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Botte da Orbi #12: Brawl in Cell Block 99

Brawl in Cell Block 99

Cari amici del Cumbrugliume, preparatevi perché sto per farvi un proclama importante. Dimenticatevi (almeno per un secondo) di gente ultrafamosa come Tarantino, Nolan, Villeneuve, Cameron, Spielberg e via dicendo: il nome del regista assolutamente da seguire per i lettori di questo blog pazzerello è da oggi Steven Craig Zahler.

Chicazzoè?, vi chiederete voi. Giusta domanda. È questo bell’omino qui che non vuole saperne di arrendersi alla calvizie incipiente.

Steven Craig Zahler

Steven Craig Zahler è il batterista, autore dei pezzi e cantante del gruppo death metal Realmbuilder (mai sentiti), è uno scrittore di talento segnalato da gente del calibro di Joe Lansdale o Larry Niven, è sceneggiatore, direttore della fotografia… ok, la faccio corta: è il regista di Bone Tomahawk!

Bone Tomahawk era già quasi un filmone. Un western tinto di horror con un Kurt Russell meraviglioso e con il coraggio di cambiare completamente marcia prima della fine. Un vero macigno e un esordio da tenere d’occhio, che colpevolmente non recensii (recupererò!) ma che segnalai nella mia lista di moderni western da guardare assolutamente. In questi anni non mi sono particolarmente tenuto aggiornato sulla carriera di Zahler, e quando ho visto spuntare in rete i primi articoli su questo Brawl in Cell Block 99 non mi ero neppure reso conto che fosse lui il regista. Beh, credetemi, anche solo dopo due pellicole dirette il suo stile è assolutamente riconoscibile, e bastano pochi minuti per rendersi conto che questo film è inconfondibilmente suo. Ed è una bomba!

Brawl in Cell Block 99

Vince Vaugh è Bradley (non chiamatelo Brad, santiddio!) Thomas, un ex pugile, ex alcoolizzato e drogato con una croce gigante tatuata sulla nuca che lavora in una officina. O meglio, ci lavorava, visto che viene licenziato dopo due minuti di film. Non perché abbia fatto qualcosa di male, semplicemente la crisi colpisce tutti. Quando torna a casa la moglie Lauren (Jennifer Carpenter, la sorella di Dexter) gli confessa che lo sta tradendo e lui… beh, reagisce bene. È vero che le distrugge l’auto a pugni (indizio numero uno: questo picchia FORTE!), ma poi torna calmo e decide che la vita di entrambi cambierà. Proveranno ad avere un figlio (un precedente aborto spontaneo li aveva allontanati) e per trovare i soldi necessari alla famiglia chiederà un lavoro al suo amico Gil (Marc Blucas). Che è un trafficante di droga, ma il fine giustifica i mezzi, no? Bradley comincia a fare da corriere finché una operazione non va male, lui viene condannato e in seguito ricattato bastardamente. O accetta di uccidere un uomo nel braccio più speciale della prigione di massima sicurezza più bastarda che possiate immaginare, o gente molto cattiva farà del male a sua moglie e alla sua ancora non nata figlia. Per Bradley continua una vera e propria discesa all’inferno…

Brawl in Cell Block 99

Pronti per il livello bonus di Street Fighter 2?

Come dicevo sopra mi sono avvicinato al film senza saperne praticamente nulla, senza neppure aver visto un trailer o aver letto una recensione, solo qualche commento (quasi tutti positivi), la notizia che era stato presentato a Venezia e la sorprendente abbinata Vince Vaughn + botte. Sorprendente perché siamo abituati a vedere il buon Vincenzino in ruoli c0medy, spesso insieme a Ben Stiller o ad altri membri del Frat Pack. Negli ultimi anni, forse anche per i flop di alcuni suoi film come Affare Fatto o come quello spottone per Google de Gli Stagisti, ha cominciato a guardare verso film più seri, nella speranza di un nuovo inizio per la sua carriera. Così sono arrivati il ruolo da protagonista nella sfortunata seconda stagione di True Detective e la parte nello splendido Hacksaw Ridge.

