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Non c’è da fidarsi degli insetti – trenta anni di La Mosca

La Mosca The Fly Jeff Goldblum

Quando ho visto per la prima volta La Mosca ero davvero piccolo; avrò avuto poco più di dieci anni e già mi cibavo di pane e horror, soprattutto di estate, quando la scuola non c’era e non ero costretto a svegliarmi troppo presto la mattina. Probabilmente tutto era cominciato con lo Zio Tibia Picture Show, che a fine anni 80 aveva introdotto la mia generazione all’horror, proponendo principalmente episodi della serie Freddy’s Nightmares o di quella di Venerdì 13, ma anche film come Fright Night, Il Ritorno dei Morti Viventi o Brivido…. Più che altro pellicole splatter o che in qualche modo univano all’horror una sana dose di risate. La fame di paura non mi faceva però accontentare dell’appuntamento del venerdì: consultavo febbrilmente la mia copia di Film TV per trovare i rari film di genere trasmessi dalla Rai o quelli su Telemontecarlo, e avevo ormai imparato che anche le tv minori (Italia 7, Odeon) trasmettevano horror di qualità spesso infima ma che presentavano oltre al sangue anche un altro elemento da me molto ambito: LE TETTE!

La Mosca

Tette > Vomito, scusa Jeff

La Mosca, però, era tutt’altra cosa. Secondo il regista, David Cronenberg, era da considerarsi una commedia romantica. Secondo la critica è stato uno dei più riusciti esempi di body horror. Secondo il me stesso decenne o giù di lì era un film schifoso, repellente, orripilante… una figata! Anzi, al tempo si diceva ancora ficata. Evviva la C! Non ricordo dove l’avessi visto, probabilmente sempre su Italia Uno, ma immediatamente lo dichiarai il mio horror preferito, e rimase tale fino a quando non vidi al cinema Il Seme della Follia, dell’altro mio regista mito John Carpenter!

Come capirete, quindi, non potevo rimanere sordo di fronte all’appello di Lucius Etruscus per festeggiare il trentennale dell’uscita del film nelle sale italiane.

Qui potete trovare il link al suo articolo.

E qui la locandina italiana dell’epoca, su IPMP!

Trenta anni de La Mosca

Una dei giochi cinematografici più divertenti che si possono fare è il What If. Cosa sarebbe successo se… La produzione de La Mosca aveva subito pensato a Cronenberg come regista del remake del classico del 1958 L’Esperimento del Dottor K, ma il canadese era al momento impegnato con Total Recall, quello che da noi sarebbe stato noto come Atto di Forza. Per sostituirlo venne quindi ingaggiato l’inglese Robert Bierman, che aveva all’attivo solo qualche cortometraggio del quale si parlava molto bene. Proprio quando tutto sembrava pronto, però, Bierman visse una tragedia. Sua figlia morì in un incidente e lui dovette rinunciare, la sua carriera non decollò mai, e il suo film più famoso divenne il mediocre Stress da Vampiro, con Nicholas Cage. Nel frattempo Cronenberg aveva abbandonato il progetto che poi sarebbe passato a Paul Verhoeven… chissà cosa sarebbe divenuto Atto di Forza in mano sua. In ballottaggio con lui per dirigere La Mosca era adesso un altro regista giovanissimo, che aveva all’attivo un solo film: Tim Burton. Vi immaginate cosa ne sarebbe potuto venire fuori?

La Mosca Jeff Goldblum

Ecco, immaginatevi Johnny Depp nella parte

Ma La Mosca alla fine approdò nelle mani di Cronenberg, che accettò a patto di poter riscrivere la sceneggiatura e di poter impiagare nella lavorazione tutti i suoi collaboratori abituali. La produzione accettò, ed anzi concesse di sua volontà un aumento del cachet del regista prima ancora di cominciare le riprese. Da 750000$ si passò a un milione tondo tondo. Non male, per un film di questo genere.

Alla fine Cronenberg ebbe completa libertà, ed il film divenne una sorta di manifesto del suo cinema. Cinema di trasformazione, estremamente fisico, repulsivo, dove alla mutazione del protagonista si accompagna una degenerazione mentale che lo rende altro da sé. L’uomo diventa mosca, e non c’è da fidarsi degli insetti. Cronenberg ha reso la trasformazione come una metafora della vecchiaia o della malattia, dell’AIDS che contagiava un numero sempre più grande di persone.

La Mosca The Fly Jeff Goldblum

Che seduttore Jeff!

