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The Handmaid’s Tale

The Handmaid's Tale

Il futuro di The Handmaid’s Tale è quello di oggi. Domani, al massimo. C’è Uber, c’è Tinder, ci sono i nostri film, la nostra musica, le nostre abitudini. L’unico dettaglio diverso è che non nascono più bambini: c’è un’epidemia, una maledizione, qualcosa nell’aria, non si sa… fatto sta che ormai quasi nessuna rimane più incinta e anche tra le poche che ci riescono quasi nessuna arriva a portare avanti la gravidanza con successo. Il mondo sembra destinato a spegnersi lentamente, e le reazioni, come ovvio, sono le più diverse.

Mentre molti continuano a voler vivere la propria vita come prima, altri sono scossi dall’apparente impossibilità di trovare una risposta. Perché succede tutto questo? Se una risposta non c’è, l’unica strada è appellarsi a Dio.

The Handmaid's Tale

E allora nasce un nuovo fondamentalismo, che assomiglia molto a quello che conosciamo da vicino. La Bibbia diviene l’unico testo da leggere, naturalmente evidenziando le parti che più fanno comodo e ignorando le altre. Negli USA scoppia una rivoluzione, una guerra civile, e mentre tutti sembrano pensare che “è impossibile che questo succeda qui” e aspettano a prendere posizione, i fondamentalisti sono già un passo avanti. O due. O cento. E così gli Stati Uniti diventano la società di Gilead, predicando un ritorno ai valori più tradizionali.

Il capo è l’uomo, l’unica figura davvero importante. Le donne sono sottomesse e divise rigidamente in categorie in base al loro ruolo nella società. Le Marta gestiscono la casa, le Zie educano ai nuovi valori, le Mogli servono i loro Comandanti e le Ancelle servono solo a mettere al mondo i loro figli. Non sono delle concubine, il sesso e il desiderio non hanno (in teoria…) un ruolo in questa società. Sono delle mere incubatrici con due gambe. Accolgono il seme del loro padrone in una cerimonia di stupro pseudo-religiosa, lo portano in grembo e pregano perché attecchisca dentro di loro. Se questo non succede, il mese successivo ci sarà una nuova cerimonia, un nuovo stupro, e se il tempo non porterà risultati un nuovo padrone da cui prendere anche il nome.

The Handmaid's Tale

Più degli attori e delle singole parti, è il contesto ad avere colpito in The Handmaid’s Tale, ed è facile capire perché. È una serie che sferra colpi durissimi e che mette in mostra un mondo che ci appare così lontano dal nostro… ma poi a ben guardare nel dettaglio capiamo che così lontano non è. E non c’è bisogno di andare in Siria o in Arabia per notare l’omofobia, l’estremismo, l’oggettivizzazione della donna, il maschilismo di ritorno, una sottomissione di comodo propagandata persino da alcune donne (Sposati e sii sottomessa è un caso emblematico). Da qui alle mutilazioni genitali e non solo il passo è più breve di quanto non sembri.

The Handmaid's Tale

La serie è tratta da Il Racconto dell’Ancella di Margaret Atwood, un romanzo scritto nel 1985 e che non ho letto, ma che se la serie è abbastanza fedele almeno nello spirito avrebbe potuto essere stato scritto anche ieri. Dimostra che non c’è bisogno di spingersi troppo oltre per cadere nella follia, basta fare un singolo passettino avanti in ogni direzione. E che i segni di una certa tentazione, da parte di molti, ci sono.

The Handmaid's Tale

The Handmaid’s Tale riesce a raccontare le donne e i loro modi diversi di reagire alla situazione. C’è quella che si arrende e cerca la propria nicchia per sopravvivere e quella che combatte in ogni modo, quella che prova a sacrificarsi per un bene ritenuto più grande e quella che si rifugia nelle proprie fantasie. È una serie al femminile e femminista, ma sempre in maniera seria, senza strumentalizzare opinioni o assumere posizioni estremiste. È una serie che ha fatto male a me, uomo, e che può colpire una donna in maniera anche più dolorosa. Per questo credo che dovreste leggere soprattutto le recensioni di blog come Mari’s Red Room, In Central Perk o La Collezionista di Biglietti. Le loro parole sapranno certo andare più a fondo delle mie per spiegarvi come mai questa è una delle migliori serie dell’anno.

Voto: **** 1/2

5 thoughts on “The Handmaid’s Tale”

  1. Non ho letto nulla lo confesso, prometto di ripassare quando avrò visto la serie perché è una di quelle che ho in pista in questo momento, che per fortuna è pieno di ottime serie, mi fa piacere sapere che ti sia piaciuta però, almeno vado tranquillo 😉 Cheers!

  2. Ti ringrazio per le parole. Mi sembra comunque che tu abbia centrato in pieno il punto, usando parole anche migliori delle mie e che l’altro giorno non riuscivo a trovare.

  3. Gran bell’articolo per quella che per me è già la serie dell’anno. Una mazzata forte, ben assestata e senza le cadute di stile che mi sarei aspettata dalla Hulu.

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