fbpx
logo

Una Repubblica Fondata sul Lavoro

Una Repubblica Fondata sul Lavoro

Una Repubblica Fondata sul Lavoro

Sembrava che l’economia dovesse collassare e che tutti saremmo divenuti poveri, e invece all’improvviso è cambiato tutto. Ero appena un neonato quando è cominciata la Rivoluzione dell’Energia Illimitata. La scoperta era già nota da un po’ nell’ambiente degli scienziati, ma come succede sempre abbiamo dovuto aspettare qualche anno in più prima che i politici decidessero di concedere al popolo di usufruire della nuova tecnologia, gratis per tutti. Forse avrai sentito i tuoi genitori ricordare il tempo in cui l’elettricità arrivava limitata nelle case: i miei dicevano che se si cercava di far funzionare insieme due elettrodomestici come il phon e il forno tutto saltava, ed erano persino costretti a pagare per avere un servizio come quello. Sembra assurdo, ora, ma prima era così, ed i nostri genitori vivevano in una terra comunque fortunata; pensa che in alcuni paesi dell’Africa l’elettricità non arrivava proprio! Tutto è cambiato. L’Energia Illimitata e pulita ha reso più facili e veloci i viaggi nel nostro sistema solare, abbiamo costruito la Base Lunare e l’uomo è divenuto una specie multiplanetaria andando ad abitare nella Stazione Spaziale Permanente. Poi la svolta successiva arrivò quando siamo riusciti a sfruttare gli asteroidi come fonte mineraria. Energia infinita, materie prima infinite, rimaneva da pensare al cibo: la grande impresa della costruzione delle enormi serre in orbita intorno a Marte è durata dieci anni. Oggi sembra tantissimo, allora era un battito di ciglia. L’immensa produzione delle serre ha consentito di recuperare tutte quelle zone che qui sulla Terra erano allora destinate all’agricoltura intensiva. Dove oggi è risorta la Foresta Amazzonica, prima che tu nascessi si produceva olio di palma. E ti assicuro che non era gustoso come quello che usiamo oggi!

L’energia era illimitata, il cibo era per la prima volta nella storia sufficiente a debellare la fame nel mondo, l’inquinamento era stato sconfitto, l’aria delle città era pulita. Viviamo in un’epoca in cui c’è ricchezza per tutti, una cosa che prima era considerata un’utopia. Ma come ridistribuire questa ricchezza? Nei primi tempi, la gestione non è stata facile. I robot hanno preso il lavoro che prima era degli operai. Sono più economici, più veloci, più bravi e più sicuri. Anche l’agricoltura nelle serre è quasi completamente meccanizzata, così come quella poca che è rimasta sulla Terra. Le prime nazioni ad adottare il Livello Minimo di Ricchezza furono le più avanzate, come il Canada o la Nuova Corea. Poi ci arrivammo anche noi. Il problema è che “L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro”, quindi alcuni partiti sostennero che era immorale dare soldi e cibo a tutti indiscriminatamente, lasciando che gli italiani vivessero tutto il giorno in panciolle. La razza italica si era già rammollita abbastanza, bisognava fare qualcosa per rimediare. La nuova Presidente del Consiglio Valentina Nappi emanò quindi il discusso decreto che è ancora in vigore, e che limitava l’accesso completo al Livello Minimo di Ricchezza solo a chi aveva un’occupazione. Così, appena superati i trenta anni, mi ritrovai per la prima volta anche io a dover cercare lavoro.

Il problema era che i lavori non erano più così tanti. Operai non ne esistevano più, i veri artigiani erano sempre meno, i robot costruivano case e le distruggevano, cucinavano pasti degni dei migliori chef e lavavano i piatti, guidavano autobus, riparavano strade, costruivano altri robot! I miei amici affrontarono la novità nei modi più disparati. Molti si dichiararono artisti, e cominciarono a dipingere, suonare in scalcinati gruppi musicali o a scrivere strampalate poesie. La legge dichiarava che per essere considerati scrittori si doveva pubblicare almeno un volume di 80 pagine ogni due anni. Solo che nessuno ovviamente si prendeva la briga di controllare cosa ci fosse effettivamente scritto, dentro quelle pagine. Forse hai già sentito il nome di Arcibaldo Fratini, per un breve periodo entrò nel Guinness dei Primati come scrittore più prolifico della storia, aveva pubblicato in un solo anno tremiladuecentodiciotto libri che lui definiva “di poesia”. In realtà si scoprì che erano solo pagine e pagine di caratteri casuali che componeva premendo a caso sulla tastiera. Venne denunciato e per un breve periodo gli venne tolta la licenza di scrittore, ma lui fece causa al Tribunale sostenendo che la sua era Poesia Ermetica Istintiva. Vinse, ma il Guinness dei Primati smise di prendere in esame ulteriori record di questo tipo. Anche oggi comunque è uno degli autori più venduti e letti nel mondo. Un altro mio amico, Antonio Malatempora, si batté perché venissero riconosciuti come lavori legali lo youtuber ed il videogiocatore professionista. La sua fu una grandissima vittoria della libertà. Proliferarono dog-sitter, wedding-planner, personal-trainer e personal-shopper, ed in generale l’unione di due parole straniere andava alla grande.

