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Botte da orbi #10: Boyka: Undisputed

Boyka: Undisputed

Scott “Boyka” Adkins, “the most complete fighter in the world”, non è mai stato così in forma. Ormai è talmente tanto sdoganato come protagonista da aver fatto cambiare nome alla saga: tutti hanno capito che gli spettatori vogliono solo vederlo menare, così nel suo quarto capitolo Undisputed diventa il sottotitolo, e gli onori della scritta grande in copertina spettano a lui, il russo più spaccaculi del mondo! Dopo il finale del terzo film la prigione è solo un ricordo: ora Boyka lotta con altri atleti veri, con delle regole vere, è pronto per dominare il mondo delle arti marziali miste e dopo la sua ultima vittoria viene persino invitato a Budapest dove si terrà un torneo con tutti i più grandi talenti europei. Quindi grandissimo! Niente può andare storto! Un bel torneo, un sacco di botte, combattimenti con altri talenti come lui, il tutto girato alla grandissima da Isaac Florentine… niente può andare storto!

Boyka: Undisputed poster

Solo, va tutto storto.

Lo sapete, attendevo il quarto Undisputed come la nuova venuta del messia, quindi è davvero doloroso per me dover scrivere questa recensione. Ho davanti ai miei occhi la possibilità di un capolavoro, mi sembra di vederlo, di averlo a pochi centimetri, mi sembra di poterlo afferrare solo allungando le dita… e invece tutto sparisce presto. Subito.

Dalle prime scene si capisce che qualcosa non quadra. Lo stile è simile, ma c’è qualcosa di diverso. Non c’è la stessa attenzione al dettaglio del colpo, la messa in scena è meno curata, manca il senso del dramma. Manca Isaac Florentine! Il nuovo regista si chiama Todor Chapkanov, e chi cazzo lo conosce? Cercandolo su IMDB scopro che è bulgaro, giovane (solo 40 anni) ed ha diretto una serie di filmacci in stile Asylum come Miami Magma, Weather Wars o Viking Quest. Non benissimo. Florentine è rimasto solo come produttore, e con lui se ne è andato anche J.J. Perry, coreografo delle scene di combattimento del film precedente, sostituito da Tim Man, che già aveva lavorato con Adkins in Ninja II…

Cos’altro manca? Qualche avversario più all’altezza, ad esempio. Manca un Marko Zaror, un Lateef Crowder, almeno un Michael Jai White! Qui il mostrone finale si chiama Koshmar the Nightmare (e ci torneremo), ma soprattutto il vero avversario è lui.

Boyka Undisputed

No, non il prete ortodosso a destra. Quello nel mezzo. Lui. Boyka! Che ormai è divenuto una specie di santo: dona bibbie alla chiesa, è pentito del suo passato, non smette di combattere solo perché è convinto che Dio gli abbia dato il dono del menare, ma insomma non è più il vecchio bastardo zoppo di una volta. Anche perché non è più nemmeno zoppo: il suo manager ha speso un sacco di soldi per rimetterlo in sesto ed ora è come nuovo. Beh, quasi. Ne riparleremo (ancora? Eh, sì!).

Boyka: Undisputed

Ti sembro zoppo, eh? Uno zoppo riuscirebbe a fare questo?

Che poi oltre che Boyka, l’avversario è anche lui. Scott Adkins. Non si capisce perché, ma il meraviglioso attore marziale inglese si è messo in testa che non gli bastano più piroette, calci volanti e ruoli da comparsa nei film grossi veramente. No, vuole recitare anche lui. E così il nuovo Undisputed non è solo un film di menare, ma prova a rappresentare la redenzione di uno che si era già redento con il terzo film (che infatti non a caso si chiamava Redemption).

Boyka è già santo, ma a turbare il suo animo arriva la morte sul ring del suo ultimo avversario. Ora se ricordo bene il suo passato non è certo la prima volta che le sue botte hanno tolto la vita a qualcuno, ma evidentemente Yuri non è più lo stesso, e si mette alla ricerca della moglie del morto, nonostante questa si trovi in Russia dove è ancora ricercato.

Piccola parentesi #1: a quanto pare i lottatori di MMA sono esenti dall’estradizione in Russia, anche se sono ricercati per reati gravi, visto che Boyka non fa assolutamente nulla per nascondersi e anzi cerca la notorietà come lottatore usando il suo vero nome. Vabbé.

Boyka

Estradizione? Non ho mai sentito questa parola prima d’ora!

