti a fare. Casertano l’aiuta di certo, il suo Dylan è preciso, pulito, iconico. È come se questa storia si trovasse in un limbo, in una dimensione temporale al di fuori del corso attuale di Dylan Dog, e probabilmente è giusto che sia così. Sono davvero curioso di leggere la prossima serie speciale di Dylan scritta da Sclavi annunciata poche settimane fa. Ora però voglio la rivoluzione.

Voto: ***

6 thoughts on “Nuvolette #03: 16/11/2016 – Dylan Dog 361 e 362”

  1. Ahimè non leggo più Dylan Dog da anni, quindi sono sempre interessato a questo tipo di commento, muchas gracias! 😉 Certo la notizia del ritorno di Tiziano Sclavi mi ha esaltato, se mi capita per la mani il suo “White album” me lo leggerei volentieri 😉 Cheers

  2. Mater Dolorosa mi sta sul cazzo come tutte le storie sul passato di Dyd XD
    Invece, l’albo di Sclavi (che pure fu artefice de La storia di Dylan Dog, per me rovinando il personaggio) è un capolavoro e anche io come te non vedo l’ora di leggere la serie regolare 🙂

    Moz-

    • Guarda su La storia di Dylan Dog posso tranquillamente concordare, preso a sé è un buonissimo albo ma messo all’interno della mitologia di Dylan ha creato più casini che altro. Capisco perché Mater Dolorosa ti stia sul cazzo, visto che ne è il seguito ideale 🙂

  3. Quando leggevo ed amavo DyD, cioè vent’anni fa, appena si affacciava il suo “passato” mi cascavano le braccia (e diciamo “braccia”) per terra. La Bonelli non eccelleva nei “passati” e infatti trovavo deludenti gli inesorabili albi su “il passato di…” delle varie testate che seguivo all’epoca. Quand’è che si occuperà con più impegno del “futuro”?? 😛

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