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La La Recensione!

La La Land

Onestamente devo ammettere che non so se mi sento in grado di analizzare degnamente un film come La La Land. Non sono un esperto di tecnica cinematografica, non sono un mega-appassionato di musical, non conosco praticamente niente di jazz, me ne sbatto i coglioni di tutte le polemiche sul razzismo, sul sessismo, sul revisionismo musicale che hanno infiammato il web e non solo. Sono un appassionato di cinema, e l’unica cosa che mi sento di scrivere è quanto La La Land mi è piaciuto.

La La Land

E non solo perché c’è la gnocca!

Sono entrato al cinema con una certa fiducia, perché ho molto amato Whiplash e perché molti altri colleghi blogger hanno parlato benissimo del film. Però è innegabile, da queste parti si prediligono tette, calci volanti, inseguimenti automobilistici e mostri spaziali a trame romantiche e strappalacrime. Poi se si può mettere tutto insieme va anche bene, ma insomma, ci riescono in pochi e non sembrava questo il caso. E invece sono uscito dal cinema con un sorrisone a 48 denti (tutti canini, però). Perché?

Primo perché Damien Chazelle dirige come un dio. La La Land sembra quasi l’anti-Whiplash, nel senso che quanto il suo film precedente era nervoso, frammentato, durissimo, questo è arioso e classico e pieno di speranza. Non mi sarei mai aspettato dei piani sequenza così meravigliosi e splendidamente girati. Chazelle ha una tecnica ed una passione per il cinema spaventose, e si vede in qualsiasi modo scelga di girare. Cosa dobbiamo aspettarci dal suo prossimo film? Ok, probabilmente un’altra storia sul jazz, ma narrata come? Non mi vengono in mente altri registi che alla sua età (ma neanche con qualche anno in più) abbiano dimostrato la stessa maturità e lo stesso eclettismo. Il suo prossimo film sarà probabilmente ancor più atteso da tutti di questo, e probabilmente riceverà persino più critiche insensate. Leggete il post di Lucia Patrizi a proposito, racconta tutto molto bene. Non ho ancora visto Hacksaw Ridge, ma dubito che qualcuno possa strappargli l’Oscar per la miglior regia (come quelli per miglior montaggio, montaggio sonoro, scenografia, colonna sonora, costumi e canzone originale…).

Secondo, perché Emma Stone è una specie di angelo. Se potessi dare l’Oscar a chi voglio io sceglierei ancora Amy Adams in Arrival, ma visto che non è stata neppure candidata… Emma Stone non è convincente come lei, ma ogni volta che sorride, che si emoziona, che accenna un passo di danza è come se risplendesse di luce propria. È radiosa, e in un musical nostalgico e pieno di speranza come questo è il faro principale. Ryan Gosling è molto bravo (ed ha imparato a suonare il piano da zero, si, l’abbiamo capito) ma non altrettanto bravo. Però non era facile reggere la scena riuscendo sempre a risultare credibile.

Terzo, perché è un film pieno di ottimismo, romanticismo e occhioni a cuore ma non è mai stucchevole. Non mi è mai venuta voglia di urlare BASTA CON QUESTA LAGNA tirando una scarpa contro lo schermo del cinema, nè di fare il verso ai protagonisti facendo loro GNE GNE GNE. Non è poco.

La La Land

Quarto, perché la colonna sonora è bella e anche qui si dimostra ancora una volta l’amore di Chazelle per il jazz. Se poi non è abbastanza jazz, se si tratta di un film retrogrado, se il messaggio musicale è sbagliato non lo so, ma all’interno di questa storia è tutto perfetto.

Quinto, perché è un film colorato e nostalgico ma che non appare volutamente datato. I vestitini di Emma Stone e delle sue amiche sono deliziosi e gli omaggi al cinema d’altri tempi (non solo musical) sono credibili e vanno dritti al punto, ma il film è assolutamente moderno.

Sesto, perché è un film imperfetto. Emma Stone e Ryan Gosling non sono cantanti o ballerini provetti, lui non è il più bravo pianista del mondo, ma anche dai loro piccoli errori traspaiono passione e partecipazione, che alla fine rendono il film più fresco e più vicino allo spettatore.

La La Land

Imperfezioni, dicevo. La La Land non è un film perfetto. La prima metà è uno spettacolo, poi quando la parte musical scompare un po’ anche il film perde un po’ di tono e si banalizza, prima di riprendersi con un finale perfetto. Non è il film ideale, il più bello della storia del cinema come ha scritto qualche critico che ha perso un po’ il lume della ragione. E sapete un po’, ne sono contento. Vuol dire che Chazelle ha ancora margini di miglioramento, che deve ancora mettersi in gioco e provare altre strade, sorprenderci con altre storie, espl0rare nuovi mondi. Non è magnifico, il cinema?

Voto: **** 1/2

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