Io ero un po’ in difficoltà. Non ho mai avuto lo stimolo di dedicarmi all’arte, quindi scultura, pittura e poesia erano escluse. Non ho mai imparato a suonare uno strumento e a dire il vero non avevo neppure voglia di alzarmi per andare a comprarlo. Cioè, a ordinarlo online, intendo. Decisi di cercare lavoro come professore: con la mia laurea avrei potuto insegnare letteratura italiana, latino, storia… Ricordavo ancora quasi tutto, e quello che era sfuggito dalla mia mente avrei potuto ristudiarlo. Mandai la mia candidatura e attesi l’inizio del nuovo anno scolastico, ma proprio quell’estate il Ministero decise di impiegare nelle scuole gli insegnanti robot: non sbagliavano mai, portavano sempre a termine il programma, non avevano preferenze nei confronti di un alunno piuttosto che di un altro e non veniva mai loro voglia di prendere a ceffoni i ragazzini più viziati. Fu un successone per il sistema educativo, ma non per me. Avrei dovuto trovare qualcos’altro. Nei negozi cercavano solo robocommessi o ragazze carine, quella carriera era da scartare. Pensai di aprire un ristorante casalingo, in fondo stare ai fornelli mi piaceva, ma mi piaceva molto meno l’idea di dover ospitare a tavola uno sconosciuto, seppure una volta ogni tanto. Cassai anche quell’idea. Decisi di inventarmi qualcosa di nuovo.

Aprii un’agenzia. La prima agenzia in Italia di offese a domicilio. Saprai come funziona, no? Ormai ce ne sono tante. La gente mi chiamava e mi diceva “vai a casa del mio ex e digli che è uno stronzo”. Io andavo, portavo il messaggio nella maniera più colorita possibile e tornavo a casa. Fu un successone, le richieste fioccavano e mi divertivo tantissimo. Ma dopo due mesi mi venne richiesto di dire al campione regionale di boxe che gli steroidi avevano reso il suo pipino piccolo e malfunzionante, e lui non la prese bene. Mi risvegliai in ospedale con il naso rotto, e dissi mai più! Vendetti subito la licenza, e decisi di pensare a qualcosa di nuovo.

Per un mese feci il quarto a carte. Praticamente lasciavo il mio numero nei centri anziani, e quando qualche vecchietto mancava per problemi alla sciatica o che ne so io, gli altri chiamavano me per giocare a carte con loro. Anche qui il successo iniziale fu discreto, ma sebbene sapessi giocare le abilità ottenute dai vecchietti in anni di allenamento erano troppo per me. Perdevo quasi sempre, ed i miei malcapitati compagni si lamentavano. Decisi di smettere prima di ricevere troppi accidenti.

Allora provai il contrario della mia carriera precedente. Feci l’amico entusiasta di facebook. Mettevo mi piace a qualsiasi cosa scrivesse colui che mi ingaggiava, commentavo positivamente ogni suo status, collaboravo alle sue partite ai giochi online, facevo gli auguri per il compleanno e così via. Anche qui andò bene finché non mi ingaggiò un nazista vegano amante degli shojo manga. Non ce la potevo proprio fare, sarei sembrato altamente improfessionale. Detti le dimissioni. Pensai di propormi anche come nemico di facebook, ma ancora ricevevo qualche minaccia dai tempi in cui offendevo la gente a domicilio, quindi preferii evitare.

Mi inventai mille altri lavori: il Pubblico Fintamente Entusiasta ai concerti della band emergenti più scarse, l’Aiutante Enigmistico per le persone a cui sembrava di barare consultando Google, l’Assistente Alto alla Spesa per prendere le cose in alto negli scaffali del supermercato… Per qualche mese feci persino il barbone, era un progetto sociale innovativo della città. Uno studio aveva dimostrato che la troppa ricchezza rendeva le persone infelici, perchè non c’era più nessuno di estremamente povero a cui paragonarsi e dire “potrebbe andare peggio, guarda loro”. Così mi proposi come finto barbone, mi fornirono una divisa fintamente lurida e un cane molto simpatico. Era bello passare tanto tempo con lui, ma arrivò l’inverno e per quanto i miei vestiti fossero termici l’acqua ed il freddo rendevano la professione troppo scomoda. Mi dimisi, e al momento di scegliere la mia nuova carriera ripensai alle mille idee di quegli anni, e capii cosa dovevo fare.

Fu così che aprii la mia nuova agenzia, ormai sono molti anni che aiuto i giovani come te a inventare il lavoro più adatto a loro. Dunque, leggo nel tuo curriculum che ami leggere ed ami i bambini, che ne diresti di un posto come Lettrice di Fiabe della Buonanotte per i bambini con mamme svogliate?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.