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Il viaggio di Arlo

Il viaggio di Arlo

“O ‘arlo, o ‘arlo, o ‘arlo, credici!”

Mario il bagnino

 

 

 

 

 

Nessun meteorite ha colpito la Terra provocando un’estinzione di massa, i dinosauri hanno continuato ad abitare il nostro pianeta e… si sono evoluti. Non si sono antropomorfizzati, non troppo almeno, continuano a camminare su quattro zampe e non hanno il pollice opponibile, ma hanno cominciato a dedicarsi all’agricoltura ed all’allevamento, riuscendo anche a costruire piccoli edifici e semplici recinzioni. Intanto anche nuove specie hanno cominciato a comparire. Molti mammiferi, grandi e piccoli… e tra questi l’uomo.

Il viaggio di Arlo

Arlo è un piccolo apatosauro, la sua famiglia ha una fattoria ai piedi del Monte Zanna di Lupo e ogni membro collabora al duro lavoro nei campi. Anche Arlo ci prova, il problema è che ha paura di qualsiasi cosa… Il padre prova a stimolarlo, fiducioso che un giorno sconfiggerà le proprie fobie e guadagnerà il diritto di imprimere la propria orma sul silo del granturco. Gli affida così il compito di dare la caccia a un piccolo parassita che preda le loro scorte. Arlo riesce a scoprire che si tratta di un cucciolo d’uomo e lo cattura, ma non ha il coraggio di ucciderlo e lo lascia scappare. Il padre infuriato lo porta con sè in una caccia, nei pericolosi luoghi oltre il confine della fattoria… È solo l’inizio della trama, ma non sperate che vi dica nulla di più, anche se già il trailer svela molte più informazioni…

Il viaggio di Arlo

I film Pixar sono sempre accolti come un piccolo (o grande, se il film è un Toy Story) evento. Sanno emozionare, sanno commuovere, sanno farsi amare da grandi e piccini. E allora perché Il Viaggio di Arlo è passato quasi inosservato?

Forse la risposta più semplice che viene in mente per prima è anche quella più corretta: perché è il meno interessante. Un sondaggio tra gli appassionati l’ha messo al penultimo posto, prima solo di Cars 2. Eppure tecnicamente si tratta di un film davvero superbo, ha delle scene emozionanti, momenti divertenti, una trama lineare e ricca di citazioni.

Il viaggio di Arlo

Troppo lineare, forse…

In fondo Il Viaggio di Arlo è una storia on the road di un bambino e del suo cane. Solo che il bambino è un dinosauro, e il cane è un bambino. È una storia di crescita, ma altri film Pixar hanno raccontato la crescita in modo più maturo e coinvolgente. È una storia di contrasto tra mondi diversi, tra civiltà e natura selvaggia, ma alla fine Zanna Bianca è stato scritto più di 110 anni fa.

Il viaggio di Arlo

Alcuni critici hanno sostenuto che Il Viaggio di Arlo è il primo film Pixar fatto per piacere solo ai bambini e non ai genitori o ai fratelli maggiori. Non è vero, a me è piaciuto. Ho apprezzato i momenti western, alcune scene più fantasiose, le ambientazioni incredibili, l’emozione che comunque riesce a generare. Ma la sensazione che se avessi avuto una trentina di anni di meno mi sarebbe piaciuto molto di più l’ho avuta anche io. Facciamo che mi riguardo Toy Story, va.

Voto: ***

2 thoughts on “Il viaggio di Arlo”

  1. I film Pixar parlano quasi tutti di viaggi reali che poi sono metaforici, Arlo non mi è dispiaciuto tecnicamente ma mi ha detto pochino. Mi ha lasciato con il dubbio se gli Apatosauri sono quelli che guardano i film di Judd Apatow. Cheers!

  2. A me è piaciuto tanto e comunque non lo reputo poco interessante ma effettivamente è strano che sia passato così in sordina, perché come hai ribadito la qualità è ugualmente elevata, forse i dinosauri non attirano più..chissà 😉

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