fbpx
logo

Hell or High Water – alla fine vince il western

Hell or High Water

Mentre il 2015 era stato un anno molto fecondo per il genere (The Hateful Eight, Bone Tomahawk..), nel 2016 mancava ancora un western davvero memorabile. Finora era stato un anno pieno di ottimi film, ma senza un vero fuoriclasse del genere probabilmente più classico del cinema, era come se mancasse qualcosa. Per fortuna ci ha pensato uno scozzese. Cosa ci fa uno scozzese nel west? Ve lo spiego subito.

Hell or High Water

La carriera di David Mackenzie non è sempre stata ricca di elogi. Dopo alcuni buoni film girati in patria, il suo esordio a Hollywood non apparve esattamente promettente, anzi. Spread (o Toy Boy, come venne chiamato in Italia) con Ashton Kutcher fu un flop colossale e ottenne recensioni tra le peggiori dell’anno. Un film completamente sbagliato, che si fa ricordare solo per alcune scene di sesso notevoli e che sembrava avergli chiuso le porte del vero successo. Mackenzie tornò in patria, e anche con il successivo Perfect Sense non ottenne grandi elogi, nonostante la presenza nel cast del suo amico Ewan McGregor e di Eva Green. Fu solo con Starred Up, nel 2013, che Mackenzie finalmente arrivò a girare un film davvero riuscito. Il film è uscito anche in Italia come Il Ribelle, e segue le vicende di un adolescente violento e tormentato che viene trasferito in un carcere per adulti. Una storia molto dura, che valse a Mackenzie numerose candidature (e qualche vittoria) anche a premi importanti, e che gli ha concesso una seconda opportunità negli USA.

Hell or High Water

Hell or High Water è un western, e su questo non ci siano discussioni. Nonostante sia diretto da uno scozzese e ambientato ai nostri giorni. Ci sono i furti alle banche invece che gli assalti alla diligenza, e la polizia va in giro in auto invece che a cavallo, ma ha i luoghi del western, le atmosfere del western, i volti del western, il cuore del western. È la storia di due fratelli, Toby e Tanner, il primo (interpretato da Chris Pine) è un padre divorziato, il secondo (Ben Foster) un ex detenuto. Nonostante abbiano caratteri molto diversi e storie opposte, ora rapinano piccole filiali di banche insieme nel Texas occidentale. Toby vorrebbe usare tutta la cautela possibile mentre Tanner è più selvaggio e incontrollabile, ma il loro scopo finale è lo stesso: raccogliere soldi sufficienti a pagare l’ipoteca sul ranch di famiglia che pochi giorni dopo verrà altrimenti pignorato dalla banca. Sulle loro tracce due ranger: Marcus Hamilton (Jeff Bridges, straordinario) è vecchio e gli mancano solo tre settimane alla pensione, ma come vuole lo stereotipo non avrà certo tempo di rilassarsi nei suoi ultimi giorni, e comunque è deciso a trovare i colpevoli delle rapine, è esperto e non ci mette molto a capire la strategia e le motivazioni dei due fratelli, deve solo riuscire a trovarli… Il suo collega Alberto Parker (Gil Birmingham) è decisamente più rilassato, meno intuitivo, ma di gran cuore. Tra le due coppie nasce una sfida da lontano che avrà un finale tragico ed inevitabile, dal quale non necessariamente dovrà uscir fuori un vincitore…

Hell or High Water

Hell or High Water è un film epico ed implacabile, che vive nei volti e nelle storie dei suoi protagonisti, e nei loro conrasti interiori. Quella di Toby è una inarrestabile discesa negli inferi, la lenta resa al destino di un uomo che non ha altre possibilità, arrendersi o morire. Tanner è il pazzo, il jolly della situazione, che sceglie di bruciarsi rapidamente invece che spegnersi piano piano, che sembra avere a cuore solo sé stesso ma invece si rivela più di ogni altro disposto al sacrificio. Marcus Hamilton è la giustizia che non può gioire, perché affronterà la sua vecchiaia solo, senza amici né una famiglia, e nei suoi occhi si legge la consapevolezza che presto gli verrà tolta la sola cosa che gli resta, l’ultima che sa ancora fare bene.

Hell or High Water

Visivamente Mackenzie ha fatto un gran lavoro, il suo west respira ed opprime allo stesso tempo, ti fa salire il magone e ti ammalia, ha le luci calde e la polvere del cinema degli anni 70 e l’attenzione ai dettagli di quello moderno. È appassionante, commuovente ed anche divertente, specialmente nelle interazioni tra i due ranger, che sembrano davvero umani e reali. La sceneggiatura del film (di Taylor Sheridan, che ha scritto anche Sicario e un po’ si vede) era nella Black List del 2012, a spuntarla per la produzione è stata Netflix, che dopo il colpaccio dello scorso anno con Beasts of No Nation potrebbe ripetersi anche con Hell or High Water, che non escludo di rivedere alla notte degli Oscar, soprattutto per Jeff Bridges…

Hell or High Water

Questa scena vi rimarrà nel cuore

Jeff ha già vinto un meritato Oscar per Crazy Heart, ma mi azzardo a dire che qui è persino più bravo. La sua interpretazione è dolente e drammatica ma strappa anche più di un sorriso, in alcune scene (senza fare spoiler, tanto capirete subito quali) è incredibile per intensità e nel finale è immenso. Sarebbe comunque ingeneroso non riconoscere il grande lavoro anche degli altri componenti del cast, soprattutto di un Chris Pine che sta aggiungendo al bel faccino un talento che non avrei mai immaginato di vedere. Non dirò ovviamente chi sarà vivo o morto alla fine del film, se il ranch verrà salvato o i soldi verranno recuperati, vi dico solo che dopo aver visto il film la prima volta mi è venuta voglia di riguardarlo il giorno dopo, ed è una cosa che non mi succede praticamente mai. Sarà la mia passione per il western, sarà il significato profondo del film, sarà per gli attori o per la regia, fatto sta che questo piccolo, classicissimo film mi ha ricordato nientemeno che Non è un Paese per Vecchi, e l’ho adorato quasi quanto il capolavoro dei Coen.

Uno delle sorprese dell’anno.

Voto: **** 1/2

4 thoughts on “Hell or High Water – alla fine vince il western”

  1. Bomba, visto l’altra sera, ho il commento in rampa di lancio. Ci sono davvero echi del cinema dei Coen, ma in generale resta un gran film, ho adorato tutto, persino Ben Foster che è uno che rischia sempre di risultare macchiettistico e invece qui è perfetto per il ruolo. Da due giorni ho in cuffia costante la colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis, filmone, uno dei migliori dell’anno. Cheers!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.