Quando la trova scopre IL DRAMMA: il marito aveva fatto debiti con il locale boss mafioso per aprire il centro sociale dei suoi sogni, dove i bambini possono giocare in pace, fare i compiti, allenarsi e stare lontani dalle gang. Indovinate ora chi deve pagare questo debito? Bravi, la moglie. Che è quindi costretta a lavorare nel night del boss dove ovviamente si tengono incontri di MMA più o meno clandestini.

L’attore israeliano Alon Abutbul, già in Rambo III!

Ora penserete a chissà quali condizioni di vita terribili, a quali lavori degradanti sarà costretta a fare… spogliarellista? Prostituta? Spacciatrice di pokemon rari? No. Cameriera. E ok, il capo vorrebbe metterle le mani addosso (nonostante abbia altre 58 cameriere molto più gnocche di lei), ma nonostante sostenga di avere in pugno la sua vita non le usa violenza.

Insomma, una cosa così è intollerabile per Boyka, che decide di salvarla (???). Combattendo tre incontri per il boss, nonostante così facendo rischi di perdere il torneo di Budapest che potrebbe cambiare la sua vita.

Fin dall’inizio si capisce bene che tutto il senso del film è nei combattimenti sempre più duri, con avversari sempre più forti. Solo che tutto il contorno snatura il personaggio di Boyka e lo sbiadisce, e anche i combattimenti… meh. Non sono girati male, Adkins è sempre il solito atleta che fa cose incredibili, però… meh. Non sono troppo interessanti. Con l’eccezione del secondo, che almeno è un 1 contro 2 ben coreografato e appassionante, nel resto del film non ho mai avuto la sensazione che Boyka potesse essere in difficoltà davvero. E infatti hanno tirato fuori la scusa del mal di schiena, come con l’Hulk Hogan dei bei tempi.

Il boss finale numero 1 è abbastanza evidentemente una pippetta con un’autostima esagerata. Anche Zaror interpretava uno stronzo estremamente sicuro di sé, ma almeno dimostrava di saper passare dalle parole ai fatti. Qui invece abbiamo uno che sbraita isterico ma che sa fare il gallo solo all’interno del proprio piccolo pollaio, perché se arrivano i cattivi quelli veri…

Il mostrone finale, invece, almeno fa paura. Il bodybuilder Martyn Ford è un ammasso di steroidi alto 2.03 e con tatuaggi ovunque. Uno che si fa notare. Solo che:

A- tutti quei muscoli gonfi gli impediscono di essere un decimo dell’atleta che è Adkins, e limitano il suo arsenale a dei pugni tirati malino e un buon suplex;

B- lo presentano come se fosse una bestia incontrollabile, legato e incatenato e tenuto sotto controllo da undicimila guardie armate, così ti aspetti che sul ring stacchi la testa a morsi all’arbitro o cose del genere… e invece no, addirittura rispetta le regole e si fa da parte quando lo richiede. Eccheccazzo, no!

Boyka

Questo non è Mad Max

Insomma, sono deluso. Il capolavoro che aspettavo è svanito, l’accoglienza al film non è stata delle migliori e chissà se si farà mai un Undisputed V. Io spero ancora di sì, se possibile diretto da Isaac Florentine e con un Boyka che viaggia in oriente, per un torneo di quelli vecchio stile ma capaci ancora di stupirci. Si può ancora sognare!

Voto: **

Per altre opinioni su Undisputed vi rimando alle recensioni de La Bara Volante e Il Zinefilo!

3 thoughts on “Botte da orbi #10: Boyka: Undisputed”

  1. Boyka l’uomo che lotta contro la maleducazione e le brutte maniere. Peccato per il film ma concordo con ogni passaggio della tua recensione, siamo in due a sperare per il capitolo cinque anzi capitolo V, grazie per la citazione! 😉 Cheers! P.S. Auguri di buon ferragosto!

  2. Questa sì che è una sorpresa: vado ad aggiornare i miei post con la tua rece 😉
    Condivido in pieno il gran dispiacere di vedere un Boyka in forma… ma informe. Manca il tocco, manca la voglia di divertire, di cazzeggiare, in una parola… da eroe Marvel è diventato eroe DC 😀
    Scherzi a parte, sono passati quattro mesi dalla visione e non ricordo una sola tecnica, né ho la minima voglia di rivederlo: “Undisputed III” mi è entrato sottopelle e le sue tecniche le sogno ogni notte 😛
    P.S.
    Grazie per la citazione di Aliens vs Boyka ^_^

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