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Altered Carbon: (boring) hardboiled cyberpunk

Altered Carbon

Sulla carta una serie come Altered Carbon sembrerebbe avere tutto per entrare nel novero delle mie preferite.

È tratta dal romanzo omonimo di Richard K. Morgan (in italiano è stato tradotto con il titolo Bay City, e pubblicato nel 2004 dalla Editrice Nord e nel 2006 dalla TEA in edizione tascabile), uscito nel 2002 e premiato l’anno successivo con il Philip K. Dick Award. È il primo di una trilogia, ma fin da subito dalla sua uscita impressionò i lettori, tanto che venne immediatamente opzionato da Laeta Kalogridis (nel suo curriculum le sceneggiature di Alexander e Shutter Island – la vedremo presto al lavoro anche sull’adattamento cinematografico di Alita) per trarne un film. La complessità dell’opera e il tono maturo della narrazione hanno impedito poi una uscita… finché non ci ha messo le mani Netflix.

Altered Carbon

Dove ho già visto un panorama così quest’anno…?

L’intervento d Netflix ha portato in dono un budget importante. Fin dal primo trailer si è capito come il servizio di streaming abbia investito tantissimo su questa produzione originale. Il 2017 sembrava poter essere l’anno del ritorno del cyberpunk, e anche se sia Blade Runner 2049 che Ghost in the Shell hanno ottenuto poi risultati inferiori alle aspettative, si è capito che c’è ancora una certa domanda per questo genere così complesso.

Altered Carbon

La mia dieta a base di grasso per motore e steroidi sta cominciando a dare frutti

Nel cast ci sono nomi importanti. Il protagonista, Takeshi Kovacs, è interpretato da Joel Kinnaman. Lo so, non sembra troppo adatto a interpretare uno con un nome così giapponese, ma per una volta trattenete le accuse di whitewashing! Nel mondo di Altered Carbon (siamo oltre 350 anni nel futuro) i corpi sono diventati poco più che delle custodie, mentre quella che si può davvero definire l’anima è contenuta in una delle più importanti scoperte tecnologiche della storia: la pila corticale. E dico scoperta e non invenzione non a caso. In questo modo la morte è stata quasi sconfitta, e le persone si limitano ad adottare custodie diverse al momento del trapasso. A meno che la pila non sia stata danneggiata, ovviamente. O che la persona non abbia aderito a una delle religioni contrarie a un prolungamento di questo tipo…

Altered Carbon

Se proprio whitewashing deve essere, almeno che mi intepreti Scarlett Johansson!

Joel Kinnaman comunque è bravo. Ha sicuramente un fisico imponente adatto per il ruolo e ci aggiunge una faccia scazzata di chi ha visto praticamente tutto e che poco può turbare. Ci mette anche una certa dose di disperazione, soprattutto all’inizio, che riesce a centrare efficacemente le atmosfere hard-boiled della serie. Takeshi è uno che ha perso tutto in una rivolta dall’altra parte della galassia, e che è stato risvegliato per il capriccio di un riccone che vuole scoprire la verità sul suo omicidio. Tanto avete capito che dalla morte si può tornare, no? Il riccone è interpretato dall’anche più bravo James Purefoy, ormai un volto quasi immediatamente associabile con un certo tipo di fantascienza matura, anche se forse lo ricorderete più per The Following o Hap & Leonard.

Nel cast anche la bellissima (e durissima) Martha Higareda, Kristin Lehman, Will Yun Lee, Hiro Kanagawa, Ato Essandoh…

Altered Carbon

Ma il cielo è blu, sopra le nuuuuvoleeeeee

Oltre al cast di alto livello il budget elevato è stato messo a frutto anche (e soprattutto) per scenografie di grande impatto. Altered Carbon è visivamente bellissimo: gli effetti speciali e il green screen sono stati usati molto bene e non si ha praticamente mai quel fastidioso effetto plastica che ha penalizzato altre pellicole del genere. Bay City è nera è decadente, in preda alle droghe e alla sensazione di poter fare qualsiasi cosa, indulgere in qualsiasi vizio… ovviamente pagando. Il futuro non sarà poi così diverso dal passato, insomma…

La cosa interessante che inizia solo a trasparire poi è che oltre a quello che vediamo sullo schermo c’è un intero mondo dietro, che aspetta solo di venire esplorato. Mondi diversi, manufatti alieni, manovre politiche, rivolte e chi più ne ha più ne metta. Ogni accenno (e sono molti) contribuisce a creare la sensazione che tutto sia stato messo insieme in maniera intelligente e accurata, e che in una eventuale seconda serie le storie da raccontare saranno almeno altrettante.

