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Tre cose su Blade Runner 2049

Blade Runner 2049

Blade Runner 2049

Una nota introduttiva: sia Ridley Scott che Denis Villeneuve hanno lasciato aperte le porte per un possibile terzo film in caso di successo di Blade Runner 2049, e anche Harrison Ford ha detto che sarebbe disponibile a tornare se la sceneggiatura fosse valida. Prometto quindi solennemente che se succederà scriverò un articolo intitolato “Duemilaquarantanove cose su Blade Runner 3”. Ora cominciamo!

1- Se confrontato con il Blade Runner del 1982, il suo seguito perde il confronto. Per molti motivi, riassumibili in sintesi (non preoccupatevi, dopo mi dilungo) nella frase “era impossibile che lo vincesse, siete pazzi?” Era impossibile innanzitutto perché un Blade Runner l’abbiamo già visto, e replicare l’impatto che ha avuto sul cinema, sulla società, sul nostro modo di immaginare il futuro è impensabile. Lo shock (che non dimentichiamolo, non è stato immediato) non si ripete mai due volte. Già è un piccolo miracolo che non sia considerato unanimemente un’offesa alla memoria del predecessore. Tra i critici americani gli elogi si sono sprecati, con molte voci addirittura a dire che è uno dei migliori sequel mai usciti. In Italia ho visto più reazioni freddine, ma al massimo si è dibattuto sull’utilità di un film come questo e su quanto ce lo ricorderemo tra un anno. Beh voglio provare anche io a rispondere a queste due domande: tra un anno non ce lo ricorderemo quasi, e l’utilità del film è molto relativa. Ma questo non vuol dire che il film sia brutto. Anzi, mi è piaciuto molto.

Blade Runner 2049

2- Se confrontato con Arrival, l’altro film di fantascienza diretto da Denis Villeneuve uscito nel 2017, Blade Runner 2049 perde il confronto. Sostanzialmente perché con Arrival avrei risposto diversamente ad entrambe le domande di cui sopra. La differenza tra i due è quella che potrebbe passare tra una tesi di laurea assegnata da un professore e un progetto di ricerca deciso autonomamente: ci si dedica anima e corpo in entrambi i casi, ma nel secondo caso si riesce sempre ad inserire qualcosa di più di se stessi. Manca un po’ del tocco umano di Villeneuve… resta la magnificenza visiva (fotografia di Roger Deakins), resta la grande classe narrativa, resta l’utilizzo dei tempi, delle musiche (non è Vangelis, ma Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch non sono proprio da buttare), degli attori… manca un po’ di cuore. E badate bene, non sto dicendo che Blade Runner sia senza cuore, solo che Arrival (come hanno fatto molti a giudicarlo freddo?) ha qualcosa di più.

Blade Runner 2049

3- Se confrontato con il 99.9% degli altri film di fantascienza degli ultimi anni, Blade Runner stravince. Semplicemente perché è un buonissimo film. Con dei difetti (alcuni dialoghi troppo lunghi e non sufficientemente incisivi, il personaggio di Jared Leto completamente sbagliato, una ventina di minuti tagliabili senza troppi problemi) ma con tantissimi pregi in più. Se invece che Blade Runner 2049 si fosse chiamato Androidi Domani avrebbe avuto molte attenzioni ma anche molte critiche in meno. Quindi guardatelo e non rompete troppo le scatole.

4- Lo so che avevo detto che i punti erano tre, ma per Ana de Armas posso fare un’eccezione. È talmente gnocca che non poteva che interpretare un personaggio che non esiste.

 

4 thoughts on “Tre cose su Blade Runner 2049”

  1. Forse sarò accusato di maschilismo che più maschilismo non si può, ma TROVO CHE JOI SIA LA DONNA PERFETTA
    1- Non ha mai il mal di testa
    2- Non ha mai le sue cose
    3- Se te la porti a casa non devi preoccuparti della suocera
    4- E’ bbona come il pane
    Troppo bella per durare; difatti muore…

  2. Io dico solo: sono contentissima che l’abbiano realizzato e di averlo visto, è di una bellezza incredibile. E adesso aspetto le 2049 cose sul terzo XD

  3. Anche io sono molto contento, visivamente è davvero magnifico. Sul terzo film non scommetterei troppo, visti i magri incassi americani..

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