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Legion – il labirinto pop della mente

Legion

Dove ci troviamo, in questo momento?

Siamo nel presente? Nella realtà? In un ricordo del protagonista? In un mondo interamente creato dalla sua mente? Sono gli anni ’60 o siamo nel 2017? Tutti i personaggi vedono la stessa cosa? È la stessa cosa che vedo io?

Legion porta davvero a farsi un sacco di domande. È complesso, colorato, caotico, confuso, affascinante (pensavate avrei usato una parola che inizia per c, vero?). Anche frustrante, in alcuni momenti, ma è una frustrazione buona, che spinge ad andare avanti per poter capire, e non mi ha mai fatto venire voglia di spegnere tutto e passare a qualche altra cosa.

Legion

BASTA CON QUESTI STUPIDI SHOW TELEVISIVI TUTTI UGUALI!

Legion è stata una bella sorpresa. La serie ha come protagonista David Haller, un uomo che ha vissuto praticamente tutta la propria vita in compagnia di problemi mentali. Visioni, fantasie, disturbi della personalità, fino al manifestarsi di poteri della mente difficili da controllare. Forse David Haller non è pazzo, forse è solo un mutante che non riesce a controllare i propri poteri. O forse ha dei poteri incredibili E una malattia mentale. Cercare di controllarlo, di rimetterlo in sesto insegnandogli a usare i poteri potrebbe essere una opportunità da non lasciarsi sfuggire, o un pericolo immenso. In ogni modo nel suo istituto mentale David comincia a trovare un suo equilibrio dopo l’arrivo di una bellissima ragazza, Sydney Barrett, che non vuole assolutamente essere toccata. L’amore, si sa, è sempre motore di cambiamento…

LEgion Rachel Stevens

Una ragazza per cui perdere la testa. O ritrovarla.

Non conoscevo benissimo il Legion dei fumetti. Se devo essere sincero mi ha sempre dato l’impressione di uno di quei supereroi troppo potenti e difficilissimi da controllare, una sorta di deus ex-machina da usare solo in caso di assoluta necessità e con una scusa immediatamente pronta per riparcheggiarlo in un angolo subito dopo. Bene, Legion non è l’X-Man che possiamo leggere nel fumetto. Non credo, almeno. Ci sono dei timidi accenni alla sua storia, ma a quanto ho potuto leggere FX, Bryan Singer e Noah Hawley hanno voluto chiarire fin da subito che non ci saranno collegamenti con il Marvel Cinematic Universe e neppure con quello degli X-Men. Niente Wolverine, Deadpool, Ciclope… niente Xavier. Forse.

Non c’è da disperarsi così tanto, dai.

Legion è sicuramente soprattutto Noah Hawley. Scrittore, compositore, sceneggiatore… creatore di Fargo, che gli ha portato tanto successo e una caterva di premi e nomination. Con Legion alza se possibile il tiro, puntando a creare una serie supereroistica cercando di far coesistere personalità autoriale e fruibilità popolare. Scordatevi Daredevil, Luke Cage, Arrow, Supergirl e compagnia bella, niente agenti dello Shield qui…

Legion

Beh… certo.

Legion corre sul filo, e in alcuni momenti rischia seriamente di cadere. Tutto è immediatamente riconoscibile. L’estetica ultra-pop, le scenografie coloratissime, le acconciature ed i vestitini so sixties, in alcuni momenti uno si immagina che potrebbero uscire da dietro l’angolo i cartoni animati dei Beatles con il loro sottomarino giallo. E non sarebbe la cosa più strana che si vede. Tutto questo insieme ad allucinazioni fortissime, dubbi esistenziali, simmetrie magiche, scene rubate di preso al genere horror, una colonna sonora che rende il tutto ancor più allucinato, una storia d’amore romantica e meravigliosa, tanti dubbi, pochissime certezze.

Ho voglia di raccontare pochissimo della storia, perché ognuno di voi sia libero di guardarla facendosi la propria idea, ma questa frenetica corsa sul film è davvero pazza e affascinante, anche quando si esagera o si scade brevemente nella canonicità. Il merito, oltre che di regia e sceneggiatura, è di un trio di protagonisti memorabile. A Dan Stevens (Downton Abbey, ma è anche La Bestia nel film appena uscito) non avrei dato una lira, non mi sembrava una faccia adatta a un ruolo di protagonista simile, ma sono felice di essere stato smentito. Stevens riesce benissimo a dare l’idea del tormento interiore che l’accompagna da sempre, della follia in cui vive e della voglia pazza di trovare un equilibrio anche precario. Il suo abbracciarsi quasi disperatamente alle piccolissime cose è persino commuovente, così come sono delicate e bellissime le scene che narrano la crescita dell’amore con Syd (Rachel Keller). Un amore impossibile per più di un motivo, un amore sospeso, che per propria natura potrebbe avere una scadenza in qualsiasi momento e proprio per questo sembra eterno, anche se impossibile da consumare. E poi c’è l’amica Lenny, una intensissima Aubrey Plaza, che è bravissima come sempre e che sembra non voler lasciare mai il fianco del protagonista, insinuandosi fin dentro la sua mente ed accompagnandolo anche dentro i ricordi…

Legion

Ecco, non voglio dire di più. Spero solamente di avervi invogliato a provarla. Cercate Legion, prendetevi due ore di tempo per guardare le prime due puntate e affrontate lo scoglio più grande. Benvenuti nel labirinto della mente più potente che possiate immaginare, uscirne sani sarà molto difficile.

Voto: **** 1/2

2 thoughts on “Legion – il labirinto pop della mente”

  1. Totalmente d’accordo, non è una serie impeccabile, ma non si è visto così prima d’ora, i cinecomics (o il loro corrispettivo televisivo) non sono affatto finiti, stanno iniziando a sperimentare 😉 Cheers

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