Altered Carbon

Avete un’idea di quanto costi fare una tutina come questa? Mica è domopak!

Negli USA la serie ha suscitato polemiche soprattutto per i contenuti adulti. Nudità, sesso usato come arma, violenza sulle donne… il solito armamentario. Io continuo a credere che nel 2018 dovremmo ormai aver letto tutti (o almeno gli addetti ai lavori!) i testi sacri della comunicazione e aver capito che c’è una enorme differenza tra quello che si vede sullo schermo e il messaggio veicolato. Sì, ci sono scene violente. Sì, c’è un sacco di nudità (anche piselli al vento, per la par condicio, come è giusto che sia). Sì, vengono menate, usate, sfruttate e chi più ne ha più ne metta delle donne. Ma se proprio vogliamo guardare la serie fino in fondo si vede anche un’altra donna stendere quattro o cinque uomini più grossi di lei senza quasi battere ciglio. Il messaggio – mi pare evidente – è che il più forte mette sotto il più debole, a prescindere dal sesso… e la cosa viene condannata. Non ci sono ambiguità morali. E anche se ci fossero, fuck the censors. A prescindere.

Altered Carbon

Ok, ma Gun Woman è meglio

Il problema (tanto avete capito che c’è un problema, no? L’avete letto e capito il titolo?) è che tutte queste belle cose vengono messe in una storia noooooooooiooooooosaaaaaa… E io ce l’ho messa tutta, intendiamoci. La prima puntata affascina per l’aspetto visivo, anche se la palpebra voleva calare. La seconda… beh cala un po’ di più. Alla quarta c’è un segnale di ripresa e mi è venuto da pensare “oh, wow! si parte davvero!”. Ma era una finta, e due episodi dopo siamo già di nuovo immersi nella noia.

Ho fatto fatica a portare a termine Altered Carbon, e me ne è dispiaciuto tantissimo perché volevo davvero parlafantascrne bene e dirvi che è il primo capolavoro dell’anno. Ma non posso farlo, spiacente. In ogni modo spero che continui e continuerò a guardare una eventuale seconda stagione, perché la struttura di questo mondo fa sì che possano essere narrate anche storie completamente diverse, con personaggi completamente diversi… e chissà, il secondo tentativo potrebbe centrare il bersaglio. Speriamo!

Voto: * 1/2

12 thoughts on “Altered Carbon: (boring) hardboiled cyberpunk”

  1. Ho visto le prime due puntate, ad un certo punto il mio testicolo destro, sovradimensionato dalla noia ha premuto pausa. Gli ombrellini trasparenti che urlano “BLADE RUNNER” sono stati la goccia (di pioggia) che ha fatto traboccare l’orchite. Mi sono ripromesso di continuare, in fondo sono una decina di puntate, perché il cast è ottimi, i temi interessanti e tutto il resto, però se mi dici che non migliora, magari risparmio il martirio anche all’altra palla e mi dedico ad altro. Cheers!

    • TUTTO urla Blade Runner, e visivamente se il richiamo è evidente almeno è ben fatta. Ma la noia regna sovrana. Puoi evitare, magari sperando in una seconda stagione migliore!

  2. Penso che quella in foto là, Dichen Lachman (ho guardato su wikipedia) vince il titolo per maggiori serie a cui ha partecipato 😀 comunque serie che sembrava interessante..ma se mi dici già che è noiosona..non so se la reggerei!

    • in effetti ultimamente è come il prezzemolo 😀 PEr la serie… prova un paio di puntate, tanto il ritmo (a parte un’impennata centrale) non cambia!

  3. Il tuo giudizio negativo, quello di Cassidy, quel ‘boring’ nel titolo mi dicono dunque che devo starmene alla larga, anche se mi ispiravano le premesse: sangue e violenza.

    Che poi mi dico, ma i piselli al vento in una serie di fantascienza cosa servono????

  4. A me è piaciuta un sacco invece, ma de gustibus ovviamente. Devo dire che la milfona con gli ormoni potenziati, e l’albergo\IA super cazzuto sono ottimi motivi per guardare la serie 🙂

  5. Io l’ho apprezzata fino al quarto episodio, poi diventa la fiera del già visto.
    L’idea di base comunque è ottima.

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