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Nuvolette #08: 21/12/2016 – La Terra dei Figli

La terra dei figli

Questa settimana ho letto un sacco di fumetti americani più o meno inutili, ma voglio lasciare lo spazio che merita alla graphic novel italiana dell’anno…

LA TERRA DEI FIGLI

La terra dei figli

Disegni e sceneggiatura: Gipi

Trovo che sia difficilissimo parlare di un fumetto come La Terra dei Figli, la nuova graphic novel di Gipi edita da Coconino uscita nei giorni di Lucca Comica. È difficilissimo perché fin dall’inizio ho avuto la sensazione che si tratti di un fumetto del quale non si dovrebbe parlare più di tanto. È un fumetto che andrebbe letto, assimilato, giudicato personalmente, e forse l’assenza di qualsivoglia introduzione o redazionale è un segno che anche l’autore non la pensa in maniera troppo diversa da me.

Gipi è lo pseudonimo di Gianni Pacinotti, quello di La Mia Vita Disegnata Male e Una Storia, e del film L’Ultimo Terrestre. Sebbene abbia scelto poeticamente di Disegnare Male Gipi è uno che disegna benissimo, è capace di tavole ad acquerello mozzafiato e di illustrazioni sublimi, ma col passare degli anni ha scelto sempre più di semplificare, ricercando il simbolismo e l’espressione. I suoi lavori più famosi sono tutte opere più o meno dichiaratamente autobiografiche, La Terra dei Figli è invece un fumetto postapocalittico, ambientato in un futuro non si sa quanto lontano (scommetterei non moltissimo), dopo che una catastrofe ha ucciso gran parte della popolazione e distrutto quasi tutto quello che conosciamo. I pochi sopravvissuti vivono come meglio riescono, raccogliendo cianfrusaglie del passato, coltivando quello che possono, cacciando.

I protagonisti sono due fratelli, nati e cresciuti in questo mondo e privati dal padre di amore e tenerezze, per farli crescere più forti possibili in un mondo che non consente cedimenti alla sensibilità. Sono libertà e cocciutaggine, innocente crudeltà e determinazione, incapacità di arrendersi e dimostrazione che certi sentimenti sono innati, e che anche quando vengono repressi in qualche modo, in qualche forma strana finiscono per venire fuori. Sono urla subacquee silenziose, lacrime di rabbia che non riescono ad uscire, curiosità inarrestabile e istinto. La Terra dei Figli è un fumetto strano, che vola alto con la fantasia ma è anche ancoratissimo a terra, dove mutazioni e momenti terribili convivono con la descrizione di una religione che osanna i “laik” ed il “Dio Fiko”. È un po’ l’incubo bagnato di Casaleggio.

La Terra dei Figli

Il tratto di Gipi raggiunge qui forse i suoi vertici espressivi, graffia e non prende in giro il lettore, e anzi non ha paura di mollare dei colpi durissimi come le dodici (!!!) pagine di illeggibile diario, tratti che sembrano allo stesso tempo una scrittura realistica e scarabocchi buttati lì a caso, che devono aver richiesto uno sforzo incredibile. Per me sono stati un colpo allo stomaco, altri potrebbero viverli come una presa in giro. Allo stesso modo ho trovato terribili (in senso buono) i seguaci del Dio Fiko, ridicoli e spaventosi nella loro stupidità, e tragica la figura del boia, uno che si è arreso al male per continuare a vivere.

Divisa allo stesso modo è un po’ l’opinione che ho di tutto il romanzo nel suo insieme. Io l’ho amato moltissimo, molti potrebbero trovarlo insulso o meglio irritante. Il consiglio a tutti è di leggerlo, nel bene o nel male ne varrà la pena.

Voto: **** 1/2

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