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Saturday is Sharkday #11: Sharkansas Women’s Prison Massacre

Sharkansas Women's Prison Massacre

Ok, con Sharkansas Women’s Prison Massacre si tocca davvero l’apice dei titoli dei titoli assurdi per i film di squali. Cosa si può immaginare di più terribile e sublime? Un film in cui la salvezza delle speci dopo il diluvio universale è messa in discussione dalla presenza di voraci predatori, Noah’s Shark? Uno in cui si scopre che un grande campione di basket è in realtà per metà un pesce, Sharkuille O’Neal? Devo stare attento con queste proposte perché potrebbero rubarmi i titoli senza riconoscermene i diritti.

Jim Wynorski

Il cinema secondo Jim

Dicevamo, Sharkansas Women’s Prison Massacre. Voler male a uno come Jim Wynorski è praticamente impossibile. Sulle scene dalla metà degli anni ottanta, allievo di sua maestà Roger Corman, ha tralaltro recentemente superato i cento film diretti per una media di tre-quattro l’anno. Se amate i tanti mockbuster della Asylum, sappiate che Wynorski è arrivato molto prima, e tra i suoi titoli ce ne sono alcuni assolutamente geniali a tema tette, come The Da Vinci Coed, The Bare Wench Project, The Witches of Breastwick o The Devil Wears Nada. Ultimamente oltre alla tette (che vanno sempre forte) si è dato anche ai film con mostracci, roba tipo Piranhaconda o Cobra Gator, volevate che non si buttasse anche sugli squali? Nella sua filmografia su IMDB ho trovato anche l’apparentemente impossibile da reperire Shark Babes, che però dal trailer sembra più che altro un porno (e non è escluso che lo sia) e comunque è dello stesso anno di questo, il 2015. Quindi…

SHARKANSAS WOMEN’S PRISON MASSACRE

Sharkansas poster

Quando un film comincia con Traci Lords mi vengono in mente tante cose belle, e io divento subito di buon umore. Anche se ormai quasi cinquantenne, la prosperosa ex pornostar è ancora una donna affascinante e quantomeno la sua professionalità (in fondo ha partecipato anche a qualche film serio!) le consente di spiccare sul resto del cast. Il problema è che arrivato a fine film non ho capito cosa c’entrasse con tutto il resto. Traci interpreta la detective Patterson, che cerca nella paludi un criminale in fuga e lo ritrova mangiucchiato dagli squali preistorici. Come sono arrivati questi squali preistorici in una palude dell’Arkansas? Wynorski ha per voi una risposta convincente (più o meno): il fracking! Alcune aziende alla ricerca di nuovi pozzi di petrolio hanno fatto esplodere molte potenti cariche, e da un mare sotterraneo alcuni squali erano riusciti a risalire, ambientandosi bene nei cinque centimetri d’acqua della palude. Ma se vi sembra assurdo che uno squalo possa trovarsi a suo agio in così poca acqua non temiate, Wynorski è un creativo ed ha per voi in ballo sorprese ben più grandi.

Sharkansas Women's Prison Massacre

DAN DAN DAN DAN DAN DAN DAN DAN DAN

La trama centrale del film segue comunque un gruppo di detenute mandate dalla prigione femminile a scavare buche nella palude. Ve lo giuro, deve essere un compito socialmente inutile, comunque loro lo fanno con tutto l’impegno posibile (non è vero). Tra le detenute, ovviamente in microshorts e maglietta, troviamo:

Skye McDonald

 

Skye McDonald

Che dite, la prenotiamo per un prossimo Venerdì Gnocca?

Christine Nguyen, che ho già apprezzato nel terrificante The Coed and the Zombie Stoner

Christine Nguyen

Amy Holt (già con Wynorski in Dinocroc vs. Supergator)

Amy Holt

la supertettona Cindy Lucas, un passato da corteggiatrice in Uomini e Donne (giuro!) che ha esordito al cinema in Italia con l’Allenatore nel Pallone 2

Cindy Lucas

Lei si chiama Cindy… guadagna tanti dindi…

…e tale Tabitha Marie, che è esordiente e non si trovano foto. Voi fidatevi. Diciamo che mi sarebbe piaciuto partecipare ai casting.

Sharkansas Women's Prison Massacre

lavori socialmente inutili

Dopo qualche peripezia e qualche squaletto, le ragazze vengono liberata dalla rossa amante di Cindy Lucas, che è… Dominique Swain. Che non si capisce come abbia fatto a finire così in basso. Vabbè. Le donne e il secondino ostaggio si rifugiano in un hotel nella palude, ma gli squali preistorici sono furbi e le accerchiano, anche perché…

Sharkansas Women's Prison Massacre

Si, gli squali riescono tranquillamente anche a muoversi nell’asfalto. E vabbè.

Sharkansas Women’s Prison Massacre potrebbe essere anche tranquillamente visto come un godibile guilty (molto guilty) pleasure, se non fosse per un paio di problemini. Visti il titolo e la locandina ci attenderemmo delle tette (siamo o non siamo in un carcere femminile?) e un MASSACRO. E invece niente tette esposte (solo qualche capezzolo che spunta dalle magliette e qualche bikini) e soprattutto niente massacro, visto che gli squali si mangiano si e no sei persone, la CGI è terribile come previsto e quel paio di scene gore presenti è risolto con delle orripilanti protesi di plastica lasciate in mezzo al bosco.

Sharkansas

AAAAHHH, UNA PROTESI!

Quindi, il nulla più completo. Ma quantomeno Wynorski ha il potere di non prendersi sul serio e lasciare campo libero all’atmosfera campy della pellicola. Si vede che si sono divertiti a girare sta cazzata, e alla fine anche io mi sono fatto quattro risate. Insomma, diecimila volte meglio di quella palla di Shark Lake. Però mi raccomando, visto che il finale tutto sommato è aperto: IL SEGUITO NO!

P.s. Da questa settimana Il Cumbrugliume si gemella con la nuovissima rubrica squali del carissimo Lucius Etruscus, che nel suo blog Fumetti Etruschi ci parla del primo sorprendente numero di White!

8 thoughts on “Saturday is Sharkday #11: Sharkansas Women’s Prison Massacre”

  1. Perché non ne giriamo in Italia di trashate così?
    Suggerisco un titolo: SHARKEKUITALIA. Un vorace mostro spolpa i nostri portafogli, arriva l’eroico Renzi e lo elimina… Ma dopo il 4 Dicembre il mostro resuscita con altro nome!

  2. Quasi uno spin-off della tua rubrica del Venerdì, ma allo stesso un WIP con gli squali, la mente è sopraffatta da questo tripudio di poppe e pinne 😉 Cheers

  3. Il minuscolo costumino di Skye McDonald, incapace di contenere le sue generose forme, mi ha impedito di concentrarmi: di cosa parla il film? 😀
    Gli squali che nuotano nell’asfalto sono quel tipo di minchiata che ti illumina la vita, ma è stata una grande delusione nello scoprire che la trama in pratica non ha nulla a che vedere con i canoni classici del genere WIP, tipo appunto poppe svolazzanti e catfight a iosa. Mi aspettavo di più dal Re della Z…

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