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Sempre insieme, eternamente divisi: Ladyhawke!

Ladyhawke Rutger Hauer

Avevo sei anni quando uscì Ladyhawke, nel 1985, e presumibilmente i miei gusti cinematografici di allora vertevano su tutt’altra roba. Sui film Disney, soprattutto, quelli che la Rai mandava in onda se non erro il venerdì sera. Roba tipo FBI Operazione Gatto, Quattro Bassotti per un Danese, Pomi d’Ottone e Manici di Scopa e soprattutto Herbie, il Maggiolino tutto Matto che mi faceva scompisciare dalle risate. Allora la fruizione dei film era decisamente diversa da oggi, dopo l’uscita nei cinema si aspettava almeno un paio d’anni per i passaggi televisivi, non i sei mesi scarsi di adesso. Probabilmente quindi il mio primo approccio con Ladyhawke fu il 20 Ottobre 1987, quando Italia Uno lo mandò in onda in prima visione TV. Ma il film non mi colpì in maniera esagerata. Era una fiaba romantica, persino troppo, c’erano troppi pochi momenti comici e troppe poche spadate tra i protagonisti. Una roba per bambine, ecco. Solo quando l’ho rivisto qualche anno dopo mi sono reso conto di che razza di film epico fosse. Un film perfetto per proseguire il ciclo Back to the 80’s, no? 😉

Se Richard Donner fosse stato un giocatore di basket, a metà anni 80 Dan Peterson l’avrebbe definito sicuramente on fire. Esaminando la sua filmografia su wikipedia notiamo quanto segue:

1985: I Goonies
1985: Ladyhawke
1987: Arma Letale
1988: S.O.S. Fantasmi
1989: Arma Letale 2

Insomma, niente male eh? Senza contare che già a fine anni 70 ci aveva regalato Superman, una buona metà del suo seguito e The Omen. Filmetti da niente, per un regista che viene citato davvero troppo poco rispetto a quanto ha prodotto. Ma parliamo un po’ del film del giorno, via!

Ladyhawke poster locandina

L’impatto di Ladyhawke oggi, a 32 anni dalla sua uscita, è un po’ straniante. Mamma mia, quanto è anni 80! Effetti speciali basati su montaggi alternati di immagini, figure riprese romanticamente controsole, e QUANTI SYNTH!!! La colonna sonora di Andrew Powell degli Alan Parsons Project è sempre stata considerata un punto caratterizzante del film, ma a risentirla oggi abbinata alle immagini di rocche medievali e cavalieri, beh, non è il massimo. In qualche modo andando avanti ci si abitua, ma si arriva quasi all’effetto parodia. È uno scoglio da superare.

Ma superato quello, è ancora facilissimo lasciarsi affascinare da questa storia così classica.

Ladyhawke Rutger Hauer

Al cavaliere nero non glie devi rompe er cazzo

“Sempre insieme, eternamente divisi. Finché il sole sorgerà e tramonterà. Finché ci saranno il giorno e la notte.” La maledizione lanciata dal vescovo di Aguillon verso i due innamorati Etienne Navarre e Isabeau d’Anjou è lirica e terribile. Lui di notte si trasforma in uno spaventoso lupo, lei di giorno è uno splendido falco (una poiana in realtà. Ma non sottilizziamo!), entrambi per istinto sono portati a rimanere l’uno vicino all’altro, ma da animali non hanno memoria delle loro azioni come umani e viceversa. A rimanere preso nella ragnatela di questa storia d’amore contrastato è il giovane Gaston (Matthew Broderick, lanciatissimo dopo Wargames), ladruncolo sfuggito alle galere del vescovo che incontra Navarre e finisce per aiutarlo, un po’ anche suo malgrado. Dopo qualche peripezia l’incontro con il vecchio monaco Imperius lo convince che la maledizione può essere spezzata, e il gruppo si mette in marcia verso quello che inesorabilmente sarà lo scontro finale…

Se quando ho nominato Ladyhawke sulla mia pagina facebook un sacco di gente ha risposto mettendo il cuoricino è perché tutti noi siamo rimasti affascinati dalle atmosfere del film. Donner riesce a rendere benissimo sullo schermo quella che è una vera fiaba, e grazie a questo siamo disposti a passare sopra a sbavature ed ingenuità. E persino alla colonna sonora! Le ambientazioni sono splendide: la cittadina di Aguillon, i laghi tra le montagne, la rocca in rovina dove abita il monaco, tutto contribuisce a rendere il film epico, romantico, immortale.

D’altra parte la Francia è così affascinante, non è vero?

