fbpx
logo

Diamo al pubblico ciò che vuole: L’Implacabile!

L'Implacabile poster

Partiamo dal 1982. Stephen King, costantemente stimolato da dosi massicce di cocaina, scrive in continuazione, ed in più ha ancora nel cassetto un sacco di roba scritta prima di diventare famosissimo. La sua casa editrice, però, non gli consente di fare uscire più di un romanzo all’anno, per non saturare troppo il mercato. Per fortuna c’è la sua identità segreta: Richard Bachmann! The Running Man (in italiano L’Uomo in Fuga) era un romanzo veloce, per certi versi ingenuo, dove la base di partenza distopica viene presto declinata lasciando spazio all’azione. Non esattamente Orwell, ma molto divertente! Nell’introduzione King sostiene di averlo scritto in tre giorni, nella sua autobiografia del 2000 si corregge… una settimana. Sia come sia, se George Martin scrivesse quanto Stephen King ora staremmo leggendo le avventure dei pro-pro-pronipoti degli Stark. Sigh.

L'Implacabile poster

Anche senza il nome King e tutto il marketing che ne consegue, il romanzo ha un buon successo, e viene tradotto in molte lingue. Ben presto si comincia a parlare di una trasposizione cinematografica, e nel 1987 esce finalmente il film diretto da Paul Michael Glaser. Non lo conoscete? E se vi dico Starsky? Il protagonista è decisamente diverso dal Ben Richards del romanzo di Stephen King, ma cosa si poteva chiedere allo Schwarzenegger degli anni 80 se non di fare Schwarzenegger?

Schwarzenegger The Running Man

Che poi lo sapete, io ad Arnie voglio tanto bene. Il suo Ben Richards è un pilota militare, che nel 2017 (ci stiamo arrivando, non temete) si rifiuta di uccidere dei civili disarmati durante una rivolta per il cibo. Viene imprigionato, dopo due anni riesce a scappare, ma dopo qualche peripezia viene beccato di nuovo, e costretto a partecipare al programma più visto della storia della televisione: La Ruota della Fort The Running Man!

Prima di cominciare davvero a parlare del film, vi ricordo gli altri partecipanti a questo mitico tributo:

La Bara Volante indossa la tutina gialla!

Il Zinefilo corre per la libertà!

IPMP presenta la locandina italiana dell’epoca!

Nel Running Man, condotto dal cinico presentatore Damon Killian, dei carcerati chiamati in italiano Corridori vengono costretti a scontrarsi con feroci e particolarissimi killer professionisti, chiamati Sterminatori. Se riusciranno a sopravvivere ed a superare tutte le zone entro tre ore, verranno dichiarati vincitori e liberati. Una specie di Hunger Games che incontra Rollerball e Battle Royale, insomma!

Arnold Schwarzenegger L'Implacabile

Ma con battute molto più divertenti!

In una trama del genere, Schwarzenegger sguazza felice come una papera nello stagno. Indossa una tutina gialla dell’Adidas, si esibisce in una serie di battute delle sue, picchia, mena, corre e straborda carisma infinito anche senza fare nulla di particolare. Ma non ce n’era bisogno, erano gli anni 80 e lui era DIO. Paul Michael Glaser dirige il tutto con mano incerta, e se dobbiamo essere sinceri tra tutti i film di Arnie di quel periodo questo è quello che risente di più degli anni trascorsi. Il 2019 de L’Implacabile è tragicamente molto anni 80: colori osceni, giacche con le spalline, coreografie da fare invidia alla migliore Lorella Cuccarini, e soprattutto il look degli Sterminatori. Non so se vi ricordate di gente come Sottozero, Dynamo e Fireball… La mia capacità di giudizio è offuscata dalle memorie della mia infanzia. Per il mini-me gli Sterminatori de L’Implacabile erano il massimo del figo. Folli, bizzarri, minacciosi, carismatici… difficile chiedere di meglio. Poi riguardo il film nel 2017 e mi rendo conto che Dynamo ad esempio era questo tizio qui.

Dynamo Running Man L'Implacabile

Erland Van Lidth era un lottatore professionista olandese, era un attore, ed era… un baritono. Insomma, era Dynamo anche nella vita reale, salvo gli ammazzamenti (spero) e il vestito con le lucine. Giustamente Schwarzy lo prende per il culo chiamandolo Albero di Natale, e vorrei vedere. Il povero Erland non vide mai il film finito, morì per un attacco di cuore poco dopo la fine delle riprese… riuscendo comunque ad entrare nel mito. Ecco, di fronte a un look così leggenda e trash si mischiano, e a seconda delle vostre sensibilità personali siete liberi di giudicare L’Implacabile come un culto assoluto o una solenne stronzata.

Ehm…

Sia chiaro, però, che se non lo giudicate un culto non siete più miei amici.

Sì, perché L’Implacabile è una baracconata divertentissima, e perché oltre a Dynamo ci sono altri super fighi interpretati da wrestler professionisti (Sottozero è il Prof. Toru Tanaka, ex compagno di tag team di Mr. Fuji), ex lottatori di football americano (Jim Brown, che interpreta Fireball) o wrestler professionisti in procinto di diventare governatori del Minnesota (Jesse “The Body” Ventura, ovviamente, che interpreta l’uomo-termosifone Captain Freedom).

Running Man Jesse Ventura

Riguardo al tema della violenza, della manipolazione della verità, della televisione che controlla le menti dei poveri cittadini… sì, il film ci prova, ma si vede che non è quello l’importante. Il messaggio è un po’ grezzo, diciamo, anche a confronto del romanzo che come già detto non era proprio sottilmente metaforico. Ma insomma, arriva. Trenta anni dopo possiamo dire di avere imparato la lezione: la verità non viene manipolata dai media, in televisione non vanno in onda reality show per distrarre la massa, la violenza non esiste più e soprattutto non c’è più alcun legame tra wrestling e politica.

Ops…

5 thoughts on “Diamo al pubblico ciò che vuole: L’Implacabile!”

  1. Trump non mi ha guadagnato punti simpatia nemmeno quando ha atterrato quel pirla di Vince McMahon, ma stiamo sereni, quello lì ora ha una valigetta piena di pulsanti (Gulp!).

    Vero, siamo in anticipo di un anno sulle celebrazioni, ma vedere il 2017 del film ci ha colpiti tutti nel segno, hanno anticipato tanti dei nostri brutti difetti. Gran pezzo, sposo la tua tesi, mandiamo Martin a fare uno stage da Stephen King, così almeno la chiudiamo sta faccenda una volta per tutte 😉 Cheers!

  2. E se mandassimo Martin al “The Running Writer”? Scrivi o sei morto 😀
    Scherzi a parte, questo è sicuramente il più appannato dei film di Schwarzy del periodo, ma è anche solo per sghignazzare di certe scene è ancora buono da vedere ^_^

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.