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Saturday is Sharkday #18: Roboshark

Roboshark

Ormai siamo nel terzo millennio inoltrato; l’automazione ha conquistato le fabbriche, stanno arrivando le prime auto che si guidano da sole, le guerre si combattono con i droni e abbiamo visto persino i campionati di calcio dei robot. Insomma, i tempi sono maturi per…

ROBOSHARK!

Roboshark poster

ALIENI! Ci sorvegliano inosservati, ci rapiscono e ci esaminano con scomode sonde anali prima di farci perdere la memoria, sostengono che le ragazze della Terra sono facile e non è infrequente neppure che tentino di distruggere la Casa Bianca. Eppure il loro piano diabolico definitivo deve ancora essere svelato… Il piano di ROBOSHARK!

Cioè, non so se si tratta di un piano studiato fin nel minimo dettaglio, fatto sta che le cose vanno così: un’astronave aliena lancia una pokeball in mezzo all’oceano. Uno squalo se la mangia. Non so se la sonda era fatta apposta per essere mangiata da uno squalo, insomma, ci possiamo porre varie domande, tipo “cosa sarebbe successo se l’avesse mangiata un tonno?”. ROBOTUNA, prossimamente su SyFy. Comunque la mangia uno squalo, che ovviamente diventa un robot. La tecnologia aliena è incredibile, amici lettori. Lo squalo sgranocchia un sommergibile, mangiucchia un aereo, insomma le solite scene dei film del genere. Ma attenzione, potreste pensare che si tratti di un normale film di squali, e invece NO!

Nella foto: non uno squalo

Roboshark si dirige a Seattle, perchè vuole andare in pellegrinaggio nei luoghi dove è cresciuto Kurt Cobain o per bere un caffé da Starbucks. Una conduttrice del meteo annusa la possibilità di uno scoop e decide di seguirlo, diventa una celebrità dei media e… tutto si fa sempre più strano. Ma un lettore della rubrica squali del Cumbrugliume non si spaventa di certo, neppure quando entra in scena Bill Gates (no, scusate, Bill Glates!) per tentare di fare del reverse engineering, o quando lo squalo inizia a seguire la figlia della protagonista su Twitter.

Già, su Twitter. Potete aggiungerlo anche voi.

Roboshark

Dai, è un animaletto carino

Insomma, quello che sembra cominciare come un classico filmaccio di squali di serie B diventa piano piano qualcosa di diverso, di altrettanto trash ma ancora più assurdo, con decine di riferimenti a film più o meno di culto come E.T., Sharknado (beh, ovvio), 2001 Odissea nello Spazio, il Dottor Stranamore, Star Trek e altri ancora. La cosa ci piace.

Cercando qualche informazione in più su produzione e regista, ho scoperto che il film è per metà bulgaro, prodotto dalla BUFO, che poi sarebbe la Bulgarian United Film Organization. Ve lo sareste mai immaginato che in Bulgaria si producessero un sacco di stronzat film di questo genere? La BUFO (non imparentata con l’Omino Bufo, purtroppo) è responsabile o co-responsabile di roba come Zombie Shark, vari capitoli della saga di Lake Placid, Robocroc (citato anche in questo film!) e anche di qualche film più digitoso come Epoch.

Roboshark

Questi effetti speciali si fanno sempre più realistici

Il regista, Jeffery Scott Lando, a parte avere un nome che è un refuso, è uno dei veterani della BUFO, con titoli all’attivo come Boogeyman, Goblin, Alien Incursion o Thirst. La protagonista Alexis Peterman è una discreta MILF che ha avuto una carriera soprattutto televisiva. Suo marito Matt Rippy è apparso anche in film importanti, persino nell’ultimo Star Wars… ma in parti ovviamente invisibili. La più interessante del cast, comunque, è la figlia Melody, anche perché è interpretata da Vanessa Grasse, vista in Leatherface e discreta gnocca.

Vanessa Grasse Roboshark

Questo gioiellino qui. Lo squalo non è in scala.

In definitiva, Roboshark è una puttanata estremamente divertente. uno di quei film da guardare in gruppo lanciando i popcorn contro il televisore quando la puttanata vista sullo schermo è troppo grande. Non fate caso alla cattiva CGI o ai buchi di trama più grandi di quelli di Adriana Chechik, Roboshark è un film comico spassoso!

3 thoughts on “Saturday is Sharkday #18: Roboshark”

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