Il successo della pellicola sarebbe stato impossibile senza un cast meno che perfetto. Nei miei ricordi emergeva sempre fortissima l’immagine di un Jeff Goldblum orribile, ma riguardandolo in occasione del trentennale nell’uscita nelle sale sono venuti alla luce anche altri aspetti che erano passati in secondo piano. Come prima cosa Geena Davis, che è assolutamente meravigliosa. Bellissima, solare, mai volgare, la fidanzata della porta accanto di cui non ti puoi non innamorare, è lei la vera protagonista della commedia romantica nella testa di Cronenberg (e non a caso è al centro di una sorta di triangolo amoroso che era ancora più evidente nei primi montaggi della pellicola).

La Mosca Geena Davis

Geena ci piaci anche con la permanente!

Goldblum, poi, non è sempre il mostro che diviene alla fine e che spiccava nei miei ricordi, all’inizio è una sorta di nerd che ha grosse difficoltà a parlare con una ragazza così bella, poi diventa sicuro di sé, atletico, in gran forma. Bello. La sua trasformazione è lenta ma inesorabile, prima appare perfetto, poi arrogante, poi viscido, poi disperato. La sua figura riesce a rivestire tutti i ruoli della narrazione classica: è eroe e antieroe, protagonista ed antagonista, romantico e repulsivo, dolce e violento. E sempre naturale. Per la parte si era parlato anche di Michael Keaton, ma Goldblum è stato l’unico attore disposto a sottoporsi alle pesantissime maratone di trucco che il ruolo richiedeva. Per lui si parlò anche di una candidatura all’Oscar, e la sua esclusione provocò qualche polemica sulla scarsa considerazione per il genere horror. La Mosca comunque si portò a casa una statuetta per il trucco migliore… e vorrei vedere.

LaMosca

Mentre altri film degli anni 80, anche classici che ricordiamo con affetto, sono invecchiati malino, La Mosca stupisce per la sua attualità. È anche una testimonianza della qualità degli effetti speciali, a parte qualche pettinatura che ora appare ridicola La Mosca resiste: spaventa, inquieta, terrorizza, schifa proprio come nel 1987. Voglio citare la meravigliosa colonna sonora di Howard Shore, ma in particolare il finale è assolutamente perfetto, la chiusura ideale di una vicenda così emblematica. Pensare che è stato uno dei momenti più discussi del film… vennero girati altri quattro finali diversi che esploravano il futuro di Veronica/Geena Davis, prima che Cronenberg e il produttore Stuart Cornfeld si rendessero conto che il film non poteva che finire con… ok, non ve lo dico. Non vi spoilero il finale. Anche se un vero appassionato di horror non può non conoscere un capolavoro come questo. Vi dico solo che si trova anche completo su Dailymotion… che aspettate?

8 thoughts on “Non c’è da fidarsi degli insetti – trenta anni di La Mosca”

  1. La voglia che mi hai messo di rivederlo!!
    E a me come trauma infantile è andata ancora peggio: avrò avuto 8 anni, avevo appena acquistato il primo videoregistratore, il vicino di casa gentile ha prestato le prime videocassette, ovvero Bugs Bunny e… La mosca. Gesù che schifo!!! Inutile dire che già all’epoca, nonostante il disgusto, me n’ero innamorata… 😛

    • Pare che l’abbiamo visto tutti in tenerissima età! In effetti ricordo anche le discussioni con i miei amici dell’epoca, malgrado non fosse certo uno di quei film che i nostri genitori erano felici di mostrarci l’avevamo visto TUTTI. E parlavamo tutti con adorazione dello schifo che ci aveva suscitato 😀

  2. Burton avrebbe fatto una roba in stile vecchio film della Hammer, sai che ti dico, sono felice di vivere nel mondo parallelo in cui Cronenebrg è il regista di questo film meraviglioso!

    Il film che mi ha fatto perdere la testa per Geena Davis e ha reso Jeff Goldblum uno dei miei attori preferiti di sempre, ma facciamo anche uno dei miei film preferiti di sempre, un vero rito di passaggio, per uno come me ha visto il film da bambino, e da allora non ha mai smesso di amarlo, 30 anni portati alla grande! 😉 Cheers

  3. Mi fate sentire vecchio: io avevo ben 16 anni quando l’ho visto! 🙁 Anche perché prima in famiglia vigeva il divieto dei “film di paura”…
    Il raccapriccio è totale e il finale perfetto: dobbiamo tutti ringraziare David di aver regalato al mondo questo capolavoro 😉

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