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Rupture – un film che non è quello che sembra

Rupture

Steven Shainberg è un regista interessante. Provate a cercare la sua pagina Wikipedia, io l’ho fatto e la prima frase che ho letto è “non to be confused with Steven Spielberg”. Subito mi sono fermato, non ho sentito la necessità di andare avanti. Poteva anche esserci scritto che Shainberg è in realtà il Mostro di Firenze e non mi sarebbe importato, l’unica cosa che mi chiedevo era “perché mai dovrei confonderlo con Steven Spielberg?”. Ok sono entrambi registi, si chiamano entrambi Steven e hanno dei cognomi simili, ma solo uno di loro è Steven Fucking Spielberg. Come si fa a confonderlo con qualcun altro? È come se un appassionato di calcio si trovasse davanti Diego Armando Maradona e pensasse “beh, devo stare attento a non confonderlo con Diego Armando Merendina”. Può davvero succedere?

Comunque, se siete tra quelli a rischio confusione, sappiate che Spielberg è quello di E.T., Lo Squalo, Indiana Jones, Jurassic Park, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo… quel tipo con gli occhialetti tondi e lo sguardo simpatico che vi sta salutando qui sotto.

Steven Spielberg

Shainberg, invece, è il regista di Secretary, ovvero il film con Maggie Gyllenhall e James Spader che vi ha fatto pensare che forse potreste davvero provare questa storia del BDSM, prima che Cinquanta Sfumature di Noia vi facesse cambiare idea. Ah dimenticavo di farvelo vedere. Vi sembra che somigli a Spielberg?

Steven Shainberg

Dopo Secretary (che era del 2002) Shainberg ha diretto una biografia immaginaria (ebbene sì) di Diane Arbus nel 2006, dopodiché è rimasto in silenzio per dieci anni. Non si può dire che abbia davvero bisogno di lavorare, visto che la sua famiglia è ricchissima, comunque come forse avrete intuito alla fine è tornato a fare un film: questo Rupture. Un film che sembra un sacco di cose, e invece alla fine è tutt’altro.

Rupture

La locandina fa un po’ Splice, ma non lasciatevi ingannare. La protagonista di Rupture è Noomi Rapace. Forse vi ricordate di lei per alcuni film come The Drop, gli originali svedesi della saga Millennium o Prometheus. Qui fa la mamma divorziata, con un figlio con problemi di gestione della rabbia e un marito che la fa incazzare. Una vita non semplicissima, che non può che complicarsi quando dei tizi sconosciuti la rapiscono, la caricano in un furgone e la portano in un enorme edificio pieno di stanze chiuse, apparecchi medici  misteriosi e spaventosi strumenti di tortura. Bello, eh?

Rupture

Ad accoglierla in questa amena location virata sui toni del rosso e del giallo non c’è solo la bella e in qualche modo rassicurante Kerry Bishé, ma anche due facce decisamente meno raccomandabili come quelle di Michael Chiklis e Peter Stormare. Non so voi, ma io non vorrei mai aprire gli occhi e trovarmi davanti Peter Stormare, non saprei davvero come reagire.

Rupture

La Rapace è quindi legata come un salame e dei cattivoni si divertono a farle del male? Molte recensioni ammerregane a questo punto hanno parlato di un film alla Saw, probabilmente perché si sono distratti guardando il Superbowl o qualcosa del genere. Il fatto è che Shainberg non ha avuto assolutamente intensione di girare un torture porn, né di spaventare lo spettatore. Niente jump scare o cose del genere, tutto è presentato lì davanti ai nostri occhi, e il senso di angoscia è dato più che altro dal fatto che noi, come la Rapace, non capiamo assolutamente di cosa questi pazzoidi stiano sproloquiando. Ma intuiamo che questi non sono semplici pazzoidi, ci deve essere qualcosa di grosso dietro.

Rupture

Ad esempio, un pazzoide utilizzerebbe mai degli occhialini così fashion?

Le recensioni ammerregane più evolute (mi sono dimenticato di dirvi che Rupture ha un rassicurante 21% su Rotten Tomatoes!) a questo punto abbandonano Saw e tirano in ballo Nicholas Windig Refn, probabilmente perché hanno ancora davanti agli occhi la meravigliosa fotografia di The Neon Demon e ancora si stanno chiedendo cosa gli è sfuggito. Dunque, Rapture è come The Neon Demon? La risposta, ancora una volta, è no.

Anche perché la nostra mammina protagonista si dimostra subito piuttosto sveglia e cerca un modo per liberarsi. Con qualche successo, anche se capire come orientarsi in quel labirinto è piuttosto complessa. Cosa vi ricorda una figura femminile forte che striscia in dei condotti di ventilazione cercando di sfuggire a una sorte che sembra già segnata? Già, esatto.

Rupture

Solo che no, non è neanche questo. Shainberg ci mostra la sua personale idea di galleria degli orrori ma ci dimostra quasi subito che non è fine a se stessa. C’è uno scopo in tutto questo. I mostri la sanno lunga. E sono dei mostri davvero o qualcosa di più?

Sul colpo di scena finale (che non svelo perché sennò che gusto c’è?) si potrebbe discutere. Ora, a mente fredda, mi viene da dire “è una gigastronzata”, ma ammetto anche che mentre lo guardavo il mio senso di gigastronzataggine era fuorviato da una notevole coerenza interna, visiva e narrativa, e dalla sensazione che sì, ok, Rupture è una stronzata ma Shainberg ci crede. E visto che comunque un discreto talento nel girare lo possiede ci mette anche un paio di scene decisamente riuscite.

Rupture

Noomi Rapace e dei ragni nella migliore imitazione di Nicholas Cage contro le api.

Devo dirvi che Rupture mi è piaciuto molto? Mentirei. Però l’ho trovato inquietantemente interessante. Ottima fotografia a parte (anche giustificata dalla trama!) ci sono buonissimi attori che amo e che ci mettono tutto il loro impegno, e un regista che gira in maniera viscida come pochi altri, e che in un modo o nell’altro è riuscito a mettermi a disagio. Mi è rimasto simpatico. L’ho trovato onesto nella sua cornice da film di genere che prova a prendersi sul serio fino in fondo, fino a un finale che potrebbe essere anche considerato aperto a un possibile sequel, ma che secondo me è completo e va benissimo così. Mica è poco. Dategli uno sguardo che se lo merita.

Voto: ***

10 thoughts on “Rupture – un film che non è quello che sembra”

  1. No sul serio Wikipedia si gioca queste informazioni? Bah deliri a parte, qualche giorno fa mi sono rivisto “Secretary” che è ancora un ottimo film, pensando proprio che Shainberg se proprio deve essere scambiato con qualcuno, al massimo con il primo Malick. Non tanto per temi, quanto perché è uno che fa tante cose, ogni tanto dirige un film, di solito quando vuole farlo, il che non è male poter sfornare film libero da vincoli di sorta.

    Questo “Rupture” volevo vederlo poi mi è sfuggito, grazie per avermelo ricordato, fresco del ripasso di “Secretary” penso che lo apprezzerò anche di più 😉 Cheers!

  2. Shainberg non è Spielberg, Rapture non è né Saw né The Neon Demon…
    Questo film è come Balto, sa solo quello che non è!

    Una cosa, la Rapace col look da Cyberman di Doctor Who, ha l’elmo pieno di ragni? °_° ‘

  3. La Rapace è lanciatissima nel fantasy e nella fantascienza, fra Prometheus, Bright, Seven Sisters, questo..il bello è che non avrebbe proprio il “phisique du role” 😀

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