Mettetevi nei miei panni. Vedete un film con la copertina qui sopra, la cui trama è così sintetizzata: “quando Thelma scopre per la prima volta l’amore, scopre di avere anche degli incredibili poteri”… cosa pensereste? Io un po’ a un horror, un po’ a un film di supereroi. E visto che Thelma è stato scelto per rappresentare la Norvegia come miglior film straniero alla prossima notte degli Oscar, la cosa mi ha colpito. Così ho affrontato la visione con spirito ottimista. Solo che mi sono trovato di fronte a un film completamente diverso da come me l’aspettavo.
L’inizio è raggelante. Un uomo e una bambina attraversano un lago gelato: lui ha un fucile, ed entrato nella foresta lo punta verso un cervo. La bambina guarda l’animale, ammirata. L’uomo gira la canna del fucile e lo punta verso la sua testa, mentre lei non si accorge di niente. Ma non ha il coraggio di sparare, e abbassa l’arma, come sconfitto…
Nella scena successiva conosciamo Thelma, interpretata dalla brava Eili Harboe. È una giovane donna, da poco trasferitasi ad Oslo per frequentare l’università. È bella, intelligente, ma anche molto timida e riservata. È cresciuta in una famiglia molto religiosa e riservata, e questo le rende molto difficile stringere amicizie o integrarsi con i giovani della città. I genitori la chiamano sempre e sebbene il dialogo con il padre in particolare appaia aperto e affettuoso, sembrano controllarla in ogni istante. Seguono i suoi movimenti, le nuove amicizie sui social media, sembra che provochino una certa ansia da separazione che confina molto con l’ossessione.
Dopo aver fatto conoscenza con una nuova ragazza, Thelma ha quello che sembra un attacco epilettico. Le analisi, però, non sembrano indicare nulla, così lei decide di continuare la sua vita senza dire nulla ai genitori. Intanto il rapporto con Anja (Kaya Wilkins) si fa sempre più stretto, tanto che l’affetto sembra trasformarsi in qualcosa di più… L’ingresso in un mondo sicuramente più aperto e libero di quello in cui ha sempre vissuto sembra sconvolgere Thelma, che vive un evidente conflitto tra i suoi desideri e l’educazione che le è stata impartita. La confusione provoca altri attacchi, che sembrano accompagnarsi a manifestazioni di un potere difficile da controllare…
E della trama preferisco non dire più nulla. Come avrete capito non siamo certo dalle parti degli X Men, semmai dovremmo citare più Carrie, al quale sicuramente il film deve molto. Ma Thelma ha ambizioni forse ancora maggiori. È una ricerca delle origini della propria famiglia, è una riflessione sulla repressione dei propri desideri, su omosessualità e normalità, su crescita e distacco dalla famiglia, è… anche un horror, certo.
Ci sono molte sequenze inquietanti in Thelma, ma nessuna che faccia saltare sulla sedia. C’è un uso davvero sapiente delle musiche e dei movimenti di camera, accompagnato a un’eleganza formale che a un certo tipo di horror si accompagna benissimo. Anche i freddi paesaggi scandinavi sono una perfetta sottolineatura del valore simbolico delle scene. Ma non si può certo dire che lo scopo del film sia fare paura. Io, più che altro, ci ho trovato tanta tristezza, tanta amarezza, tanto dolore… Mi sono trovato di fronte a un film molto più intenso di quanto mi aspettassi, vissuto con partecipazione da una Eili Harboe davvero intensa nel portare sullo schermo emozioni così difficili da reprimere.
Joachim Trier viene da una famiglia con grande esperienza nel mondo del cinema, e da parte di sua madre è anche lontano parente di Lars Von Trier, ma non direi che questo film ricordi le sue opere. Ha già avuto esperienze a Hollywood con il precedente Segreti di Famiglia, che è stato anche accolto piuttosto bene ma che non ho visto. Qui dimostra una grande abilità tecnica ma anche una grande sensibilità, accompagnate a una ambizione notevole. Non tutto funziona alla perfezione, in Thelma, in particolare la parte in cui la ragazza fa indagini sul proprio passato è piuttosto banale e incartata. Ma quello che funziona, funziona davvero bene. Non so se arriverà agli Oscar, ma è davvero un bel film, lontanissimo da quelle operazioni formalmente perfette ma prive di sentimento che potrebbe ricordare a prima vista. Sono proprio contento di averlo guardato per sbaglio.
Voto: *** 3/4
Leggendoti ho già trovato due o tre cosette che mi sfiziano molto, avevo visto la locandina del film, ma non sapevo davvero altro, grazie per la dritta 😉 Cheers
Anche io non ne sapevo quasi niente, mi ci sono buttato un po’ alla cieca… qualche volta va bene 😉
Presumo che dietro questa storia si nasconda qualche critica alla mentalità\società norvegese, giusto?E’ una cosa che mi interessa perché la Norvegia viene descritta da molti come il paradiso terrestre, invece nasconde delle belle criticità (idem dicasi per la Svezia, a sua volta al centro di molte note pellicole).
In realtà non ho colto molti riferimenti locali. Anzi, credo che il regista avesse bene in mente un riferimento più universale, anche se i paesaggi gelidi contribuiscono certo a creare l’atmosfera del film
La Norvegia ricordo è la patria di quel pazzo omicida di Breivik!
e di Burzum 😀
Esattamente Fabri, esattamente. Una della manifestazioni più violente ed evidenti di quel malessere che nasconde una società all’apparenza che naviga nel benessere.
Mi hai convinto…lo guarderò
Grazie! È un film da affrontare con un certo impegno, ma mi ha lasciato qualcosa 🙂
Non conoscevo, sembra interessante anche se la fotografia rarefatta solitamente non mi piace molto…
Moz-
Diciamo che parzialmente potrei accumunarlo al recente February, non so se l’hai visto… Thelma comunque è decisamente migliore 🙂
Non lo conoscevo, grazie per la bella recensione! 🙂
Grazie a te, ogni tanto fa piacere poter parlare di film diversi dal solito 😉