Spesso ci dimentichiamo che Vincenzino in realtà è Vincenzone, è alto quasi due metri e pesa cento chili, tanto da poter interpretare nell’imminente Fighting with my Family il mitico Jake “The Snake” Roberts, uno dei personaggi del wrestling della mia infanzia, reso indimenticabile dalle telecronache di Dan Peterson.

Vaughn JAke the Snake

Se può interpretare un wrestler, quindi, perché non un ex pugile con due pugni come incudini e una resistenza al dolore quasi sovrumana? Il primo impatto, lo confesso, è un po’ straniante. Un po’ come era successo in Hacksaw Ridge, viene da ripensare ai tanti film comici visti e si perde un minimo di immersione nella vicenda. Ma la colpa di tutto questo non è sicuramente imputabile né all’attore né al regista, e basta la scena della distruzione della macchina a capire che ok, qui non si scherza affatto. Brawl in Cell Block 99 non si nega qualche battuta, ma sono quasi sempre battute ciniche e nere, perfettamente adeguate alla vicenda narrata. Bradley Thomas è un protagonista pacifico, fedele, con una propria etica, ma Zahler ci fa capire fin da quasi subito che dentro di lui brucia ancora un fuoco che riesce a tenere sotto controllo, ma che potrebbe scatenarsi da un momento all’altro. Per oltre metà film Brawl in Cell Block 99 è attesa dell’esplosione che arriverà, inevitabile ma anche diversa da come ce l’aspetteremmo.

Venti anni fa probabilmente un personaggio come il protagonista sarebbe stato interpretato da Nick Nolte o Harvey Keitel, dieci anni fa ci avrei visto benissimo un Henry Rollins, ma Vince Vaughn riesce a fare un lavoro sorprendentemente buono e risulta intenso e credibile. Non pensiate a scene di combattimenti frenetiche come in The Raid o alle evoluzioni incredibili di Undisputed, qui la filosofia è quella del less is more. Ogni movimento conta, ogni pugno è destinato a provocare il massimo dolore possibile, qui non ci sono corpi di gomma che rimbalzano qua e la, ma ossa che si frantumano, stivali che schiacciano teste, dita che entrano dentro gli occhi.

La discesa all’inferno di Bradley è continua. Prima morale: il tradimento della moglie, il passaggio a un lavoro illegale, i compromessi che lo rendono meno sicuro. Poi fisico: prima un carcere di media sicurezza dove ancora esiste la dignità personale, poi il passaggio alla massima sicurezza con tutte le umiliazioni del caso, e infine il blocco 99, che somiglia più a come ci immagineremmo i sotterranei dove l’inquisizione faceva il suo lavoro che a un carcere vero. Con un Don Johnson mostruoso capo della prigione, sadica nemesi del protagonista finché il film non si svela nella sua completezza.

Il passaggio graduale è molto intelligente, perché trovandosi di fronte a una situazione come quella della parte finale del film lo spettatore avrebbe detto no, non è credibile, invece il climax è costruito con pazienza ed efficacia: prima viene seminato qualche indizio, poi il sospetto viene fatto crescere, e quando si arriva alla conclusione tutto è più semplice di accettare. Più come luogo simbolico per il combattimento risolutivo che come ambientazione reale.

Brawl in Cell Block 99 è un film da approcciare con cautela, perché non fa sconti a nessuno. C’è chi l’ha definito il film più brutale degli ultimi anni, e forse è davvero così. Perché anche se non è mai immotivata la violenza è davvero catartica e colpisce dove fa più male. Ha le sue conseguenze, ma quando il fine è così importante si deve essere disposti ad accettarle.

Ora, appurato che il film è una bomba atomica, sappiate che il prossimo anno Steven Craig Zahler dirigerà un altro film con Vince Vaughn e Jennifer Carpenter, questa volta con l’aggiunta di Mel Gibson. Un film dall’evocativo titolo DRAGGED ACROSS CONCRETE. Ve l’avevo detto che d’ora in poi è il caso di seguire la sua carriera, ho la sensazione che questo regista saprà regalarci ancora tantissime gioie.

P.S. Non perdetevi anche la recensione de La Bara Volante!

2 thoughts on “Botte da Orbi #12: Brawl in Cell Block 99”

  1. Qui tocca a me dirti che ho il film in rampa di lancio, quindi per oggi purtroppo non posso leggerti, ma come Terminator tornerò 😉 Cheers!

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