…peccato che nonostante i nomi dei personaggi Ladyhawke sia stato girato completamente in Italia. Aguillon in originale era Aquila, solo che nell’adattamento si è pensato bene di francesizzare il nome per renderlo più esotico. Ladyhawke è girato in Abruzzo, sulle Dolomiti, nei boschi del pontremolese, a Roma, Cremona, Piacenza… La residenza di Imperium è Rocca Calascio, appositamente abbellita per renderla più cinematografica. Da allora, almeno quella è divenuta una importante meta turistica… prima o poi devo visitarla pure io!

Ladyhawke Michelle Pfeiffer

Magari ci trovo anche la Pfeiffer ventenne. No, eh?

Ad aiutare il regista nel suo compito arriva un cast quasi perfetto. Abbiamo già detto di Matthew Broderick, allora lanciatissimo e con il difficile compito di essere il protagonista del film, la spalla dell’eroe e anche il responsabile dei siparietti comici che fanno respirare la trama. Il suo Philippe Gaston è davvero divertente, e lui pur non essendo più al tempo un bambino era ancora credibile come monello agile e sfuggente. Isabeau è Michelle Pfeiffer, e viene anche difficile dire qualcosa su una bellezza così solare. In alcuni momenti viene quasi il sospetto che l’abbiano un po’ imbruttita, altrimenti il suo splendore sarebbe stato fin troppo evidente. L’eroico badass Navarre è Rutger Hauer nel momento migliore della sua carriera. Veniva dal successone di Blade Runner e di lì a poco avrebbe interpretato The Hitcher, era credibilissimo come protagonista e il suo nome era di gran richiamo. Non è mai stato bravissimo a scegliere i film giusti per rimanere sulla cresta dell’onda, ma qui è davvero azzeccato come in poche altre occasioni. I tre rappresentano archetipi ideali del fantasy romantico, figure che hanno sempre funzionato e che sempre funzioneranno.

Ladyhawke Hauer Broderick

Senti amico, hai provato a salvare la situazione due volte e due volte la mia donna quasi ci rimette le penne. Ora basta, eh?

E poi c’è il cattivo. John Wood, che interpreta il vescovo di Aguillon, è proprio cattivo-cattivo. Senza possibilità di redenzione. Un vescovo cattolico che non solo si è innamorato di una donna, ma che addirittura è arrivato a stringere un patto con Satana in persona. Può esistere qualcosa di peggio? Anche lui tralaltro era in Wargames: lì aiutava Broderick, qui ovviamente ostacola i suoi piani, ma la sua figura austera è inconfondibile. Anche il capo dei suoi sgherri non è affatto male, si vede fin dall’inizio che è destinato a soccombere nella rivalità con Navarre, ma si fa notare. E impressiona anche il terribile cacciatore di lupi che spaventa tanto Gaston. Lo interpretava un giovanissimo Alfred Molina, che poi sarebbe tornato a recitare con Donner nell’ottimo Maverick. Ma erano già gli anni 90, magari ne parleremo in un nuovo ciclo 🙂

Rispetto al primo film di questo ciclo, Ladyhawke è sicuramente invecchiato peggio. Ma i dettagli troppo antichi sono facili da ignorare dopo il primo impatto, come facilissimo è lasciarsi affascinare da questa emozionante storia d’amore senza tempo. Lasciamoci commuovere 🙂

Voto: **** 1/2

6 thoughts on “Sempre insieme, eternamente divisi: Ladyhawke!”

  1. Già era parecchio che volevo rivedermi “Ladyhawke” poi tu arrivi con questo posto e allora ciao! 😀
    Il paragone cestistico con Donner mi sembra molto azzeccato, solamente uno che ha diretto quasi tutti i nostri film preferiti dell’infanzia, robetta proprio 😉 Più caldo di lui probabilmente solo Rutger Hauer, che in quel periodo era davvero “On fire”, Michelle Pfeiffer credo non sia mai stata più bella che in questo film. Basta vado a rivedermi il film mi hai convinto! Ah comunque ti ho già detto che questo tuo “Back to the 80’s” è una figata? 😉 Cheers

    • Troppo buono Cassidy! Con la mia signora era da un po’ che volevamo riguardarci qualche classico anni 80, e abbiamo colto l’occasione 🙂 Grazie per il commento e per la condivisione, mi sa che per il prossimo capitolo sceglierò di seguire il protagonista e mi guarderò Wargames, che ne dici? Avrà retto al passare degli anni?

  2. Capolavoro senza tempo, per me.
    Michelle Pfeiffer in questo film è semplicemente estasiante.

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