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OtherLife

OtherLife Poster

Second Life? Naaah, superatissimo, si può fare decisamente di meglio. La realtà virtuale sta facendo passi avanti. Non da gigante come ci aspettavamo qualche anno fa, ma stiamo tornando a parlarne. Sappiamo che cambierà le nostre vite, non sappiamo come o quando… Con OtherLife il giovane regista australiano Ben C. Lucas prova a darci una sua risposta, che grazie alla distribuzione di Netflix (in Italia con sottotitoli) arriverà sicuramente in molte case.

OtherLife Poster

Ren Amari (la bella Jessica de Gouw, già vista nel notevole Underbelly, in These Final Hours e in Arrow) è una giovane scienziata che non teme di provare su se stessa le sue ricerche. Partita dalla consapevolezza che “tutto è chimica” ha sviluppato dei codici neurali, che somministrati attraverso l’occhio sono in grado di dare al cervello umano la sensazione di un vivido ricordo mai realmente vissuto. In pochi secondi di applicazione si può vivere la sensazione di un intero giorno sullo snowboard, o in barca a vela ai Caraibi, o in mille altri posti. A pochissimi giorni dalla commercializzazione di OtherLife, però, non è ancora tutto perfettamente a posto. Ci sono rischi per la salute legati all’uso prolungato, errori di codice che mettono in moto dei complessi loop, e via dicendo.

OtherLife

Da una parte Ren è molto cauta e frena su possibili sviluppi futuri della tecnologia come interattività o simulazioni più lunghe, dall’altro continua a lavorare anche su un suo progetto personale che non coinvolge il socio Sam (T.J. Power) nè gli altri collaboratori della società. Suo fratello è infatti in coma profondo da molti anni, e lei spera che stimulando le sue sinapsi ed immergendole in un inganno cognitivo capace di riscrivere i suoi vecchi ricordi, in qualche modo il suo cervello riparta.

I primi minuti di OtherLife danno l’impressione che ci si trovi davanti a uno di quei film tv fantascientifici freddi, pulitini e che finiscono per non dire quasi nulla, tanto che dopo qualche scena ho controllato che non fosse un vecchio originale di Netflix o qualcosa del genere. La fotografia lucida, l’aspetto quasi-dark della protagonista, alcuni ambienti molto standardizzati e una telecamera molto statica mi davano questa impressione. Però, lentamente, OtherLife cresce ed assume una sua dimensione più interessante.

OtherLife

Se l’avvio non è originalissimo, il film prende progressivamente strade meno banali, e arriva a toccare in maniera intelligente argomenti interessanti. Uno sviluppo della tecnologia ipotizzata in OtherLife permetterebbe applicazioni incredibili: dai videogiochi alla pornografia, dalla riabilitazione all’apprendimento, ma soprattutto la possibilità di vivere praticamente vite infinite, visto che un anno ricostruito dalla droga equivale a poco più di un minuto nella realtà. Ma quale sarebbe il prezzo?

Tecnicamente il regista non fa miracoli, ma la sua narrazione è molto solida. La cosa più interessante è forse la sobria realizzazione di un futuro molto prossimo, messo in scena con una intelligente scelta delle inquadrature. La protagonista è convincente e guida bene un cast di bravi professionisti australiani. I due colpi di scena principale che segnano la trama thriller sono ben presentati, e insomma, il film si segue davvero bene.

OtherLife

Ma io son qui per trovare anche i difetti, giusto? Il primo è che un paio di volte ho avuto la sensazione che la protagonista avrebbe dovuto capire prima dove la storia stava andando a parare. Senza fare spoiler, c’erano un paio di dettagli che mi hanno fatto pensare sin da quasi subito che sarebbero successe determinate cose, ma il fatto che sullo schermo non venisse detto nulla, nonostante mi sembrassero evidenti, mi ha fatto pensare che si trattasse di falsi indizi o di piccoli errori narrativi. E invece alla fine avevo ragione! Normalmente questa attenzione al dettaglio sarebbe da premiare, ma è strano che una protagonista così intelligente, attenta ed esperta della situazione non si sia accorta di niente.

Il secondo difetto è che trovo che un film così avrebbe avuto bisogno di un finale più coraggioso. Non che quello che c’è sia fatto male, ma insomma OtherLife potrebbe veramente cambiare l’umanità, e alla fine viene tutto molto ridimensionato.

Come avrete notato, si tratta più di sottigliezze e opinioni personali che difetti oggettivi, ed in effetti… OtherLife è fatto davvero benino. Non cambierà la vita di nessuno, ma ti fa passare un’ora e mezzo piacevole e ti costringe a riflettere su alcune cose. Non è mica poco. In preparazione dell’imminente ritorno di Black Mirror, potete pure dedicargli una serata!

Voto: ** 1/2

6 thoughts on “OtherLife”

  1. Una “Mad doctor” insomma, mentre ti leggevo pensavo proprio al fatto che “Black Mirror” ha fatto bene alla fantascienza moderna, grazie per la dritta gli darò un occhiata 😉 Cheers

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